AtypicalAtypical Season 3: pinguini che cambiano piume e serpenti che si mordono la coda

Season Recap Mentre Doug e Elsa riflettono sul loro matrimonio e Casey cerca di comprendere i propri sentimenti, Sam comincia il college e affronta nuove sfide all'interno e all'esterno di esso, in una terza stagione che intrattiene e commuove, pur perdendosi a volte in una monotonia evitabile.

6.7

La terza stagione di Atypical, perla nascosta nel catalogo Netflix che merita di essere recuperata da tutti, è ora disponibile sulla piattaforma e il binge watching è pressoché inevitabile, data l’eccellente qualità delle prime due stagioni, in cui si univano alle risate insegnamenti profondi e trame toccanti.

Nel tornare alle vicende della famiglia Gardner e dei personaggi che vi ruotano attorno, passiamo innanzitutto per una season première di raccordo, in cui attraverso una veloce panoramica dell’estate trascorsa nella finzione narrativa vengono gettate le basi per i successivi sviluppi della storia. Già da questi scorci estivi è possibile intravedere due tendenze nei percorsi dei personaggi: alcuni si avviano a passo deciso verso nuovi orizzonti mentre altri restano alle prese con questioni non risolte, e questo schema rimarrà pressoché invariato nel corso degli episodi.

Dopo la difficile ricerca nella scorsa stagione della strada migliore per sé, è arrivato per Sam il momento di iniziare il college, affrontando un passaggio che, si sa, non è mai del tutto agevole. Nella prima metà della stagione, dunque, ci si concentra sulle difficoltà incontrate dal protagonista nell’adattarsi all’ambiente, ai metodi e ai ritmi del college e su come egli riesca a superarle, approfittando di questo per introdurre nuovi personaggi secondari – che si riveleranno funzionali in alcuni momenti della trama – e, soprattutto, per mostrare attraverso gli occhi di Sam situazioni comunissime per un ragazzo della sua età, nelle quali lo spettatore può ritrovarsi ed empatizzare con il personaggio.

Atypical ci mostra in modo ironico e talvolta bizzarro situazioni e emozioni con cui probabilmente chiunque ha avuto a che fare

Quando Sam riesce a integrarsi in questa nuova realtà, l’attenzione si sposta sul suo rapporto con Zahid: il ragazzo sta a poco a poco perdendo quell’eccentricità che lo ha sempre distinto per compiacere la nuova fiamma (quasi la donna della sua vita), che esercita su di lui un’influenza tossica. La scoperta da parte di Sam che la ragazza ha rubato un prodotto da Techtropolis e la conseguente sua decisione di rispettare le regole e denunciarla non può quindi che compromettere gravemente l’amicizia tra i due colleghi.

Questo subplot risulta vincente per diversi motivi: in primo luogo per la componente emotiva, una tristezza di fondo nell’assistere all’allontanamento tra i due amici e alla trasformazione del simpatico “guru” quasi in un estraneo che arriva addirittura a ferire Sam sminuendo la sua relazione con Paige; poi per l’impatto sullo stesso Sam, che si ritrova smarrito senza la sua guida e allo stesso tempo rimane convinto della propria decisione, vivendo sulla propria pelle il concetto di dilemma morale che tanto aveva trovato difficile da comprendere durante le lezioni di Etica. La conclusione di questa vicenda è scontata sin dall’inizio, eppure nell’ultima puntata rimaniamo soddisfatti dalla crescita cui questo incidente di percorso ha spinto i due personaggi e dall’interessante focus su un rapporto che finora avevamo dato per scontato.

Se il percorso di Sam nel corso della stagione funziona, lo stesso non si può dire per le storyline degli altri componenti della famiglia. Elsa e Doug, infatti, sono ancora alle prese con la crisi matrimoniale scatenata dal tradimento della prima e, adesso, complicata dallo spettro di un flirt del secondo con un’altra donna: nonostante apprezzabili momenti di introspezione di entrambi i coniugi e un’evidente maturazione da parte loro (in particolare di Elsa, che sta imparando sempre più a lasciare ai propri cari il loro spazio), insistere così a lungo su una dinamica già centrale nella scorsa stagione è stata forse una scelta poco felice da parte della sceneggiatura, che perde l’occasione per proporre nuovi spunti di approfondimento dei due personaggi.

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Delle stesse – o quasi – debolezze soffre anche la storyline di Casey, incentrata quasi esclusivamente sui dubbi della ragazza riguardo i propri sentimenti. Era infatti palese già al termine della scorsa stagione l’introduzione di un feeling tra lei e la compagna di scuola Izzie, con tutte le inevitabili conseguenze che questo comporta sulla relazione con Evan: questo triangolo amoroso è certamente un buon pretesto per studiare meglio il rapporto di Casey con sé stessa e con i due comprimari e portare allo stesso tempo sullo schermo un’altra situazione molto comune soprattutto nel periodo dell’adolescenza, ma avremmo preferito una sua riduzione in termini di minutaggio, piuttosto che arrivare al termine della stagione annoiati dall’ennesimo tira-e-molla tra le due ragazze.

Fortunatamente, però, l’ottima costruzione del personaggio, che sotto la scorza da “dura” nasconde una profonda saggezza e un forte istinto alla comprensione e alla protezione di chi la circonda, non va del tutto sprecata, e ancora una volta dà il meglio nei momenti famigliari, negli attriti ormai comici con la madre (particolarmente interessante è notare come la ragazza, prima così inflessibile nei confronti del tradimento della madre, si ritrovi ora a vivere la stessa situazione) e nei – troppo pochi – momenti di confidenza e scambio di consigli con il fratello.

Come al solito, invece, non deludono i personaggi secondari: nonostante una punta d’amarezza rimanga nel sottoutilizzo di Julia, Evan e Paige si ritagliano lo spazio necessario a raccontarci i loro problemi, in particolare una condivisa paura riguardo il proprio futuro. Il primo, infatti, è afflitto da grosse indecisioni sulla strada da intraprendere a livello professionale e il suo subplot – ovviamente quello slegato dalla storyline di Casey – si concentrerà proprio su questa sua ricerca, oltre a concedersi un gradito cenno al suo background famigliare.

Per quanto riguarda la seconda, l’attenzione non è tanto sulla ricerca di uno scopo, quanto sulla difficoltà ad accettare il fallimento dei progetti di una vita e, quindi, la situazione di instabilità in cui si è improvvisamente ritrovata: in questo senso l’approccio di Paige al college fa da contraltare a quello di Sam e la narrazione si diverte a giocare con le aspettative dello spettatore, convinto – forse per colpa di qualche inconscio stereotipo – che a incontrare maggiori difficoltà sarebbe stato il protagonista. Inoltre, il merito maggiore che riconosciamo a questo segmento narrativo è quello di aver dato maggiore tridimensionalità a un personaggio che sin da subito ci ha conquistati con la sua solarità e la sua grinta, mostrandoci anche alcune sue insicurezze che supererà grazie a un toccante discorso a cuore aperto con Casey e a un gesto d’amore da parte di Sam.

Non sono una pianta grassa. Quando poti una pianta grassa puoi ripiantare il pezzo tagliato da un’altra parte e questo metterà le radici e alla fine la pianta ricrescerà più forte e rigogliosa di prima. Pensavo che anche per me sarebbe stato così, ma le mie radici non hanno germogliato.

In conclusione, la terza stagione di Atypical si mantiene su un buon livello ma non raggiunge gli ottimi risultati delle precedenti: se da un lato il lodevole equilibrio tra drammaticità e ilarità continua a permettere alla serie di intrattenerci e darci allo stesso tempo stimoli per riflettere, dall’altro esso non è valorizzato a pieno dalla costruzione di alcune trame e dalla loro gestione a tratti ripetitiva e poco originale.

  • 6/10
    Storia - 6/10
  • 6.5/10
    Tecnica - 6.5/10
  • 7.5/10
    Emozione - 7.5/10
6.7/10

Summary

Atypical dimostra di riuscire ancora a coniugare risate e commozione, momenti paradossali e riflessioni sulla quotidianità ma, se alcune trame funzionano puntando su nuovi approfondimenti dei personaggi e nuove dinamiche, altre sono diluite e mal gestite, finendo per risultare ripetitive.

Porcamiseria

6.7

Atypical dimostra di riuscire ancora a coniugare risate e commozione, momenti paradossali e riflessioni sulla quotidianità ma, se alcune trame funzionano puntando su nuovi approfondimenti dei personaggi e nuove dinamiche, altre sono diluite e mal gestite, finendo per risultare ripetitive.

Storia 6 Tecnica 6.5 Emozione 7.5
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