American Crime Story1×08 A Jury in Jail

Una diversa visione del processo e l'incredibile svolta di Robert Kardashian in una delle puntate più introspettive della serie.

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A Jury in Jail ripercorre in maniera piuttosto simbolica le fasi più importanti del processo da un’inedita prospettiva, quella dei giurati.

Si passa in alcuni frammenti dall’euforia iniziale di prendere parte a qualcosa di così importante, e di conseguenza ai comfort che ne derivano, al profondo senso di solitudine e di oppressione comune a tutti i membri della giuria. L’essere parte del processo si tramuta per tutti in una sorta di prigionia, soprattutto per via della sua durata e della sua complessità. I membri della giuria sono lontani da casa, lontani dalla propria famiglia, costretti a delle dure tempistiche, ma soprattutto bersaglio dell’accusa e della difesa che, competendo l’uno contro l’altra, cercano di accaparrarsi le simpatie di alcuni eliminando gli elementi di disturbo.

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Problemi penali passati inosservati e situazioni più complesse diventano quindi il pretesto per Marcia Clark di riguadagnare terreno dopo l’umiliazione a causa della prova dei guanti. Cochran però non resta a guardare e si dà da fare per rispondere allo stesso modo. Il tutto diventa simbolicamente l’emblema dell’intero processo: una situazione sempre più difficile, un’accozzaglia di voci e strade da percorrere, che trovano nell’esasperazione del giudice la propria espressione. Più volte nel corso dell’episodio l’enfasi cade sulle diverse prove – il DNA dell’imputato praticamente ovunque, mica sciocchezze – che al giorno d’oggi verrebbero ritenute schiaccianti e sufficiente a condannare un uomo, ma che per via della fama di O.J. e soprattutto per l’abilità dell’accusa sono passate in qualche modo in secondo piano. L’odio ingiustificato nei confronti della Clark e qualche passo falso hanno contribuito poi a rendere il processo un vero e proprio teatro in cui esibirsi dimostrando le proprie abilità.

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La puntata non va molto avanti con la trama, probabilmente perché gli ultimi due episodi saranno intrisi di succosi avvenimenti, ma abbiamo ugualmente modo di assistere al grande cambiamento di Kardashian, l’unico a cui sembra importare della vita della povera Nicole, stroncata brutalmente. È il solo a capire che ciò che si cela dietro il caso è fin troppo sospetto e capisce come O.J sia una persona che non deve più avere un ruolo nella sua vita e in quella della sua famiglia; è come se d’un tratto Robert si sia svegliato dal coma profondo degli anni precedenti e abbia realizzato che colui che riteneva suo amico sia in realtà una persona da cui tenersi lontani, soprattutto per via delle orribili giustificazioni che dà durante le prove della sua testimonianza riguardo alla violenza fisica nei confronti della moglie. L’incredibile lealtà di Kardashian, che l’ha portato anche a rimettersi in gioco professionalmente, svanisce improvvisamente e in qualche modo il suo pianto liberatorio è il frutto di un lungo processo che l’ha portato a guardare quella verità che è sempre stata davanti ai suoi occhi in modo diverso.

Abbiamo più o meno un quadro preciso di ciò che accade all’interno della giuria: alleanze ben precise, alienazione, caos. In una serie di scene piuttosto delicate l’episodio riesce a darci un’immagine delle diverse situazioni. L’isolamento è l’unica cosa che accomuna queste persone, così diverse per motivi etnici, sociali e molto altro. Tutti iniziano a non poterne più, tutti hanno bisogno di evadere da quella che è diventata una vera e propria nuova vita. Il processo non sarebbe dovuto durare così tanto ed è forse anche per questo che i membri della giuria si sentono continuamente sotto l’occhio indiscreto dei media e perseguitati dalle diverse guardie. La situazione è sempre più instabile, ognuno di loro ha trovato il proprio modo di sopravvivere, ma c’è chi invece ha un crollo nervoso e ha bisogno di scappare. Anche in questo gli autori della serie sono bravissimi a rendere credibili – ma soprattutto veritiere – le diverse emozioni provate.

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La struttura della serie rimane pressoché invariata: un focus molto accurato su entrambi le parti coinvolte nel processo ed una precisa analisi delle emozioni dei personaggi, anche di quelli minori come i giurati, tutti più o meno in preda ad una crisi. Manca davvero poco alla fine e a qualche passo dal traguardo possiamo dire con assoluta certezza che American Crime Story è la più grande novità della programmazione di quest’anno.

3.5

 

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