Il nostro regalo natalizio: dieci (e più) serie con cui riempire le ore di noia durante le vacanze natalizie e oltre. Con sorprese, conferme e qualche menzione speciale, tornano gli attesissimi Porcamiseria Awards per l'edizione 2019. E giuriamo che in redazione non abbiamo litigato. Non troppo, almeno.

Disclaimer: per i Porcamiseria Awards sono state prese in considerazione tutte le serie, nuove o recurring, andate in onda nel 2019. Serie andate in onda molto recentemente, come la quarta stagione di The Expanse, sono purtroppo fuori tempo massimo per poter essere prese in considerazione. La classifica è stata redatta in base alle preferenze dei singoli autori della redazione, sommate. Alcune serie che hanno ricevuto voti alti durante l'anno ma che sono state viste da pochi autori non sono quindi riuscite a scalare la Top 10: a loro è dedicata una speciale sezione Fuoriclassifica, che verrà rivelata insieme alla prima posizione.

10.

Orange Is The New Black.

Orange Is The New Black cala il sipario con una stagione potente, di ottimo livello e di estrema attualità. Episodi che spesso lasciano lo spettatore a barcollare per il colpo subito, episodi che fanno male per il modo col quale mostrano con atroce freddezza ciò che succede proprio adesso, e con la consapevolezza che come sempre accade, la realtà supera la finzione. Chiaramente vedremo la fine della trama di Piper e Alex, ma avremo anche notizie da tutte le detenute incontrate in questi anni.
Un finale perfetto che non dimentica nessuno, ricorda agli spettatori quale sia il tema della serie al di là dei rapporti tra le detenute e mantiene altissimo il livello di questa produzione fino all'ultimo.
Ci mancherà.

9.

His Dark Materials.

Tratto dall’omonimo e acclamato romanzo fantasy di Philip Pullman, Queste Oscure Materie aveva il difficile compito di adattare una mitologia particolarmente attenta all’estetica e che aveva già avuto un non ben riuscito tentativo nel film La bussola d’oro. Lo show televisivo, complice una produzione che niente ha da invidiare alla controparte cinematografica, riesce a mettere in scena un adattamento plausibile e piacevole, che mentre muta da una parte i tempi della narrazione cartacea, dall’altra ne rispetta la sensibilità. Oltre ai grandi nomi della produzione (HBO e BBC su tutti), spicca anche il casting di livello, con Dafne Keen come protagonista e una serie di comprimari non da meno (James McAvoy, Ruth Wilson, Lin-Manuel Miranda). His Dark Materials si guadagna quindi il suo posto in classifica perché rispetta le alte aspettative generate dalla commistione di grandi nomi e grande progetto, regalandoci un fantasy moderno e unico rispetto ai canoni tradizionali del genere.

8.

The Mandalorian.

La prima serie live action ambientata nell'universo di Star Wars - nonché titolo di punta e di esordio di Disney+ - è una produzione praticamente ineccepibile a livello tecnico, registico e fotografico, e strizza l'occhio in più di un'occasione ai fan di vecchia data, quasi a volersi far perdonare alcuni passi falsi in ambito cinematografico. L'atmosfera che si respira grida Star Wars da ogni inquadratura, conferendo allo stesso tempo alla serie una propria identità ben precisa, mentre Pedro Pascal riesce quasi miracolosamente a dare espressività a un personaggio del quale non vediamo mai il volto. Certo, non sono tutte rose e fiori nella galassia lontana lontana, e l'eccessivo numero di episodi filler e standalone in una stagione d'esordio di soli 8 capitoli fa scendere The Mandalorian di diverse posizioni e ha il sapore di un'occasione mancata; ma il livello complessivo è talmente alto da meritarsi comunque un posto tra le migliori serie dell'anno.
E poi ovviamente c'è Baby Yoda. (Che non è Yoda.)

7.

Watchmen.

C'erano grandi attese per questa nuova serie HBO, e altrettante grandi paure: una serie ambientata dopo gli eventi della graphic novel -e quindi del film- avventurandosi in un territorio totalmente inesplorato, sarebbe potuto essere un capolavoro o un qualcosa di inguardabile. Per fortuna fin dai primi episodi sorprende con le scelte operate, a livello di personaggi, di tematiche e di sviluppi dell'ambientazione, in un crescendo costante e inarrestabile che la piazza senza tentennamenti tra le grandi sorprese di questo 2019, tra omaggi a graphic novel e film, un'ottima fotografia e scelte coraggiose a livello di trama.

6.

Sex Education.

Sex Education rappresenta il meglio che si può vedere in una serie teen: una comicità mai noiosa, un'irriverenza che non fa storcere il naso, una malinconia dei tempi delle prime cotte e delle insicurezze che fa commuovere e sorridere allo stesso tempo. È Otis a farci da principale accompagnatore nella serie: un adolescente come tanti - ma non troppo - che si ritrova a dare consigli (a pagamento) sul sesso ai suoi compagni di scuola, divenendo un terapista sessuale che risolve i problemi a letto di tutti, tranne che di se stesso. E la sua avventura in questo "nuovo" mondo è tutt'altro che facile, tra il rapporto problematico con sua madre (una vera terapista sessuale) e l'infatuazione per la ribelle Maeve. Sex Education è uno spaccato di vita liceale mai banale e spassoso, adatto a chi non disdegna humour e emozioni della young age.

5.

The Crown.

Anche quest'anno la storia della famiglia reale inglese ottiene successo tra critica e pubblico, grazie ad una terza stagione che partendo dalle due precedenti se ne discosta per esplorare temi nuovi ma anche già affrontati. Peter Morgan sceglie di concentrarsi non più solamente sulla Regina Elisabetta II, ma di ampliare gli orizzonti e di guardare alla famiglia reale tutta intera. Ogni membro quindi diviene pedina di quella magnifica scacchiera che è la monarchia inglese, e ogni personaggio affronta un vero e proprio viaggio di formazione che lo porterà a capire quale sia il suo effettivo ruolo all'interno dell'istituzione più importante di tutto il Regno Unito. Benché la stagione sia stata resa disponibile per intero, noi di SerialFreaks vi consigliamo di gustarvela con calma per apprezzarne ogni singolo dettaglio e momento: dallo stupendo terzo episodio, passando per l'incoronazione di Carlo, fino al magnifico dialogo finale tra Margaret ed Elisabetta. The Crown si conferma dunque una delle migliori serie in circolazione per realismo e qualità di sceneggiatura e dunque assolutamente meritevole di entrare nella nostra classifica: long may she reign!

4.

Good Omens.

L’abbiamo definita una dichiarazione d’amore per un amico scomparso, ma Good Omens è ovviamente molto di più. È una miscela perfetta di ironia, intelligenza, sagacia a supporto di un cast perfetto, in grado di far ridere, sorridere, riflettere e anche un po’ commuovere. Gaiman ha dato tutto se stesso in questo adattamento e il risultato ne è la dimostrazione, sia come qualità che come riscontro del pubblico. Imperdibile.

3.

Chernobyl.

Al gradino più basso del nostro podio si posiziona una miniserie che ha riportato sotto i riflettori un avvenimento drammatico ma di cui spesso si ignorano i retroscena e le conseguenze legali. Chernobyl ha il merito di condividere i risultati di un attento lavoro di ricerca e fare luce sulla vicenda attraverso una sceneggiatura e un comparto tecnico pressoché eccellenti, il cui taglio documentaristico è un’arma a doppio taglio che viene maneggiata con grande abilità. I reali protagonisti sono portati sullo schermo da attori molto capaci (parliamo di nomi quali Jared Harris e Stellan Skarsgård) e i personaggi inediti sono delineati con altrettanta credibilità e trovano il loro giustificato spazio nella narrazione. Il ritmo è necessariamente lento, ma ci si trova di fronte a un prodotto curato nei minimi dettagli che, nonostante la pesantezza tanto strutturale – cinque episodi da un’ora ciascuno, di non sempre semplice fruizione – quanto emotiva, merita di essere visto e lasciato sedimentare, per recuperare almeno parte della verità sul tragico avvenimento e ricordare così le sue vittime.

2.

Stranger Things.

Quest’anno i ragazzi di Hawkins tornano con nuovo slancio, un assetto cittadino rivoluzionato e i conflitti tipici dell’adolescenza. Il Mind Flayer, nemico soprannaturale della terza stagione, è affrontato a compartimenti stagni, con diverse storyline lentamente convergenti, ciascuna con le proprie interessanti peculiarità. Stranger Things posa un nuovo tassello nel puzzle degli anni ’80 negli Stati Uniti, e riesce a rinfrescare la propria narrazione, regalandoci più di una blanda minestra riscaldata e posizionandosi ancora una volta nel podio dei Porcamiseria Awards 2019.

1.

Fleabag.

Dopo due anni di dominio incontrastato da parte dell’ancella più famosa d’America (e non solo), Fleabag conquista la vetta dei nostri Porcamiseria Awards 2019 con una seconda stagione che non è reato definire capolavoro. La BBC fa così nuovamente centro grazie a un’autrice - Pheobe Waller-Bridge - in grado di raccontare temi molto complessi e radicati con ironia e dramma, senza mai far mancare l’intrattenimento. Fleabag riscrive nuovi standard di confronto per tutte le “dramedy” future e passate, scavando un abisso qualitativo immenso con tutti gli altri prodotti “simili”. La storia d’amore più emozionante dell’anno, che non poteva non raggiungere la vetta della nostra classifica.

Fuoriclassifica

La nostra classifica è finita, ma ci sono due serie che non ce l'hanno fatta per un soffio e che, secondo noi, meritano almeno una menzione speciale.

The Boys.

Adattare Garth Ennis per la tv non è un’impresa facile, ma Eric Kripke ha dimostrato che è possibile. Modificando il materiale originale a sufficienza perché la storia fosse fresca e adatta allo schermo, limando pochi (pochissimi) eccessi e in alcuni casi aggiungendone altri si è ottenuta quella che all’apparenza è l’ennesima variazione sul tema supereroistico e che invece è una profonda disamina sul rapporto tra sostanza e apparenza, tra valori comuni e individuali e, soprattutto, sull’estrema difficoltà di restare persone decenti in un mondo che fa di tutto per trasformare in ben altro.

The Umbrella Academy.

The Umbrella Academy segue il filone di serie tv basate su supereroi con una storia scorrevole e coinvolgente, non rovinata da troppi cliché e piena di curiose bizzarrie. Protagonista è una famiglia di prodigi, gli Hargreeves, divenuti famosi per i loro poteri ma separatisi per divergenze nel corso del tempo. Quando un’evento infelice riunisce la famiglia, tornano a galla rancori e ricordi, che mettono in luce tutti i traumi di questi improbabili vigilantes. È così che saranno finalmente costretti ad affrontarli e, inaspettatamente, anche a cercare di salvare il mondo da un’apocalisse incombente. Per chi è affezionato alle comic series, The Umbrella Academy non è assolutamente da tralasciare. La chicca: un Robert Sheehan fenomenale.