Quarto appuntamento con la seconda stagione di The Affair, che ripropone il punto di vista di Helen congiuntamente a quello dell’ex marito Noah, dopo il debole terzo episodio focalizzato sulla coppia protagonista. Ci sono i rapporti genitori-figli al centro di questo episodio: il mutato assetto della famiglia Solloway ha inevitabili conseguenze sulla gestione dei figli, sul modo di rapportarsi a questi ma, per forza di cose, ha ripercussioni anche sulle questioni più propriamente “da adulti”.
Helen
Maura Tierney ci regala un altro splendido ritratto di Helen Solloway, sicuramente il personaggio che sta uscendo meglio da questa seconda stagione, dato anche il limitatissimo spazio dato a Cole Lockhart. In questo episodio la vediamo ancora una volta subìre i contraccolpi dell’abbandono di Noah, uno ad uno, fino evidentemente a raggiungere un punto di rottura.
La prima batosta per Helen avviene in tribunale per la prima udienza sulla separazione: partita sicuramente come favorita, il suo benessere economico ribalta le posizioni, con Noah che adesso potrebbe addirittura ambire a metà di tutto il loro patrimonio. E tutto questo scandito dall’incessante ripetersi della parola “Paramour”, per ben 14 volte, quasi a volerle impedirle di dimenticare, anche solo per un attimo, la presenza di Alison. Cornuta e mazziata insomma. Quasi letteralmente.
Vedere poi il padre comportarsi nello stesso modo in cui ha fatto Noah con lei e affrontare un Max evidentemente troppo preso da lei, sanciscono definitivamente la necessità per Helen di doversi concedere una pausa da se stessa e dalle sue responsabilità. Da qui una serie di sequenze intense, cariche di una sempre maggiore tensione del personaggio, in un incessante crescendo di situazioni al limite del disagio.
Si inizia con una donna non più giovanissima che balla da sola in intimo aggrappandosi ad una bottiglia, che si abbandona a commenti sconvenienti, che abbandona la seggiola di un parrucchiere con ancora la carta stagnola tra i capelli nella frenesia di dover adempiere ad impegni materni non previsti che interrompono questa sua pausa.
Da qui la tensione che cresce: la fretta di raggiungere di raggiungere i propri figli, il senso di colpa per averli lasciati ad aspettare, le urla, gli strepiti, un tamponamento da cui la figlia Stacey rimedia un bernoccolo, la perquisizione della polizia, l’arresto per stato di ebbrezza e possesso d’erba, il ritrovarsi in una cella con puttane e altre povere disgraziate. La sensazione consegnata allo spettatore è quella di un incessante aumento di tensione, l’immedesimazione col punto di vista di Helen è totale. Non avvertiamo minimamente, in questa prima metà dell’episodio, gli effetti dell’alcool e del fumo sulla capacità di discernimento della protagonista, ne sentiamo solamente la frustrazione e vorremmo solo spaccare la faccia a Noah e alla sua crisi di mezz’età. La contrapposizione con quanto mostrato nel punto di vista opposto, nella seconda metà dell’episodio è netta: Helen verrà dipinta come strafatta e ubriaca, la cui unica preoccupazione è rimarcare il suo disgusto verso l’ex marito e le sue riprovevoli azioni.
Noah
In tendenza con quanto visto finora, è sicuramente la parte di Noah la più debole dell’episodio, che ne rimarca, ancora, la mancanza di spina dorsale e l’assoluta necessità di avere dei comprimari che possano reggere la scena.
Prima fra tutti Alison, che mal digerisce il doversi mettere da parte per permettere all’uomo di avere la custodia parziale dei figli, e che mostra, se volete, un’altra debolezza nel loro rapporto, dopo quelli messi in evidenza nello scorso episodio.
La lotta alla custodia sembra, a dirla tutta, più una questione di principio che una reale volontà, dato che la sua incapacità di gestione dei figli è manifesta. La relazione più conflittuale è sicuramente quella con Martin, che più di tutti subisce l’abbandono del padre, in un rapporto ormai incrinato – condito da epiteti quali asshole e dick -, e con disturbi apparentemente psicosomatici a contorno. Una bella prova per il giovane Jake Siciliano. Bravo.
L’ingiunzione del giudice che impedisce ad Alison di stare con i figli di Noah, ci permette di conoscerne la famiglia d’origine, finora mai apparsa. Le scelte dell’uomo non sono viste di buon grado nè dal padre (Mark Magolis, aka Hector Salamanca di Breaking Bad) nè dalla sorella Nina (Jennifer Esposito aka Calista di Mistresses), che senza troppi giri di parole lo mettono di fronte ai suoi capricci da cinquantenne in crisi e che parteggiano apertamente per Helen.
Un buon episodio, tutto sommato, che subisce però troppo la debolezza della seconda metà dedicata a Noah. Importanti sicuramente le riflessioni che si possono fare – è interessante ad esempio vedere come sia Noah che Helen appaiano in qualche modo perdenti in tribunale – a valle delle ripercussioni che l’affair continua ad avere sul micromondo dei due amanti, ma finisce davvero qui. Ricordando anche che The Affair dovrebbe comunque ruotare anche attorno ad un omicidio, quello di Scotty, osserviamo con enorme rammarico la mancanza di elementi significativi che possano aiutarci a dipanare la matassa e ricomporre il puzzle, riconducendolo ad una dimensione puramente drama. Non che avesse velleità diverse intendiamoci, però quella crime è una componente a mio avviso da non perdere di vista e che contribuisce a rendere The Affair un prodotto molto interessante, al di là dello stile narrativo.
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Il trauma nello scoprire che il padre di Noah è Hector Salamanca. #TheAffair
— Bloody Eli (@Lostinblondie) October 28, 2015
Anche io nella mia camera voglio ballare come Helen in intimo e bevendo vino, ma non posso perchè i miei vicini mi vedrebbero#TheAffair
— Ale (@Ales94a) October 27, 2015
Whitney puttanella costante intramontabile di #TheAffair
— Primo (@tolkien_wars) October 27, 2015
Maura Tierney è talmente brava che mi lascia senza parole… *le lancia premi* #TheAffair Facciamo più Helen e Cole POV e proprio addio Noah
— four alarm fire ~ (@whofflepuff) October 27, 2015