Better Call Saul3×09 Fall

In Better Call Saul ogni protagonista frana verso la propria rovina, intrappolato in una forma mentis tossica e dannosa. Jimmy, Mike, Kim e Chuck ci conducono al finale di stagione con un episodio eccellente e ricco di avvenimenti fondamentali.

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La valanga in Better Call Saul è arrivata con un episodio di anticipo. “Fall” racconta di decisioni drastiche e delle loro ricadute morali e pratiche sulle parti interessate, ma ci mostra anche come la forma mentis di ogni protagonista porti con sé rischi, opportunità e idiosincrasie. È un episodio dalla densità narrativa inusuale per i ritmi della serie, ma non privo di un’adeguata dose di riflessioni.

La tessera del domino abbattuta da Jimmy in “Expenses” ha innescato quella che potrebbe potenzialmente essere la rovina di Chuck, sul piede di guerra con i consulenti assicurativi prima e con il socio storico Howard poi. L’elemento peculiare, in questa come in altre situazioni che lo coinvolgono, è l’assoluto e categorico orgoglio che investe Chuck nel momento in cui porta se stesso davanti alla legge: non è infatti contemplata la resa davanti alle accuse di Howard – prima morbide nei toni e successivamente inflessibili e categoriche -, nemmeno se a farle è un caro amico e collega che pensa al bene dello studio, e non lo si può biasimare.

Il fratello di Jimmy è conscio della sua abilità legale, e non esita a utilizzarla credendo di elevarsi moralmente al di sopra di tutto e tutti, poco importa se così facendo lascerebbe la HHM in bancarotta; la sua scala di valori è viziata dal suo concetto di legge, e ciò mostra un quadro psicologico del personaggio in cui il suo sconfinato orgoglio supera in patologia persino il suo disturbo psicosomatico. Il cocktail mortale che condurrà alla rovina se stesso e il suo studio è fatto di questo, una combinazione di condizioni debilitanti, superbia e orgoglio malcelato, tanto da costringersi all’esposizione a campi magnetici per mostrare a Howard di essere perfettamente sano.

Chuck non è l’unico a essere in trappola nella propria forma mentis, poiché anche Mike è messo alle strette dalla soluzione proposta da Gus Fring per riciclare denaro. La conoscenza con Lydia è circospetta, fatta di mille domande e incertezze, nel momento in cui si prospetta il suo inquadramento alla Madrigal con tanto di documenti ufficiali; come Chuck, Mike fa della propria sicurezza di sé una caratteristica definitoria, e non sopporta l’idea di essere sottomesso a regole castranti e a suo dire pericolose.

Persino Kim finisce per pagare le conseguenze dei suoi ritmi lavorativi disumani: il montaggio della sequenza finale sulla sua auto ci fa trasalire, ed è impressionante l’efficacia con cui questo minimo, ma importante dettaglio tecnico riesce a farci immedesimare nella sua situazione; come in “Expenses” nella sequenza del pisolino in auto, la vita di Kim procede cercando di domare colpi di sonno e risvegli bruschi, il suo blackout è anche un blackout nel fluire del suo viaggio in auto, improvvisamente interrotto da una deviazione contro le rocce. Con lei abbiamo lo shock adrenalinico, ma abbiamo anche un ritratto desolante di un personaggio ormai sfiduciato dal punto di vista umano che non può fare altro che buttarsi a capofitto in quello che le riesce meglio. Figuriamoci se c’è tempo per dormire.

Il cerchio si chiude con Jimmy, ormai perfettamente investito nell’alter ego Saul Goodman, tanto da riuscire a ingannare un gruppo di anziane amiche per proprio tornaconto personale. La morale fatta a Howard scricchiola sotto il peso della sua totale assenza di compassione, ma il bisogno di soldi di Jimmy è talmente pressante da fargli commettere le atrocità che vediamo. Prendersi gioco di una persona anziana è l’estremo rimedio per l’estremo male di Jimmy, eppure siamo ancora in grado di compatirlo, vista l’ambiguità dei suoi atteggiamenti: complice l’estremo talento di Bob Odenkirk, non riusciamo a comprendere appieno quanto della sceneggiata di Jimmy sia freddo e calcolato e quanto abbia un retrogusto di reale dispiacere.

“Fall” prepara il terreno per il season finale con delle scene eccellenti, dimostrandoci quanto gli autori di Better Call Saul siano in grado di offrire episodi di altissima qualità anche quando pieni zeppi di avvenimenti. L’eccellente scrittura di Gilligan e Gould e il loro amore per i dettagli è ormai un elemento scontato, stavolta impreziosito dal fattore shock dell’incidente di Kim – e dal mancato infarto di Hector, che ci fa dubitare della strategia di Nacho – portandoci senza indugi a dare voto pieno all’episodio.

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Alcune Osservazioni

  • I frame migliori dell’episodio sono dedicati a Jimmy e alla metodicità del suo piano: si parte dal selezionare i biscotti da offrire alla signora Landry, fino al bagagliaio pieno di scarpe da ginnastica, per finire con i numeri del bingo riempiti di metallo. Tanto ingegno va premiato!

  • Non si può ignorare il “ritorno” di Zafiro Añejo, la tequila che Jimmy vorrebbe usare per celebrare il successo con il caso Sandpiper. Il liquore è già apparso nell’episodio “Switch”, ma soprattutto verrà usato in Breaking Bad durante la scena dell’avvelenamento a Don Eladio nella quarta stagione.

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