La sequenza onirica che apre il quinto capitolo di Big Little Lies ci fa immergere pienamente nell’atmosfera della puntata. Nell’iconografia della serie, molto spesso la realtà si fonde con la dimensione del sogno, dell’immaginazione e del ricordo, rendendo la verità del reale solo una delle mille sfaccettature possibili.
L’episodio ha una struttura circolare: vediamo le giovani protagoniste che abbracciano i propri figli all’ingresso della scuola, piene di speranze nell’avere di fronte a sé il riflesso del futuro. Ma il presente è ben diverso, colmo di paure, insicurezze e sensi di colpa da superare. Big Little Lies ci mostra in maniera impeccabile come l’universo femminile provi a destreggiarsi nelle sfida delle difficoltà quotidiane: abbiamo donne complici, unite, guidate da un forte senso di appartenenza. Celeste e Madeline incarnano questo ideale di amicizia, le vediamo correre al fianco di Jane, finalmente non più sola di fronte al baratro – reale o immaginario – delle proprie paure. Questo starle accanto in maniera prepotente ma non invasiva è la salvezza di una ragazza fragile come Jane, la cui unica roccia a cui aggrapparsi fino al momento era stata il sentimento di vendetta provato nei confronti del proprio aggressore (oltre che ovviamente l’amore per Ziggy).
Allo stesso tempo, però, vengono anche rappresentate donne in conflitto, pronte a scagliarsi una contro l’altra in difesa dei propri figli. Scoprire che Amabella è ancora vittima di bullismo fa esplodere la rabbia di Renata, prima nei confronti della figlia, troppo debole e incapace di ribellarsi alle angherie subite, poi verso il piccolo Ziggy, capro espiatorio prescelto fin dal primo giorno. Lo scontro tra Renata e Jane, convocate per l’ennesima volta dalla scuola, è inevitabile: entrambe le donne sono disposte a qualsiasi cosa per difendere l’innocenza dei propri figli.
Per Madeline, invece, l’episodio rappresenta un vero e proprio scontro fisico con la realtà. L’incidente in cui lei e Joseph rimangono coinvolti dopo essersi appartati a discutere della propria relazione è una sorta di segno inevitabile del destino, che porta la donna a riconsiderare per l’ennesima volta gli errori che ha compiuto nella propria vita. La storyline di Madeline è forse quella in cui la maggioranza di donne potranno identificarsi: la donna non ha subito violenze fisiche né è stata maltrattata, ma il suo è un percorso comune a molte. Sposata in giovane età, viene abbandonata da un marito che non è pronto a prendersi le proprie responsabilità e a crescere la figlia Abigail. Il secondo matrimonio, quello con Ed, uomo dolce e premuroso, viene oscurato dai rancori del passato e dalla monotonia della “normalità”. La relazione tra i due mette infatti in scena una perfetta rappresentazione di quelle che sono le banalità del quotidiano in cui ogni vita coniugale è costretta ad incappare, al punto che la donna si ritrova a guardare con invidia le relazioni altrui, all’apparenza migliori e più passionali, e a costruire un mondo proprio al di fuori del matrimonio. La frustrazione per i propri insuccessi e per le scelte sbagliate fatte in passato sono fatali per Madeline, intrappolata in un limbo di indecisione che la porterà a tradire il marito senza però trovare mai il coraggio reale di scegliere di fare qualcosa per se stessa.La relazione tra Ed e Madeline è una perfetta rappresentazione di quelle che sono le banalità del quotidiano in cui ogni vita coniugale è costretta ad incappare
Il segmento che riguarda Celeste è il vero capolavoro della puntata. Pur in una struttura senza dubbio corale in cui ogni personaggio ha una propria valenza narrativa, è evidente che la linea interpretata da Nicole Kidman abbia una forza emotiva che prepotentemente vince sulle altre. Ancora una volta la vediamo vittima delle angherie del marito, ma è chiaro che sia lei stessa il suo peggior nemico: la negazione e il perdono reiterato, forse per la paura di rimanere sola o – più probabile – di rovinare l’immagine apparentemente perfetta che aveva costruito di sé all’interno della comunità, sono per Celeste l’ostacolo più grande da superare.
Il colloquio con la dottoressa è un momento di intensa emotività: attraverso un montaggio alternato, le menzogne si trasformano in immagini rivelatorie, finché è la stessa Celeste a esplodere in un pianto liberatorio. Gli occhi di Nicole Kidman, densi di espressività, rendono i dialoghi quasi superflui.
Il cerchio si chiude riconducendoci al punto di partenza: Jane, la cui rabbia pulsante viene scandita dal ritmo della colonna sonora, torna indietro sconfitta. Madeline continua a interpretare la propria parte di madre modello e Celeste, una volta riabbracciati in figli in un’immagine che è lo specchio dell’incipit, riaccoglie calorosamente il marito-padrone. Dolore e sofferenza e “piccole grandi bugie” tengono ancora in ostaggio le protagoniste di Big Little Lies, intrappolate nella difficoltà di fare spazio a quella dose di coraggio che sarebbe necessaria per dare una svolta alle loro vite.
A soli due episodi dal finale, ci attendiamo grandi cose da una serie che – messa da parte la cornice crime – dipinge un racconto dell’universo femminile crudo ed emozionante. 4.5 Porcamiseria per l’episodio.