Arrow | DC's Legends of TomorrowCrisis on Infinite Earths Part 2: una fine e un inizio

Crossover Con il multiverso ormai andato perduto insieme alle persone a loro care, i sette Campioni riusciranno a fermare Anti-Monitor e porre fine alla Crisi? Lo scopriamo negli ultimi episodi di questo crossover evento, destinato a cambiare lo status quo dell'Arrowverse.

5.5

A un mese dal tragico cliffhanger con cui si era chiusa la prima parte, Crisis on Infinite Earths torna con i due episodi conclusivi, in cui si tirano le fila della trama orizzontale e si mostrano le prevedibili conseguenze di questo crossover evento che, seguendo l’esempio del fumetto cui è ispirato, mantiene la promessa e riscrive gli equilibri dell’Arrowverse proiettandolo verso una nuova fase. Ma se questo nuovo inizio è sempre stato l’obiettivo di Crisis on Infinite Earths, si può dire che la trama che vi ha condotto sia stata qualcosa di più di un semplice strumento per raggiungerlo e giustificarlo?

© The CW

La risposta a questa domanda è formulabile già a partire dal solo episodio di Arrow, in teoria penultimo atto dell’evento ma, in pratica, vera e propria parte risolutiva della trama orizzontale, che in Legends of Tomorrow si riaprirà solo parzialmente per poi lasciare spazio all’approfondimento delle sue conseguenze. I problemi sono, sostanzialmente, quelli che si potevano riscontrare già nei primi tre episodi di Crisis on Infinite Earths e che, invece di migliorare come ci eravamo augurati, vengono in questo aggravati da altri difetti. Dopo un primo momento “corale” in cui scopriamo quanto se la stanno passando male i sette Campioni, unici sopravvissuti alla distruzione del multiverso da parte di Anti-Monitor, il gruppo si divide ancora una volta in due squadre per seguire le dritte di Oliver, nel frattempo tornato nelle vesti di un’entità sovrannaturale e dai tratti divini.

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Le due missioni, proprio come accaduto negli episodi precedenti, frammentano la narrazione senza arricchirla e anzi, rendono ancora più confuso un quadro già di per sé poco chiaro. La quest di Barry, che deve recuperare alcuni Campioni dispersi nella Forza della Velocità in quelli che vengono presentati come degli pseudo-ricordi, mette a dura prova la nostra attenzione, almeno finché non ci rendiamo conto che di fatto è inutile impegnarsi a cercare una logica in un subplot in cui essa è subordinata al tentativo di puntare sull’effetto nostalgia, anche questo destinato a fallire dal momento che la riproposizione delle scene del passato avviene in modo forzato e superficiale, lasciando gli spettatori più perplessi che commossi.

Le due missioni frammentano la narrazione e rendono ancora più confuso un quadro già poco chiaro

Minore è lo spazio riservato al viaggio indietro nel tempo di Kara su Maltus, la Terra d’origine di Monitor, con l’obiettivo di persuaderlo a non commettere l’errore che porterà alla creazione della sua nemesi. Sottolineare come tentare ancora una volta di cambiare il futuro intervenendo sul passato sia una mossa poco intelligente ci sembra ormai uno sterile accanimento, quindi a proposito di questo secondo segmento preferiamo soffermarci su altro, come le mazzate date alla credibilità di Kara, che dopo tutto quello che è successo ancora non ha imparato a controllare Lex come si deve e si lascia raggirare per l’ennesima volta. Meno male che può contare sull’aiuto di Ryan Choi, un nuovo personaggio tanto simpatico quanto fuori contesto il cui ruolo nel prossimo futuro è ancora tutto da scoprire.

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Quando finalmente le due sottotrame si incontrano e tutti i personaggi si riuniscono per fermare Anti-Monitor la situazione non migliora di molto e assistiamo nella medesima sequenza alla sconfitta del nemico e alla creazione di un nuovo multiverso: lo scontro con il grande villain e il suo esercito dura sì e no due minuti ed è concluso da un secondo sacrificio di Oliver Queen, che non perde l’occasione per pronunciare un drammatico “you have failed this universe!“. La seconda morte dell’eroe incappucciato sotto gli occhi di Sara e Barry è senz’altro un momento commovente, ma l’emozione è smorzata dalla delusione; la trama orizzontale è stata chiusa senza acquistare maggiore solidità e chiarezza, e per la fretta si è sacrificato l’approfondimento del poco potenziale che essa ancora presentava.

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Difatti, Anti-Monitor si conferma un villain di una bidimensionalità imbarazzante, il suo piano di dominazione del multiverso manca di una qualsiasi motivazione e le sue stesse origini rimangono nell’ombra, limitate a un breve flashback di Monitor in cui viene rivelato poco e niente riguardo il legame tra le due figure. Altrettanto poco spazio è riservato alla nuova identità di Oliver, lo Spettro: cos’è questa figura e perché proprio Oliver è stato scelto per ricoprire questo ruolo? Quali sono (o erano) i suoi poteri? Nonostante ci trovassimo nella serie di cui è protagonista, questa svolta nella storia del fu Green Arrow è introdotta e gestita con superficialità e lascia una buona dose di amarezza. Chissà se almeno gli ultimi due episodi di Arrow daranno qualche risposta in più a riguardo; un po’ ci speriamo, ma le probabilità di rimanere delusi ancora una volta sono alte.

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Un segno di ripresa, seppur troppo tardivo, arriva con la quinta e ultima parte di Crisis on Infinite Earths, che offusca almeno per un momento il brutto ricordo di quella che l’ha immediatamente preceduta. Al netto del ritorno non necessario di Beebo – d’altronde, sempre di Legends of Tomorrow si sta parlando – l’episodio in sé funziona.

Particolarmente interessante è il trattamento riservato al ricordo di Oliver, che paradossalmente ottiene più spazio ora che nelle parti precedenti: se da un lato potevamo aspettarci l’insistenza – comunque gradita – sull’eredità di Green Arrow e sul riconoscimento generale del suo eroismo, a sorprendere è il focus sul lutto di Sara. Non era scontato, infatti, che si andasse a sviscerare in questo modo il dolore di White Canary per la perdita di quello che per lei era l’ultimo legame – a proposito, che fine ha fatto la madre? – con la sua vita pre-Gambit, ma il capitano Lance brilla di luce propria in questo frangente e, anche grazie all’interazione con altri personaggi che condividevano il medesimo affetto per Oliver (tra i quali però si avverte la pesante assenza di Felicity), regala più di un momento di commozione.

Oliver died so that we could continue to fight. He sacrificed everything for this new world, and we will not fail him. We will not fail this world. For Oliver!

Il problema, purtroppo, è che puntare sull’emotività con un episodio in cui si rimettono insieme i cocci e si celebra la figura di Oliver è un lusso che Crisis on Infinite Earths non poteva concedersi. Lo dimostra bene il ritorno per vie ignote di Anti-Monitor, solo per essere sconfitto un’altra volta nel giro di due minuti da un team leggermente più nutrito: una scelta a dir poco infelice da parte degli sceneggiatori, che non fa altro che sottolineare quanto sarebbe stato meglio posticipare a questo episodio il confronto finale per permettere un maggiore sviluppo della trama e una distensione dei tempi di questo scontro.

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Tirando le somme, Crisis on Infinite Earths si rivela un generale flop, che sfrutta ben poco il potenziale di cui disponeva e ne spreca la maggior parte per una cattiva gestione del tempo e, naturalmente, per la solita sceneggiatura che tende a strafare e impelagarsi in trame confuse e di dubbia riuscita. Non si possono però ignorare le conseguenze di questo evento sul futuro dell’Arrowverse, sulle quali il quinto episodio insiste parecchio.

Per il momento viene mostrata solo una parte dei cambiamenti portati dalla creazione del nuovo multiverso (personaggi risorti, nuovi equilibri, una Terra-Prime risultata dalla strategica congiunzione di Terra-1, Terra-38 ecc.), ma è certo che tutte le serie avranno un bel da fare nell’esplorare e affrontare queste novità insieme agli spettatori, a partire da questo nuovo inizio di cui tanto si è parlato e che è simbolicamente sancito dalla fondazione con tanto di quartier generale di un team di seconda generazione – una perifrasi un po’ prolissa che sta per Justice League (o, meglio Superamici, come sia l’aspetto della nuova base che l’inside joke relativo a Gleek vogliono suggerire).

Sarà da vedere se questo nuovo inizio riuscirà a portare giovamento a un universo televisivo così compromesso e arrestarne la rovinosa caduta; per adesso non ci sono elementi sufficienti a farci sperare in una tale ripresa.

© The CW

Nota a margine

Rispetto alla prima parte, in questi episodi il numero dei camei è decisamente minore, ma questo non significa che non meritino una menzione speciale, soprattutto dal momento che la CW è riuscita, non si sa bene come (e forse non lo sanno nemmeno loro), a far sì che la Warner Bros. proponesse una comparsa del Flash di Ezra Miller in Crisis. Al di là della simpatia della scena in cui i due Barry Allen si incontrano e confrontano i costumi, questo cameo è piuttosto sorprendente se si pensa al fatto che nel corso degli anni, per ragioni legate all’acquisto da parte di Warner Bros. dei diritti di alcuni personaggi DC Comic, la CW ha dovuto eliminare Amanda Waller, cacciare Deathstroke e sostituire il nome “Suicide Squad” con “Ghost Initiative” in Arrow. Inoltre, segnaliamo l’esilarante comparsa di uno degli autori del fumetto Crisis on Infinite Earths, Marv Wolfman, nei panni dell’anziano fan che chiede un autografo a Barry e Kara, e quelli dei personaggi di Doom Patrol, Titans e Swamp Thing nelle rispettive Terre, collocate nel nuovo multiverso.


Edit del 3 febbraio 2020

Qui sotto potete ascoltare l’episodio di Polo Nerd dedicato a Crisis.

  • 4/10
    Storia - 4/10
  • 5.5/10
    Tecnica - 5.5/10
  • 7/10
    Emozione - 7/10
5.5/10

Summary

Il crossover evento dell’Arrowverse si rivela un flop, sprecando gran parte del potenziale a causa di una gestione superficiale e affrettata della trama orizzontale che non dà il giusto spazio a ciò che lo meriterebbe. Nonostante un parziale recupero dell’ultimo minuto con l’episodio di Legends of Tomorrow, il risultato non è sufficiente.

Porcamiseria

5.5

Il crossover evento dell'Arrowverse si rivela un flop, sprecando gran parte del potenziale a causa di una gestione superficiale e affrettata della trama orizzontale che non dà il giusto spazio a ciò che lo meriterebbe. Nonostante un parziale recupero dell'ultimo minuto con l'episodio di Legends of Tomorrow, il risultato non è sufficiente.

Storia 4 Tecnica 5.5 Emozione 7
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