Counterpart2×01 Inside Out

Season Premiere La season première di Counterpart è esattamente ciò che i fan stavano aspettando. Un episodio capace di porre nuove basi senza accelerare eccessivamente la trama, preferendo piccole pennellate di informazioni a definire il quadro dello status quo da cui si dipaneranno le nuove vicende.

7.7

Dopo alcuni mesi ritorna Counterpart, la serie spionistico-fantascientifica di Starz rivelatasi una delle migliori sorprese del 2018, e lo fa con un episodio introduttivo che non delude in alcun modo le aspettative.

Sono trascorse poche settimane dall’attacco di IndigoTerra Alfa e il livello di allarme è ancora molto elevato. Il confine col Mondo Prime è chiuso, i diplomatici rinchiusi come potenziali spie e la ricerca degli infiltrati attiva e pronta a tramutarsi in una vera e propria caccia alle streghe.

La première, partendo da questo status quo, si occupa di preparare il terreno per lo svolgimento della stagione mostrandoci la situazione attuale di molti dei personaggi principali e iniziando a seminare per le future dinamiche; in quest’ottica, l’idea di focalizzarsi esclusivamente su Terra Alfa è vincente: serve a trasmettere lo stato di anomala chiusura delle barriere, immergendo lo spettatore in un senso di costante urgenza e claustrofobia che ben rendono la sensazione di allarme in cui vivono i personaggi.

Sebbene, infatti, il tentativo di mantenere una facciata di stabilità sia in buona parte onnipresente, i risultati effettivamente ne denotano la fragilità e la sostanziale impossibilità.

Esemplare, da questo punto di vista, il Peter Quayle di Harry Lloyd. Dei suoi difetti abbiamo parlato in abbondanza nelle recensioni della prima stagione e la sua inadeguatezza trova conferma nell’episodio, unita a un senso di colpa e a una sensazione di incipiente disastro che ne minano la stabilità mentale.

Difficile dire dove si trovi la sua lealtà: se nel finale della prima stagione l’idea era che avesse deciso di arrendersi in toto alle proposte di Clare, qui ci troviamo di fronte a una situazione più combattuta e, proprio per questo, tridimensionale. Che Quayle provi ancora sentimenti per la moglie è fuor di dubbio, ma la paura che ha nei confronti della donna va di pari passo, al punto da portarlo a barricarsi nella propria stanza durante la notte.

Nei suoi confronti con Howard Prime afferma di voler sfruttare Clare per ottenere informazioni, ma anche questa non sembra essere la verità, non del tutto, quanto meno. Ciò che è probabile è che lo stesso Quayle non sappia esattamente cosa fare: senza pregi personali se non una riconosciuta e iterata fortuna si trova in balia delle ondate che costantemente lo strappano da una parte all’altra della tempesta. L’unico potenziale faro è la figlia, ma come valutare il bene di una neonata quando qualunque azione potrebbe causare la morte di almeno uno dei genitori?

Non so chi sia più patetico. Il tizio che non sa di essere stato ingannato o quello che lo sa e, cazzo, continua imperterrito come nulla fosse.

Ben più decisa ma non meno contraddittoria è la stessa Clare: ripreso il controllo, la sua immersione prosegue in modo apparentemente coerente, come il suo status di spia di alto rango avrebbe suggerito a prescindere. Che la sua lealtà sia mutata è probabilmente un dato di fatto: difendere sua figlia è ormai una priorità ed è la variabile che impedisce di valutarne appieno le mosse. Clare mente a tutti. A Lambert riguardo la fuga di notizie, a Peter riguardo i suoi contatti con Lambert, al resto del mondo – ovviamente – riguardo la sua identità. Forse anche a se stessa, ma questo verrà probabilmente approfondito nel corso della stagione.

Certo è che non ha torto quando, confrontandosi con Howard Prime, sottolinea i punti che li accomunano: se durante tutta la prima stagione i due erano oggettivamente agli opposti di una barricata in cui giusto e sbagliato sembravano ben definiti, ora i contorni sono sfumati, bianco e nero sono quasi completamente fusi in tonalità di grigio e non è più ben chiaro quali personaggi andrebbero sostenuti e quali, invece, temuti e osteggiati.

Howard Prime è, sotto questo punto di vista, un esempio da manuale, essendo le sue motivazioni progressivamente mutate con l’avanzare della prima stagione e, soprattutto, coi cambiamenti avvenuti nelle settimane che la dividono dalla seconda. Emily Alpha è tornata a casa. Ferita, con danni cerebrali, incapace di ricordare tutto e bisognosa di ricostruire e ricostruirsi. Un terreno perfetto per un uomo che ha sempre visto in lei lo specchio di ciò che avrebbe potuto essere con la sua controparte. Il fatto che Howard Alpha sia bloccato nel mondo Prime gli permette di rubarne del tutto la vita, cercando di entrare nella mente e nel cuore di Emily più di quanto fosse mai stato nelle sue dichiarate intenzioni.

Se, quindi, la sua spinta iniziale era stata contrastare la minaccia in arrivo sul Mondo Alpha e, soprattutto, proteggere Emily come elemento esterno, ora il sentire il sapore di una vita non sua – e per cui si ritiene implicitamente più adatto rispetto alla sua controparte – lo spinge a desiderare di più, pur dovendosi più volte scontrare coi ricordi della donna che, pur confusi, sottolineano come Alpha e Prime siano nettamente diversi e come lei abbia amato l’originale, non la sua derivazione. Ciò che va sottolineato e ricordato è che i due mondi si sono separati solo da poche decine d’anni, pertanto quando Prime ricorda Emily non sta fingendo, sta attingendo alle sue memorie, a quando esistevano un solo Howard e una sola Emily: i sentimenti dell’uomo, indipendentemente dalla moralità del sostituirsi alla sua controparte, sono sinceri, non simulati.

– Non so chi sia quella donna. Non la conosco più
– Allora scordati di lei. E di lui. Ricominciamo.

Un plauso va alla bravissima Olivia Williams che riesce a interpretare la fragilità, le insicurezze e la sfaccettature di Emily in modo realistico e travolgente, a netto contrasto della personalità donata a Emily Prime nella stagione precedente: l’effetto ricorda molto (volutamente) quello del bravo Harrison Ford in Regarding Harry, che in diversi momenti viene quasi esplicitamente richiamato.

Sto iniziando a provare la sensazione che non mi piaccia davvero chi ero prima

Nonostante, quindi, ancora non sia accaduto molto in questo primo episodio, i semi piantati sono innumerevoli: lo status quo di Howard Prime ed Emily Alpha, il punto di rottura di Peter, la missione di Indigo, le indagini della nuova arrivata Naya Temple, le intenzioni di Clare e la vera natura di quel Management che, pur apparendo tanto estemporaneo da rasentare il ridicolo, rappresenterà con tutta probabilità una delle rivelazioni della stagione, come le ultime scene dell’episodio lasciano intendere.

Manca all’appello l’intero mondo Prime e, con esso, Howard Alpha, su cui ci sarà sicuramente un focus speculare nel prossimo episodio (come speculare sarà il titolo Outside In) e, ovviamente, Baldwin, i cui nuovi sviluppi siamo curiosi di vedere.

Un ritorno in grande stile, che conferma la qualità della scrittura, della regia e della recitazione di questa serie ancora troppo poco conosciuta.

  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 7/10
    Emozione - 7/10
7.7/10

Summary

Counterpart torna ed è come se non fosse mai terminata, riprendendo le fila, la narrazione e la qualità che avevano contraddistinto l’intera prima stagione. Pochi sviluppi oggettivi, ma un’ottima preparazione del terreno per una seconda run in cui riponiamo notevoli aspettative.

Porcamiseria

7.7

Counterpart torna ed è come se non fosse mai terminata, riprendendo le fila, la narrazione e la qualità che avevano contraddistinto l'intera prima stagione. Pochi sviluppi oggettivi, ma un'ottima preparazione del terreno per una seconda run in cui riponiamo notevoli aspettative.

Storia 8 Tecnica 8 Emozione 7
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