Better Call Saul3×08 Slip

In un episodio che gioca con le debolezze dei suoi protagonisti, Better Call Saul continua a mostrarci la lenta discesa nelle tenebre di Jimmy McGill. Nel frattempo, Nacho attua uno scambio vitale per il suo futuro, in una sequenza al cardiopalma, mentre Mike non sa che farsene di tutti quei soldi.

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Quella di Jimmy McGill non è solo una scivolata letterale, schiena a terra e dolori lancinanti provocati da una situazione da lui stesso creata ad arte. La sua è anche una scivolata lenta e inesorabile verso il vecchio Slippin’ Jimmy, già abituato a incunearsi nelle pieghe rischiose di ogni situazione per lui potenzialmente vantaggiosa. In un meccanismo collettivo, anche tutti gli altri personaggi scivolano inesorabilmente nelle loro naturali collocazioni, finché la sensazione di equilibrio precario non si trasformerà in definitiva, inevitabile caduta.

È il fiuto per le occasioni che Jimmy non smette mai di avvertire, sovvertendo persino la sua situazione di svantaggio al negozio di strumenti musicali con metodi meno che ortodossi, e che lo colloca in diametrale contrapposizione con il padre: la sua ingenuità e onestà sono sempre state avvertite da Jimmy come un enorme difetto, e non solo da lui; la lezione da imparare è semplice, cioè che la rettitudine morale non paga, anzi finisce per farti sembrare ridicolo agli occhi del furbo. Jimmy, ne abbiamo già avuto ampia dimostrazione, è pericolosamente volubile all’opinione altrui, per cui non stupisce che anche per lui la condotta ingenuamente onesta del padre sia una caratteristica non meritevole di esaltazione.

Il cold opening di “Slip” è dedicato al padre di Jimmy, indirettamente, ma ci offre anche una finestra sul ritorno ai vecchi fasti del protagonista attraverso l’embrione di quello che sarà Saul Goodman; l’enorme differenza tra Slippin’ Jimmy e Saul Goodman è tuttavia evidente, poiché laddove Slippin’ Jimmy agisce in maniera illecita senza altro motivo se non il brivido e la genuina soddisfazione personale, Saul Goodman nasce dai recessi più oscuri di Jimmy, inasprito e irrobustito dalle continue ingiustizie imputabili al fratello Chuck.

Anche Chuck si muove dal fondo del suo barile, prova a recuperare forza di volontà, ma soprattutto prova a guarire dalla sua ipersensibilità all’elettromagnetismo con rinnovato vigore. Sappiamo che è tutto merito di Jimmy, ultimo fiocco di neve prima della valanga, ma riconosciamo anche a Chuck una grossa partecipazione nel suo processo di guarigione. Il problema di Chuck, più di ogni altra idiosincrasia, è il suo preoccupante mindset: il McGill maggiore, in una mossa che sarebbe in realtà molto tipica di Jimmy, vuole prendere la strada più breve, sforzandosi e spingendo i confini della propria resistenza. Non sappiamo a che pro lui spinga verso questo esito, ma un’azione inusuale per una persona così metodica supporta inequivocabilmente il profondo cambiamento in atto nel suo personaggio.

Chuck potrebbe cadere a causa della scelta di affrettare i suoi tempi di guarigione, così come Jimmy potrebbe cadere a causa del suo orgoglio, che lo spinge a pagare le sue spese anche quando non potrebbe permettersi di sostenerle. Contrastando la dicotomia che li ha sempre contraddistinti, stavolta Jimmy e Chuck abbandonano le precedenti sicurezze pratiche, osano e si spingono uno verso il cuore della propria comfort zone, uno verso i suoi margini più pericolosi e magnetici in una strana, antipodica analogia. Kim si trova anch’essa ai margini della propria zona sicura, tra potenziali nuovi lavori e accesi confronti con l’ex datore di lavoro Howard: probabilmente anche lei sta scivolando fuori controllo, troppo dedicata a provare a se stessa la propria validità professionale da capire quando è il caso di dire basta.

L’altro grosso nodo nevralgico di questa stagione di Better Call Saul è la risoluzione del conflitto di Nacho contro Hector Salamanca, e a lui è dedicata la sequenza da nervi a fior di pelle dell’episodio. L’eccellenza di show come questo è sotto gli occhi di tutti durante la prova di coraggio di Nacho con la confezione di medicinali: se le prove fatte in autonomia comunicano attenzione e coscienza di sé – nonostante non faccia centro nella giacca – il reale tentativo è fatto di mani tremolanti, palmi sudati e respiro affannoso. Noi spettatori abbiamo il cuore in gola lungo tutto il processo e, a mente fredda, siamo pronti a dare a Michael Mando una montagna di Grammy per una resa così incisiva, dettagliata, e impeccabile del suo personaggio.

Better Call Saul ama giocare con le nostre sicurezze quasi quanto ama giocare con quelle dei suoi protagonisti. Le evoluzioni a cui assistiamo sono spiazzanti, ma inevitabili, in una narrazione fatta di discese e risalite scivolose lungo il sentiero della coscienza individuale. Il risultato finale per “Slip” è un episodio a tratti psicanalitico, nella sua capacità di analizzare minuziosamente i tratti distintivi di ogni personaggio, dall’orgoglio di Chuck e Kim, all’incapacità di Jimmy di fuggire dalla sua indole truffaldina, fino alla mania di controllo di Mike. 4.5 Porcamiseria su 5.

4.5

 

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Alcune Osservazioni

  • L’inquadratura migliore in “Slip” è offerta da Francesca, che tutti credevamo integerrima. La vediamo sfogliare una rivista appena prima di essere quasi colta in flagrante da Kim.

  • L’abilità verbale con cui Jimmy intorta il responsabile dei servizi sociali è 100% Saul Goodman, da brividi.
  • Mike è in mezzo al deserto e fa cose in assoluto silenzio. Non è chiaro dove voglia andare a parare ritrovando il cadavere del tizio ucciso dal corriere di Salamanca, ma è sempre un piacere osservarlo al lavoro.

https://twitter.com/SilentMirror_/status/872016063365623809

 

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