19921×03 Episodio Tre – 1×04 Episodio Quattro

Si entra nel vivo. Con il terzo e il quarto episodio di 1992, sono finite le presentazioni e l’aver conosciuto i personaggi, i loro caratteri e le loro storie, agevola la visione e il coinvolgimento. Inoltre, finalmente Mani Pulite avanza e arriva a toccare la scena politica. Miriam Leone (Veronica) ci sorprende ancora, con una […]

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Si entra nel vivo. Con il terzo e il quarto episodio di 1992, sono finite le presentazioni e l’aver conosciuto i personaggi, i loro caratteri e le loro storie, agevola la visione e il coinvolgimento. Inoltre, finalmente Mani Pulite avanza e arriva a toccare la scena politica.
Miriam Leone (Veronica) ci sorprende ancora, con una recitazione più che perfetta, soprattutto nel terzo episodio, mentre Tea Falco o la si ama o la si odia: con la sua perenne calma e tranquillità, le sue parole non sempre chiare e il suo biondo non naturale, io la amo.

Il terzo episodio

Leo apre il terzo episodio di 1992, bruciando la letterina minatoria anonima ricevuta per posta nella puntata precedente. Il mittente sarà però presto svelato: di lì a poco, infatti, Leo riceverà una telefonata in cui gli si chiedono 100 milioni di lire per mantenere nascosto il segreto del suo passato. Lui avrebbe ucciso una certa Bianca e chi è dall’altra parte del telefono lo sa e ne ha le prove.

Prove, queste, che il ricattatore ha avuto da Fabrizio, il fratello morente della donna da cui Leo ha avuto la figlia, Viola: concepita da Leo con la donna solo per fare un favore a quest’ultima (che, infatti, sarebbe lesbica) viene pure beccata a scuola a masturbare il compagno di banco.

Tornando al ricatto, però, alla consegna del denaro in Stazione Centrale a Milano, Leo, con uno stratagemma, riesce a scoprire chi è l’uomo che lo ricatta: si tratta di Rocco, collega poliziotto di Luca alla Procura di Milano.

Nel capoluogo lombardo, gli imprenditori arrestati iniziano a fare ammissioni e nomi. Per Antonio Di Pietro:

“L’impero inizia a crollare. Qua facciamo la storia”.

E le immagini reali di repertorio si affiancano a quelle della serie tv, con un Parlamento nervoso e la gente che per strada acclama Di Pietro invitandolo a continuare, a fare pulizia, ad arrestare tutti.

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Anche Michele Mainaghi decide di parlare, dopo un colloquio in carcere con Veronica in cui la invita a lasciare l’appartamento a lui intestato per evitare un ulteriore scandalo. Proprio lei che, nonostante gli sforzi (cioè il trombarsi l’imprenditore) vede sfumare la sua partecipazione a Domenica In (il sogno della sua vita). Veronica si trasferisce allora a casa di Leo. La ragazza sembra disposta a rinunciare alla propria ambizione, alla voglia di tv, di fama e di successo. Per Leo sarebbe disposta a cambiare. E quando Leo, a sorpresa, le presenta un vecchio e bavoso produttore televisivo, la delusione in Veronica è lampante.

In compenso, però, è lei ad aspettare Mainaghi all’uscita dal carcere. L’imprenditore, confessando, si è guadagnato i domiciliari ed è quindi rispedito a casa. Mainaghi avrebbe fatto il nome di un uomo vicino a Bettino Craxi: colui che passerebbe le tangenti intascate al politico italiano numero uno di quegli anni.

L’intensificarsi delle indagini e degli arresti smuove anche Publitalia, guidata da Dell’Utri. Secondo Leo, l’Italia è attraversata dall’eccitazione che si prova davanti al dramma altrui. E’ Tangentopoli quello che interessa alla gente e al pubblico di Fininvest, per questo, secondo Leo, Dell’Utri dovrebbe far cavalcare a Rti il caso di Mani Pulite: per aumentare gli ascolti e i ricavi.

Bibi, che in una scena chiede a Luca se quella notte a casa sua era andato per lei, senza sapere o meno chi fosse il padre, accusa a suo modo il padre di averla resa la persona che è: l’averla tenuta fuori delle responsabilità, della aziende di famiglia e dagli impegni, l’hanno resa insoddisfatta fino alla depressione.

Pietro, con i colleghi della Lega Nord, sbarca a Roma ed entra per la prima volta in Parlamento, dove dimostra di non sapere assolutamente nulla di politica e di attività parlamentare. Subito si rende conto di essere trattato come una scimmietta, quando ai primi voti in aula non ha scelta: tutto il gruppo vota a favore o contro a seconda del dito (all’insù o all’ingiù) del capo gruppo parlamentare della Lega.

Il terzo episodio di 1992 si chiude con i telegiornali che annunciano la notizia della morte di Giovanni Falcone, della moglie e di tre uomini della sua scorta. L’attentato a Falcone induce la Procura di Milano a costituire un vero e proprio pool per proseguire Tangentopoli.

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Il quarto episodio

Dopo un nuovo interrogatorio, Luca accompagna Mainaghi a casa in auto. Durante il viaggio, l’imprenditore appare tranquillo e Luca gli domanda se non si sente in colpa per le morti che ha causato vendendo sangue infetto solo per far soldi. Ma l’imprenditore non sembra per nulla preoccupato.

Nonostante l’obbligo dei domiciliari, Mainaghi esce a cena con Veronica e, davanti a lei, telefona a Silvio, per raccomandargli la ragazza “bellissima e molto brava”.

In Publitalia, Dell’Utri forma un team, di cui fa parte Leo. Lo scopo del nuovo gruppo è quello di capire da che parte sta andando l’Italia perché “se il Paese frana, crolla anche l’azienda”. Leo, che fa palestra con indosso una maglietta con la scritta Ho ucciso Laura Palmer, osserva un’intervista a Berlusconi in tv, in cui l’uomo che ha costruito da solo il proprio impero si racconta. A breve, Leo dirà a Dell’Ultri che la gente vuole Berlusconi. Silvio è il più amato e ammirato tra i giovani: è l’uomo dei sogni, “abbiamo un leader”. Ma Dell’Utri gli ricorda che non si sta creando una nuova formazione politica, che il suo compito è capire da che parte andrà il Paese. Per questo, il team di Publitalia incontra Mario Segni, presentandosi come “un gruppo di moderati preoccupati per il Paese” che vuole sapere se lui, Segni, si renderà disponibile “a guidare la casa dei moderati”. Ma Leo, presentandosi all’incontro con tre puttanelle russe che offre a Segni, provoca lo sdegno del politico (e Leo si sacrificherà facendosi lui le tre ragazze) e del suo capo Dell’Utri. Leo si giustificherà: “Segni non è l’uomo giusto. E l’elettorato non è moderato, ma è snodato: va dove gli tira l’uccello…”.

Quando Rocco chiama Leo per chiedere altri 100 milioni di lire per non svelare il suo terribile segreto, Leo fa capire che sa chi è a ricattarlo e, in un successivo incontro tra i due, registra la conversazione in modo da poterla usare contro Rocco, per evitare di sottostare ulteriormente al ricatto.

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Intanto, rientrando a casa, Veronica trova Mainaghi impiccato. L’imprenditore si è ucciso e Luca sarà tra i primi ad arrivare sul posto, mentre i famigliari, compresa la figlia Bibi, lo piangeranno al successivo funerale.

Luca, inoltre, racconta la verità a Bibi. Racconta che ha l’HIV grazie al sangue infetto commercializzato dal padre per far soldi. Bibi viene anche convocata dall’avvocato del padre che, le anticipa come Mainaghi abbia deciso, nel testamento, di lasciare la maggioranza delle aziende di famiglia proprio a lei, anziché al fratello a cui il padre sembrava tenere di più.

A Roma, intanto, Pietro viene assegnato dal proprio partito alla Commissione Cultura, anche se di cultura non ne sa nulla. E quando prova a ribellarsi, si sente rispondere che le nomine sono già fatte. Quando conosce un deputato democristiano di lunga esperienza, però, capisce di essere stato preso in giro. Pietro accetta i consigli e le lezioni di vita politica dell’esponente di DC (che ben rappresenta i politici ampiamente criticati dalla Lega) e, con un ricatto ai suoi compagni, si fa spostare dalla Commissione Cultura a quella Difesa, cioè “da una commissione in cui non girano soldi, a una in cui invece ne girano parecchi”. E poi, Pietro è pur sempre un ex militare.

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L’episodio si chiude con Veronica che prova a presentarsi nell’ufficio di Silvio – ma viene rimbalzata dalla segretaria perché “non è in agenda, non abbiamo ricevuto nessuna telefonata” – e dalla notizia del suicidio di Renato Amorese. L’esponente del PSI, interrogato qualche giorno prima da Di Pietro, si è ucciso, lasciando documenti, prove e altri nomi alla Procura di Milano, chiedendo, in cambio, garanzie per la moglie e i figli.

I porcamiseria sono 4 su 5. Anche se il terzo episodio si meriterebbe qualcosa in più rispetto al quarto.

Porcamiseria

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