Big Little Lies1×06 Burning Love – 1×07 You Get What You Need

La facciata perfetta delle mamme protagoniste di Big Little Lies doveva prima o poi mostrare le sue crepe e crollare inesorabilmente. Nei due episodi finali il castello di carte cede, e la trama si avvia, veloce come un treno, al suo grandioso epilogo.

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Sollievo e Consapevolezza

In “Burning Love” è in scena il primo atto della rincorsa al finale della serie. Ciò che accomuna le protagoniste alla vigilia della tragedia è il desiderio di lasciarsi alle spalle ciò che causa loro detrimento e inutile pena, anche a costo di abbandonare la facciata da mamme benestanti e senza preoccupazioni.

Per Celeste si apre uno spiraglio verso una vita nuova, sotto consiglio della sua terapista. Tutto parte dalla scelta di un nuovo porto sicuro, lontano dalla violenza di Perry, ma non solo: incidentalmente, Celeste reagisce all’ennesima rappresaglia del marito, schiantandogli una racchetta da tennis nelle parti intime e rompendo la perversa magia del momento.

È questo gesto, inoltre, a far prendere piena consapevolezza a Celeste che l’unica via di scampo è la fuga dal marito, in modo da non finire uccisa dalla sua crescente brutalità. La dottoressa Reisman puntualizza bene il ruolo di chi abusa nella coppia, descrivendo un processo iterativo di violenza e falso conforto fino alla successiva e più intensa serie di percosse, e lo fa con un’intensità che non sfigura davanti ai ruoli centrali della serie.

È una nuova prospettiva, forse più facile da affrontare rispetto a chi, nel mondo reale, è talmente sotto il giogo della violenza domestica da non avere nemmeno la disponibilità economica per ricominciare, ma non per questo meno spiazzante. Si passa dalla vita senza pensieri a dover montare da sola un mobile IKEA, piangendo a dirotto sulle istruzioni, ma è un passaggio vitale e necessario verso la serenità.

Madeline è smarrita, tenta di riprendere in mano le redini della sua relazione stagnante con Ed, e l’unico modo per ripartire su un terreno comune è confessare il tradimento. La coppia prova a recuperare e fertilizzare il proprio terreno sentimentale, ma la liberazione per Madeline passa attraverso Abigail, la figlia che vede la propria madre perfetta, non conoscendo tutti i retroscena della sua realtà. La confessione spezza una sorta di dogma secondo il quale, nell’immaginario del figlio, i genitori sono emblematici di una perfezione e incorruttibilità da invidiare e detestare; Abigail ora ritrova la madre sotto una luce più umanamente imperfetta, in un primo fievole bagliore dal quale far ripartire il loro rapporto dai contorni sfocati.

Il secondo passaggio è Ed, che si può presupporre non manchi di empatia, nonostante lo show dia solo i contorni del suo personaggio, concentrandosi a risaltare appieno le figure femminili e lasciando agli uomini una caratterizzazione più elementare.

Renata e Jane mettono infine da parte le loro divergenze, fanno uscire la loro vulnerabilità senza troppi meccanismi di difesa, a differenza delle altre protagoniste. Il dialogo tra le due donne le porta non solo a trovare un terreno comune dove educare i propri figli, ma anche a parlare a cuore aperto della loro vulnerabilità e della loro imperfezione.

L’imperfezione, tema ricorrente in Big Little Lies, fa da cappello a tutto l’episodio come secondo denominatore comune per le protagoniste, e le guida verso l’apertura e la risoluzione dei propri conflitti, interiori o reciproci. “Burning Love” è per questo anche un inno alla comunicazione e alla capacità che essa ha di lenire ferite e costruire ponti più di ogni apparente perfezione.

Festa in Maschera

“You Get What You Need”, dovendo dare una sintesi sommaria, è l’emblema del legame indissolubile che lega gli animi delle donne protagoniste a valle della loro rappacificazione, e collateralmente è anche l’emblema della dissolutezza e dell’inettitudine del genere maschile, fino agli estremi della cieca violenza di Perry.

A farci caso, sono le donne ad aver saputo appianare le loro divergenze attraverso il dialogo, ritrovandosi poi legate e complici in una circostanza estrema. Gli uomini controbilanciano questa saggezza attraverso comportamenti di infantilità paragonabile a quella dei loro figli: c’è competizione fra Ed e Nathan, una gara metaforica a chi c’è l’ha più lungo sul palco della festa in maschera; c’è Gordon che minaccia Jane ignaro del fatto che la donna abbia già parlato in serenità con Renata, e offre persino un drink a Perry, già accecato di rabbia; c’è infine Perry, la cui violenza è talmente conclamata e inarrestabile e la cui idiozia è talmente radicata che si stupisce che Celeste voglia liberarsi di lui. Manca il senso del legame reciproco, qualcosa che invece le protagoniste hanno e che finalmente dimostrano.

Tale dimostrazione viene data nella drammatica sequenza finale, senza audio, frenetica e confusa, magistralmente diretta e montata in modo da comunicare l’immediatezza delle azioni, delle reazioni e del drammatico finale, con il collo di Perry trapassato da parte a parte dagli ornamenti della gradinata. Il dettaglio anatomico è particolarmente significativo, visto come tutto il processo di autodeterminazione di Celeste sia fatalmente partito da una presa troppo vistosa al collo da parte del marito.

È peculiare, infine, che il tema dell’omicidio sia un semplice contorno al racconto: il perno centrale sono le protagoniste della storia, non il morto o il processo seguente, né tantomeno la sovrapposizione delle identità tra il marito di Celeste e lo stupratore di Jane; Perry è lo spettro che aleggia nella vita della sua vittima, cacciato con estremi rimedi solo negli ultimi minuti della storia, mentre quello che conta è il percorso, il crescendo di patimenti e riflessioni di Celeste, Madeline, Jane, Renata e Bonnie, e in ultimo la loro tacita alleanza. Tra le mille sfaccettature indagate dallo show, inoltre, anche le ripercussioni di una relazione violenta sui bambini, mai come in questi ultimi episodi sottolineate dal comportamento del piccolo Max che, per quanto Perry si giustifichi, non è affatto lontano dalla violenza del padre.

Big Little Lies è un gioiello unico nel panorama televisivo di quest’anno, una storia sintomatica di quanto le bugie, piccole o grandi che siano – e a prescindere dall’età – siano pericolose. Le bugie dette agli altri per preservare l’apparenza ostacolano il dialogo, e non permettono di fare i conti nemmeno con le bugie dette a noi stessi, mentre tentiamo di preservare uno status quo basato su fondamenta precarie e traballanti; le soluzioni sono l’apertura, la riflessione senza preconcetti e la comunicazione. A impreziosire il tema centrale della serie sono le interpretazioni magistrali di Nicole Kidman, Reese Witherspoon, Laura Dern e colleghe, che riescono a esplorare l’universo femminile senza banalità, retorica o faciloneria, rendendo Big Little Lies uno show di sole donne appetibile per ogni tipologia di pubblico. 5 Porcamiseria su 5.

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