Gomorra3×07 Episodio Sette – 3×08 Episodio Otto

Episodio Sette

Il settimo atto di Gomorra introduce una nuova prospettiva sociale, attraverso la quale è declinata l’organizzazione malavitosa. Attraverso il personaggio di Valerio, o chiattillo di Posilippo, infatti viene descritta la clientela più prolifica del commercio della droga: la Napoli bene. La droga di Sangue Blu&Co penetra nelle arterie dei quartieri più benestanti di Napoli, negli studi più prestigiosi, nelle ville più altisonanti. In tal modo, per la prima volta in Gomorra, Napoli non è descritta in modo settoriale, ma nella sua totalità e conseguente complessità. Non più soltanto le periferie decadenti di Secondigliano o i vicoli di Forcella, la linea narrativa ora ingloba anche (e soprattutto) il Vomero e Posillipo, offrendo allo spettatore un ritratto realistico e accurato sociologicamente della realtà napoletana, infrangendo ogni tabù e cliché. Infatti, Valerio agisce proprio sfruttando a suo vantaggio lo stereotipo del ragazzo benestante dei quartieri alti. Grazie al proprio stile e status sociale, inganna le forze dell’ordine più volte e appare la migliore copertura per i traffici illeciti dei suoi soci.

Se da una parte il settimo episodio di Gomorra illustra la variegata stratificazione sociale coinvolta nella malavita (suggestiva la sequenza sul lungomare e via Posillipo), dall’altra presenta come focus narrativo il tema della fiducia, sviluppato in modo bipartito. Se prima viene indagato il rapporto tra Ciro e Genny, sempre più ai margini della narrazione, tale tema diviene centripeto soltanto in relazione alla storyline di Enzo. Esposto in prima persona, leale a Ciro in modo estremo e categorico, rifiuta la proposta di Edoardo Arenella, dimostrando una fedeltà sconosciuta tanto all’Immortale quanto a Genny. Ignaro delle logiche del potere, dei meccanismi della sopraffazione e della arroganza, Enzo segue un codice d’onore che gli impedisce di perseguire un proprio vantaggio personale e tradire i propri soci. Il suo personaggio è già un unicum nella galleria caratteriale di Gomorra, in quanto non è caratterizzato né dalla cieca avidità di O’ track, né dall’astuzia di Ciro e né dall’ingenuità del primo Genny. Proprio per la sua semplicità emotiva e per il suo estraniamento da quel bieco meccanismo del sospetto, Enzo desta curiosità nello spettatore e guadagna, episodio dopo episodio, sempre più protagonismo all’interno del plot. Non definibile attraverso una categoria univoca, lontano da ogni stereotipo scritturale, il suo personaggio è arricchito dal confronto con la sorella Carmela e Maria, che presentano un profilo caratteriale sempre più carismatico ed iconico.

In particolare, Carmela, quasi una napoletana Fiona Gallagher, grazie al suo background familiare e ad una personalità spiccata, potrà ben presto affiancare Scianel e Patrizia nella galleria dei maggiori personaggi femminili di Gomorra, allontanandosi sempre di più dal ruolo secondario di sorella e monito per Enzo. Edoardo Arenella, infatti, le riconosce il ruolo di pater familias, avendo un primo colloquio con lei. Il dialogo tra i due evidenzia l’autorevolezza di Carmela, che viene trattata da uno dei boss più importanti di Napoli Centro con reverenza e mai accondiscendenza. La recitazione cadenzata e l’intensa espressività di Angela Ciaburri definiscono, in modo canonico, il carisma della sua Carmela.

Il settimo episodio di Gomorra pone le basi per la prossima guerra con i confederati, offrendo allo spettatore personaggi, scenari e tematiche che, non più collaterali, si spostano in primo piano, mettendo in ombra gli stessi Ciro e Genny. Chi l’avrebbe mai detto che questo non ci sarebbe dispiaciuto.

Episodio Otto

L’ottavo episodio conferma l’evoluzione della sceneggiatura di Gomorra e la sua progressiva trasformazione in una serie corale, in cui i protagonisti storici condividono tale statuto con altri personaggi. Grazie al moltiplicarsi delle storyline e dei profili personali, il plot building si arricchisce di nuove sfumature, annullando il rischio di una sterile ripetizione di schemi e dinamiche già viste. Pur avendo decimato il cast originario (altro che Game of Thrones), Gomorra ha saputo ben reinventarsi, regalandoci personaggi come Enzo, Valerio e Carmela che – quasi – non fanno rimpiangere Pietro e donna Imma. Ma, cosa più importante, gli sceneggiatori hanno saputo spezzare il circolo vizioso Savastano/Di Marzio, abbondantemente sfruttato nelle scorse stagioni.

La guerra con i confederati è iniziata e grazie all’abile regia dell’Immortale, Enzo e i ragazzi di Forcella hanno dato una dimostrazione non solo di forza, ma anche di astuzia, sconfiggendo, almeno per il momento, il più debole dei boss di Napoli Centro. In questa prima faida criminale, ogni ragazzo ha subito una metamorfosi, abbandonando il ruolo secondario di spacciatore e diventando un autentico malavitoso. Di fronte alla loro prima esperienza di sangue e morte, i ragazzi di Sangue Blu mostrano esitazione, sconcerto e quasi curiosità per ciò di cui sono artefici. Quasi tutti si soffermano sul luogo del delitto per osservare la conseguenza delle proprie azioni, increduli di fronte a quel sangue e a quelle vite spezzate. Acerbi, ingenui, i ragazzi di Forcella siedono ormai al tavolo dei potenti, ma il loro temporeggiare dopo un’esecuzione è il simbolo di un’innocenza che, seppure gradualmente svanita, è recondita nel loro profondo. Non assistiamo alla prepotenza, alla violenza efferata e alla presunzione di O track&Co ( la precedente band giovanile di Gomorra), ma all’esitazione, alla preoccupazione di chi vuol essere grande, senza deliri di onnipotenza.

La trasformazione più affascinante, profonda ed evidente è quella di Valerio. Detto il Vocabolario, membro di una famiglia borghese, il suo primo omicidio lo induce a cambiare, metaforicamente e letteralmente, i propri abiti. Legato da un affetto fraterno a Enzo, negli ultimi minuti dell’episodio, in cui si erge a protagonista assoluto, rinuncia allo spettro di una vita che non gli appartiene, ad un benessere che non ha scelto, ad una laurea che non prenderà mai, e sceglie di affiliarsi totalmente al clan. Il tatuaggio finale è l’ultimo atto di un processo riflessivo che lo induce ad abbandonare la propria comfort zone, in nome di una scelta tanto pericolosa quanto irreversibile.

Negli ultimi minuti dell’episodio, in cui i vicoli di Forcella diventano un claustrofobico labirinto, si avverte un’alta carica di tensione, ben percepibile nei soli sguardi di Enzo, Valerio e Maria. Grazie ad un’ eccezionale caratterizzazione dei personaggi e ad uno sviluppo coerente e originale del plot, Gomorra soddisfa ancora una volta le nostre aspettative, mostrando un modus narrandi solido e senza contraddizioni. La parzialità di Ciro, Genny e Scianel è stata necessaria per la delineazione del profilo di Enzo e Valerio e per definire questa nuova coralità scenica.

https://twitter.com/Gvucci/status/939249674741075968

La musichetta di Gomorra patrimonio dell’Unesco #Gomorra3

— Giuseppe Mosca (@peppemosk) December 8, 2017

https://twitter.com/ClaraApi/status/939440771375206401

Porcamiseria

Ti è piaciuto l'episodio?

0

Mi è piaciuto

0

Tutto!

0

Divertente

0

Porcamiseria!

0

Meh...

0

Che schifo

Commenta l'articolo