Alias Grace1×02 Part 2

Un tumulto di emozioni continua a definire i contorni della storia di Grace Marks, in cui finzione ed eventi reali sono abilmente mescolati. Il mondo vittoriano che fa da sfondo al prosieguo del racconto al dottore affascinato ci mostra gli eventi quotidiani di una ricca tenuta, attraverso gli occhi di una protagonista ancora “innocente”, che si perde piacevolmente nei primi sentimenti di amicizia e appartenenza, e alla quale il dolore non è mai risparmiato.

8.3

La visione del secondo episodio di Alias Grace non fa che incrementare la curiosità dello spettatore, che non può che accontentarsi dei frammenti di storia recuperati dalla memoria di una protagonista ancora intenta a celare tutto quello che, a ricordarlo, farebbe troppo male e danneggerebbe la sua immagine agli occhi del dottor Jordan.

Ci si aspettava l’approfondimento dell’intenso rapporto tra Grace e Mary Whitney, l’innegabile protagonista di questa parte del passato di Grace, incantata dai modi sfrontati, divertenti e incuranti di qualsiasi giudizio della compagna. I flashback si focalizzano sugli eventi chiave di un’amicizia disinteressata ispirata al sacrificio, che tutti desidereremmo. Grace darebbe qualsiasi cosa pur di vedere il sorriso sul volto di Mary, e lo si vede nel banale dono di una mela per gioco o nel considerevole prestito per una causa importante. La velata invidia di Mary nei confronti di Grace non le impedisce di fornirle sinceri consigli e tutto quello che possiede, a sua volta. L’unione di una persona che la vita l’ha già pianificata per filo e per segno, dal matrimonio al nome dei futuri animali domestici, e di un’altra a cui manca la chiarezza di idee e non sogna del futuro, funziona e vuole solo far illudere che la conclusione possa rivelarsi positiva. Nel mezzo dell’idillio tutto al femminile, basta che si metta in mezzo un uomo e tutto va allo scatafascio.

L’odio e la paura nei confronti dell’uomo permeano la maggior parte dei dialoghi, a voler sottolineare quanto la comparsa dell’elemento maschile nella vita di una donna immacolata possa condurla, volente o nolente, alla sciagura quando le carte giocate sono l’ingenuità e la poca accortezza.

Men are liars by nature. They’ll say anything to get what they want out of you.

Il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta di Grace comporta dunque la necessità di prestare attenzione a qualsiasi uomo compaia nella sua vita per influenzarla. Se Mary fallisce miseramente in questo compito – e da notare come questo fallimento la conduca al peggiore degli esiti – si spera che Grace faccia l’esatto opposto, avendo imparato a sue spese, fin troppo duramente, dalla tragica esperienza della compagna. Come si approccerà dunque, in futuro, all’ambulante Jeremiah (Zachary Levi, quanto ci era mancato!), che già è stato colpito da lei e già ha provato a influenzarla con profezie dolceamare e segnali d’intesa? Sarà lui l’amato J nella vita di Grace?

E agli interrogativi più frivoli si alternano gli amari pensieri sui mancati diritti di una donna che, ritrovatasi in attesa, non sembra avere altra scelta che rinunciare ai propri sogni, quando l’uomo ha detto no. Appare forse esagerato che l’esito di una vicenda amorosa andata male possa essere la morte, ma l’estremizzazione è solo un modo per accentuare ulteriormente il bisogno di non concedersi mai in preda a illusioni o fantasie. I sentimenti devono andare di pari passo con la realtà, non con i sogni. E’ questa la lezione da imparare. E ce lo insegna anche la storia, con una Ribellione nata per proteggere le libertà e i diritti dei canadesi più poveri, deboli e mai rispettati, che non ottiene un lieto fine.

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Sorprendentemente, nel presente, è un uomo a dover fare attenzione ad una donna. Il caro Simon Jordan è, troppo frettolosamente, già perso in fantasie sulla sua paziente e oggetto di attenzioni da parte di una padrona di casa che, alla minima gentilezza, si scioglie. Merita sicuramente più spazio la sua storyline, sebbene il gioco di sguardi paziente-dottore sia magistralmente eseguito con primi piani e rapidi cambiamenti espressivi. Ci si chiede se anche Grace sia già finita nella tela del ragno o se finga ancora una volta. Probabilmente continueremo a chiederci fino alla fine quanto di quello che sceglie di raccontare sia verità o menzogna. È interessante l’introduzione di un inaspettato elemento soprannaturale: l’anima di Mary è veramente in grado di “comunicare” con quella di Grace oppure si tratta di banali allucinazioni dovute allo shock? E’ Mary o Grace quella che si risveglia e si perde in discorsi apparentemente privi di alcun senso prima di ritornare nell’oblio?

L’interiorità più nascosta di Grace è una conoscenza proibita bramata tanto dal dottore quanto dallo spettatore, e l’episodio promette futuri approfondimenti sia su temi strettamente psicologici, sia su quelli che potremmo definire gli esoterismi dell’epoca.

La curiosità, la suspense e le continue turbolenze emozionali non sono gli unici fattori a rendere Alias Grace un prodotto televisivo di livello. La fotografia continua a superarsi con frequenti inquadrature ai curati dettagli dei tessuti, che compaiono in varie forme praticamente ovunque nella storia. L’espediente narrativo di mostrarci la famigerata entrata della cantina, luogo del misfatto, accresce la suspense ed è un chiaro segno di quanto nulla, da un riferimento nei dialoghi a una rapida inquadratura, sia lasciato al caso. E non può che far piacere, per chi ha scelto di assaporare anche la lettura del romanzo della Atwood, la perizia nel rispettare quasi ogni aspetto della storia, specialmente i personaggi e i riferimenti agli eventi storici.

Ma se è vero che i più deboli non vincono quasi mai, continueremo a chiederci se una luce, o quantomeno uno spiraglio, possano comparire all’interno della vita di Grace almeno nel presente, o in un futuro più roseo di quanto ci si aspetti.

Porcamiseria
  • 7.5/10
    Storia - 7.5/10
  • 9/10
    Tecnica - 9/10
  • 8.5/10
    Emozione - 8.5/10
8.3/10

In breve

Il secondo episodio di una serie alla scoperta del passato di una donna, che non può ancora definirsi colpevole o scagionata, interessa, emoziona e non fa che farci desiderare di più. L’ottima recitazione della Gadon, la fotografia e una storia pungente, seppur con qualche sbavatura, convincono ulteriormente sulla validità del prodotto. Da continuare a seguire con avidità!

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Porcamiseria

8.3

Il secondo episodio di una serie alla scoperta del passato di una donna, che non può ancora definirsi colpevole o scagionata, interessa, emoziona e non fa che farci desiderare di più. L’ottima recitazione della Gadon, la fotografia e una storia pungente, seppur con qualche sbavatura, convincono ulteriormente sulla validità del prodotto. Da continuare a seguire con avidità!

Storia 7.5 Tecnica 9 Emozione 8.5
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