Black Sails4×01 XXIX.

Con una premiére al cardiopalma, combattimenti navali e i soliti colpi di scena inattesi, Black Sails urla a gran voce: "sono tornato!" E sicuramente, se il tenore di tutta l’ultima stagione si terrà sul livello di questo primo episodio, ne vedremo delle belle.

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La meravigliosa sigla di Bear McCreary, le candide sculture di marmo strettamente intrecciate agli scheletri neri in ferro battuto, le note che crescono inquadratura dopo inquadratura. Quanti di voi, vedendo nuovamente sullo schermo la sigla di Black Sails dopo aver atteso fin troppo tempo, non hanno potuto fare a meno di pensare “finalmente”? Sicuramente io, perché aspettare il ritorno di Flint e compagnia era diventato davvero logorante.

Ma prima di tuffarci in questa nuova e ricchissima stagione – o così sembra, di sicuro – è doveroso soffermarsi e ricapitolare un attimo dove eravamo rimasti, nella fedele tradizione del “previously on.” Ci piace fare le cose per bene, da queste parti.

A Pirate King

Charles Vane è stato impiccato, Nassau è caduta in mano a Rogers e all’Inghilterra, che tenta disperatamente di raddrizzare qualcosa che è cresciuto contorto e non voluto nelle isole delle Bahamas ma che, nonostante ciò, resiste con tutto se stesso. La nuova alleanza che si è formata per combattere il grande nemico di tutti gli uomini liberi – la civilizzazione – ha promesso di radere al suolo il governo inglese e riprendersi quanto è sempre stato loro: Flint, Teach, Jack&Anne, Madi e (Long) John Silver, supportati da Billy Bones e dalla leggenda che sta costruendo sull’isola di New Providence, hanno sfoderato le armi e dichiarato guerra al nemico comune.

E quale modo migliore per unire tutti sotto un’unica bandiera, se non inventare qualcuno che li possa comandare? Qualcuno che incuta timore, rispetto, qualcuno che riesca là dove nessun pirata o quasi è mai riuscito: far rigare dritti uomini notoriamente famosi per non piegarsi mai davanti a nessuno. Silver e la black spot sono la nuova e spaventosa favoletta del Re dei Pirati che Billy sparge nelle viuzze di Nassau, raccogliendo uomini e preparandoli per la battaglia finale.
Ed è esattamente qua che si apre la quarta stagione.

Per vendetta o per giustizia

La prima cosa che salta all’occhio, in questi sessanta minuti o poco meno, è che nessuno dei personaggi che abbiamo lasciato la scorsa stagione è pronto ad affrontare davvero quanto succederà. L’episodio si apre con una disfatta navale e una sequenza a dir poco claustrofobica, che fa temere i più per quanto ha da venire – salvo poi rassicurarsi, perché tutti quelli che hanno letto almeno una volta L’Isola del Tesoro sanno una cosa: Long John Silver non può morire. Non prima di essere diventato il pirata che è ritratto nelle pagine di Stevenson. Non staremo qua a sottolineare il fatto che è una serie storica e che la fine di molti già si conosce – così come il futuro dei personaggi letterari – ma la bravura di Black Sails sta proprio qua: mettere comunque il dubbio nello spettatore che qualsiasi persona presente sullo schermo possa morire. La caducità della vita, la finitezza che ciascun uomo abituato a vivere sul filo del rasoio conosce fin troppo bene.

Lo sapeva Charles Vane, che è morto credendo fino in fondo ai suoi ideali; lo sa bene Flint, che si vede rimpiazzato da un Billy sempre più indipendente e deciso a scalzarlo dal ruolo di capitano, lo sa bene soprattutto Jack Rakham, che ancora insegue strenuamente un fantasma. La morte di Vane l’ha segnato più di quanto non si pensasse inizialmente, spingendolo a provare un combattimento ravvicinato – sebbene non in grado – pur di mostrare al defunto amico e capitano che anche lui vale qualcosa. Stavolta, non sembra più solo una faccenda di nome, ma di rispetto. Di giustizia, non solo di vendetta.

Il leit motiv del contrasto tra queste due motivazioni è ciò che anima più o meno tutto l’episodio, sotto aspetti diversi e con grandi controversie, sia in uno schieramento che nell’altro.
Da una parte troviamo i pirati, alcuni impegnati a combattere per Charles Vane, altri per riprendersi ciò che era loro di diritto. Flint, come sempre ha fatto o quasi, segue i suoi principi: Nassau appartiene a loro ed è giusto provare a riprendersela. Edward Teach, lupo solitario, trucida i soldati inglesi presi in ostaggio per proporre a Rogers uno scambio: la vita dei rimanenti inglesi per la consegna di Eleanor, colpevole di aver ucciso colui che considerava alla stregua di un figlio.

Nello schieramento britannico, Rogers persegue ancora una volta la giustizia, la legittimazione, pronto a sperperare soldi che non possiede in processi e prigionieri per “fare le cose per bene”; fosse stato ancora un pirata, e non un corsaro al servizio di Sua Maestà, i pirati catturati dopo la prima disfatta sarebbero stati uccisi senza neanche passare dal via. Oltre che dispendiosa, la via per la civiltà è lastricata di debiti e burocrazia.

Non la pensa allo stesso modo il Capitano Berringer, che promette gioie e dolori per tutta la stagione; ammutinatosi dall’esercito britannico con un pugno di uomini per restare e vendicarsi di tutti i compagni uccisi durante la trappola sull’isola dei Cimarroni, nello scorso finale di stagione, si presenta mutilando l’orecchio del nocchiere di Flint, giusto per chiarire ciò che lo stesso Billy ci rivela: fa più paura lui delle black spot.

Chiediti “chi sei”

Una questione molto interessante, che presumibilmente sarà poi sviscerata nel corso della stagione, è l’identità di due personaggi – forse quelli che più di tutti sono andati incontro a massicci cambiamenti: Eleanor e Silver.

Miss Guthrie è diventata Mrs. Rogers, dopo aver sposato il governatore e aver seppellito del tutto il suo essere stata la regina di ladri e tagliagole; morto Vane, porta con sé anche quella parte di Eleanor che ancora provava a costruire qualcosa con ciò che aveva a disposizione, invece che scegliere di radere tutto al suolo e non curarsi del destino di persone che fino a poco prima considerava quasi amici. Ma, come ha specificato anche Woodes Rogers, non c’è più posto per le vie di mezzo. Solo che Eleanor non è mai stata brava a obbedire, men che meno a essere zittita su questioni in cui la sua influenza può essere preziosa. Chissà se la loro alleanza – e il loro matrimonio – reggerà fino alla fine.

Long John Silver – colui al quale è stata dedicata la quarta e ultima stagione – mostra una certa reticenza ad abbracciare il ruolo di Re dei Pirati che gli è stato cucito addosso. In un dialogo rivelatore con Madi, ormai ufficialmente la sua letteraria “moglie nera”, spiega che non gradisce porsi al di sopra di Flint, che funzionano meglio se schierati dalla stessa parte. Ma il futuro e le parole di Madi, purtroppo, ci ricordano che il fato ha in serbo ben altro per lui. E francamente, la curiosità di vedere quando deciderà davvero di calarsi nei panni della sua leggenda è alle stelle.

L’episodio, senza troppe sbavature, ci apre solo uno spiraglio di cosa ci aspetta: Silver è “sbarcato” a Nassau e ha trovato un misterioso “benefattore”, che l’ha riconosciuto come Long John Silver, e Barbanera ha mosso la prima pedina sulla scacchiera; in barba – e ci si perdoni la battuta – all’alleanza con Flint, ha fatto vela direttamente a New Providence per fare le cose a modo suo: reclamare la testa di Eleanor a gran voce.

4.5

 

Quattro porcamiseria e mezzo, giusto perché non si può sparare subito alto.
L’episodio è un inizio davvero magistrale, ma se vogliamo fare i pignoli il cambiamento di Eleanor non è stato trattato benissimo, in questa puntata. Il suo personaggio, in generale, è forse quello che si è indebolito maggiormente – contiamo di vederla risorgere e tornare ad essere la BAMF che tutti conosciamo e non la mogliettina che ricama fazzoletti. Anche perché la stessa Max l’ha chiesto: “Non ti turba neanche un po’ tutto questo?

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