Batwoman | Supergirl | The FlashCrisis on Infinite Earths Part 1: quando a correre non è solo Flash

Crossover Il crossover evento dell'Arrowverse (e non solo) è cominciato. In questa prima parte conosciamo meglio le premesse della trama e i ruoli che in essa giocheranno i nostri eroi, divisi nell'affrontare imprese isolate e monocentriche che si impongono su un disegno complessivo ancora troppo debole.

6.5

La Crisi è arrivata. I tre episodi iniziali del crossover più atteso della CW costituiscono la prima parte di un evento che promette di riscrivere il futuro dell’Arrowverse e di proiettare quest’ultimo verso un nuovo inizio, proprio come era nel concept che ha dato vita all’omonima miniserie a fumetti del 1985. Tuttavia, finora Crisis on Infinite Earths ha ben poco di innovativo e anzi, non fa che ricordare e confermare i pregi e i difetti di un universo televisivo che negli ultimi anni, proporzionalmente alla sua espansione, ha dato sempre più chiari segni di debolezza nella scrittura e nella gestione delle proprie trame, spesso poco originali e trattate con superficialità.

Per adesso, infatti, Crisis racchiude in sé tutti gli stilemi che hanno caratterizzato la narrazione dei crossover CW e che, se da un lato riscuotono gli stessi successi, dall’altro non solo portano ai soliti inciampi, ma privano questo evento televisivo dell’originalità e dell’imprevedibilità in cui avrebbe potuto trovare la propria forza. Innanzitutto, la scansione della trama nei singoli episodi è giustamente significativa e le trame verticali sono strettamente correlate ai personaggi e alle vicende della serie in cui si sviluppano: così gli eventi di Supergirl non possono che riguardare Terra-38, mentre gli episodi di Batwoman e di The Flash diventano rispettivamente le occasioni perfette per approfondire l’ultima arrivata – con tanto di confronto con una versione del celeberrimo cugino – e chiarire la profezia di Monitor circa la morte del Velocista Scarlatto.

Le trame verticali sono strettamente correlate ai personaggi e alle vicende delle serie in cui si sviluppano

Questi macro-focus hanno il merito di dare a turno ai tre episodi un leitmotiv che si imponga sulle altre articolazioni della trama orizzontale, ma il risultato non è sempre quello sperato, soprattutto dal momento in cui quest’ultima comincia ad assumere maggiore centralità e, contemporaneamente, a mostrare con più evidenza le proprie mancanze. Supergirl apre Crisis on Infinite Earths con un episodio convincente e godibile in cui la distruzione di Argo City e l’evacuazione di Terra-38 tengono alto il nostro interesse con una buona dose di pathos, mentre si viene a riunire il primo gruppo di eroi e viene abbozzato il disegno complessivo che sarà poi tratteggiato con maggiore chiarezza negli episodi successivi.

In Batwoman e The Flash si lascia infatti molto spazio all’illustrazione della strategia da adottare, che prevede l’unione di sette Campioni contro Anti-Monitor nel minor tempo possibile, per scongiurare la distruzione di altre Terre: da questa premessa piuttosto minima e che sa di già visto prendono il via numerosi subplot che progressivamente frammentano sempre di più la narrazione, portando ai più marcati difetti di questa prima parte di Crisis on Infinite Earths.

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Anche lo smembramento degli eroi in gruppetti più piccoli e talvolta piuttosto improbabili (lo dimostra il trio Iris-Clark-Lois) non è una novità nei crossover dell’Arrowverse e nei crossover in generale: basti pensare agli ultimi due capitoli della saga degli Avengers, con i quali Crisis condivide più di un parallelismo.

Se l’episodio di Supergirl adotta questa strategia narrativa mantenendo ancora un giusto equilibrio tra coralità e organicità della trama, nonostante la scelta di lasciare offscreen il sacrificio di Oliver sia già sintomo della fretta che pervade questo crossover, lo stesso non si può dire per Batwoman e The Flash, riducibili a un’accozzaglia di missioni secondarie che vengono concluse in un paio di scene sparse, con una velocità che disorienta gli spettatori e costringe spesso a omettere dettagli e a ricorrere alla figura di un deus ex machina. Il risultato è quindi quello di dare a tutti i personaggi uno spazio non sufficiente, preferendo la quantità delle sottotrame alla qualità.

Gli unici a godere del giusto margine di approfondimento sono, come già detto, i protagonisti delle rispettive serie, e in particolare colpisce l’episodio di Batwoman, in cui conosciamo un Batman (interpretato dal doppiatore della serie animata, Kevin Conroy) disilluso e trasformatosi in villain, il cui confronto con Kate aiuterà quest’ultima a non commettere gli stessi errori.

Se invece Barry trae poco vantaggio dal protagonismo nel proprio episodio, è Kara a trovare in The Flash – paradossalmente più che in Supergirl – il proprio spazio d’introspezione, che si concentra sulla sua reazione alla perdita di Terra-38 e sul desiderio di riportarla indietro, mentre aleggia il promettente spettro di un possibile scontro con la donna-pipistrello che gioverebbe tanto al crossover, arricchendolo di ulteriore tensione, quanto alle caratterizzazioni delle due eroine e del loro rapporto. Una menzione d’onore va a Oliver, il cui sacrificio, avvenuto quando meno prevedibile, chiude col botto il primo episodio e rappresenta il culmine del percorso di accettazione del proprio destino compiuto dall’eroe incappucciato nel corso dell’ultima stagione.

Un discorso diverso è quello da riservare ai vari cameo presenti in questi episodi. Dal suo annuncio, su Crisis on Infinite Earths incombeva la spada di Damocle di una serie apparentemente infinita di ritorni e comparse di personaggi provenienti da altre serie supereroistiche, contemporanee e non. La paura che queste incursioni diventassero invasive e togliessero troppo tempo alla trama era quindi ben motivata, eppure anche in questo caso, come negli scorsi crossover, l’uso che si fa di cameo e citazioni è intelligente e moderato.

Holy crimson skies of death!

Alcuni sono talmente veloci da non essere più di semplici easter eggs (pensiamo al cameo di Burt Ward nelle vesti di un vecchio Robin, a quello dei vigilanti di Titans, o al ritorno di Ashley Scott nei panni di Huntress e di Tom Welling e Erica Durance in quelli di Clark e Lois, per arrivare al divertentissimo cameo del Lucifer di Tom Ellis su Terra-666), mentre altri ricopriranno un ruolo maggiore ma comunque ben contestualizzato nell’economia dell’evento, come nel caso dell’introduzione di Black Lightning o del Superman di Brandon Routh come alleati o del ritorno di John Wesley Shipp nei panni del Flash di Terra-90.

A proposito di ritorni, stavolta rimanendo nell’Arrowverse, ci fa particolarmente piacere rivedere Lex Luthor, che già nella scorsa stagione di Supergirl si è rivelato un’ottima trasposizione della celeberrima nemesi dell’Uomo d’Acciaio. Laddove il temibile Anti-Monitor tarda a palesarsi e viene vagamente presentato come il classico megalomane che vuole distruggere il multiverso perché sì, Lex sembra un degno sostituto, con i suoi comportamenti dai tratti macchiettistici ma in realtà studiati e imprevedibili. È proprio un altro dei suoi stratagemmi (che gli eroi avrebbero potuto e dovuto prevedere) a chiudere, insieme allo snap di Thanos alla distruzione di tutte le Terre e le forme di vita, questa prima parte di Crisis on Infinite Earths, che ci lascia quindi con una ben accetta dose di suspense che sarà appagata solo a gennaio.

Si dà a tutti i personaggi uno spazio non sufficiente, preferendo la quantità delle sottotrame alla qualità

La speranza, adesso, è che con gli ultimi due episodi questo crossover passi dalle parole ai fatti: ci auguriamo che gli spiegoni di Monitor siano sostituiti da un ritorno all’azione che renda più palpabile la minaccia della sua nemesi e che la narrazione si faccia meno dispersiva e più organica, dedicando la giusta attenzione non solo al team degli eroi, ma anche a ciò che concerne la trama orizzontale, rendendola più avvincente e chiarendo ciò che finora è stato dato per scontato – le origini dei Monitor o la natura di Harbinger e Pariah, apparsi e scomparsi all’occorrenza per aiutare o ostacolare i protagonisti ma ancora avvolti da un alone di mistero.

  • 6/10
    Storia - 6/10
  • 6.5/10
    Tecnica - 6.5/10
  • 7/10
    Emozione - 7/10
6.5/10

Summary

La prima parte di Crisis si articola in tre episodi in cui la gestione della già poco solida trama orizzontale si fa sempre più confusa e subordinata alle singole missioni secondarie, finendo per frammentare la narrazione. In essa riescono però a trovare spazio alcune trovate interessanti e degli spunti che speriamo vengano sviluppati adeguatamente nella seconda parte, mentre a condire il tutto ci pensa una dose moderata e gradevole di cameo e easter eggs.

Porcamiseria

6.5

La prima parte di Crisis si articola in tre episodi in cui la gestione della già poco solida trama orizzontale si fa sempre più confusa e subordinata alle singole missioni secondarie, finendo per frammentare la narrazione. In essa riescono però a trovare spazio alcune trovate interessanti e degli spunti che speriamo vengano sviluppati adeguatamente nella seconda parte, mentre a condire il tutto ci pensa una dose moderata e gradevole di cameo e easter eggs.

Storia 6 Tecnica 6.5 Emozione 7
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