Black Sails4×05 XXXIII.

Black Sails ci mostra quale sia davvero il potere di Long John Silver e come sia diventato il mostro che lo stesso Billy ha costruito. Non mancano i colpi di scena, ovviamente, e anche Woodes Rogers ci ricorda ancora una volta che non è un bene sottovalutarlo.

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Ancora una volta, settimana dopo settimana, Black Sails regala una lezione di stile a tutti quelli convinti che una puntata debba per forza essere piena d’azione per essere indimenticabile. Nessuno mette in dubbio che le battaglie, gli scontri navali e le incursioni piratesche siano emozionanti, ma è altrettanto vero che il saper costruire un episodio, che segna una decisa svolta nella trama di questa stagione, basandolo solo sui dialoghi è davvero un tocco da maestro. Giro di boa per i nostri pirati, che dovranno affrontare una minaccia ben più grande del governatore Rogers; stavolta, si prospetta davvero dura.

Improbabili alleanze

Piccola e doverosa lezioncina di storia: Woodes Rogers è stato, come già accennato più volte, un corsaro realmente esistito, che più o meno intorno agli anni Venti del 1700 riuscì a debellare la piaga della pirateria e diventare finalmente governatore delle Bahamas. I fatti raccontano che fu lui a catturare e impiccare Calico Jack (Rakham) e tutto il suo equipaggio, eccezion fatta per Anne Bonny e Mary Read – assente nello show, oppure incarnata da Max secondo altre letture – perché incinte. E questa è stata solamente una delle imprese.

Ma come ha fatto a diventare governatore di New Providence ed estirpare del tutto la pirateria da quelle terre? Questa puntata prova a rispondere e a mostrarci, nell’ennesimo colpo di scena, che Woodes Rogers non è certo qualcuno che si lascia comandare da sua moglie; che farebbe davvero di tutto, con poche limitazioni – come afferma lui stesso – per proteggere quella stessa donna i cui istinti a tramare e proseguire di testa sua erano solo sopiti. Probabilmente, Rogers considera l’intemperanza di sua moglie, che – ricordiamolo – andava a braccetto con i pirati fino a poco tempo prima, l’ennesima erbaccia da sradicare dal perfetto giardinetto che ha iniziato a coltivare. Il libero agire, per Eleanor Guthrie, non è più contemplato.

La prima, improbabile alleanza di questo episodio, dunque, è la brillante idea di Rogers di rivolgersi al più impensabile degli “amici”, un altro Impero che ha fatto del colonialismo un vero e proprio sterminio e orgoglio in quegli anni. Lo stesso Impero danneggiato dalla cattura del bottino dell’Urca, adesso in mano a Flint e agli altri: la Spagna.

Civilization has many faces.

Mai nulla di più vero. L’Impero Coloniale, britannico o spagnolo che dir si voglia, è colpevole di aver saccheggiato e conquistato innumerevoli territori, di aver sfruttato schiavi e risorse, di aver sterminato intere popolazioni. La civilizzazione, come afferma Rogers, ha molte facce: alla tediosa burocrazia dei processi, si affianca l’arrogarsi il diritto di essere nel giusto e sterminare chiunque si opponga a quanto affermato dall’Impero. La Compagnia delle Indie Occidentali, se volessimo fare una stima, ha raso al ruolo più città e civiltà di qualunque altra. Tolto solo Cortes e il suo genocidio azteco, ma di quello non parliamo neanche.

La flotta di navi spagnole in avvicinamento sulle coste di Nassau, come ci mostra la fine dell’episodio, è solo il culmine di un dialogo davvero ben recitato tra Rogers e il governatore dell’Havana, Raja, che ha accettato di unirsi a lui in quella personale guerra contro i pirati. Del resto, la sconfitta e la razzia dell’Urca de Lima brucia ancora come sale su una ferita aperta.

La seconda, improbabile alleanza a cui assistiamo sullo schermo è quella implicita tra Eleanor e Flint, che, per quanto sia considerato “prigioniero”, è ancora in pieno possesso dell’influenza che ha sempre avuto su Miss Guthrie. “Too many goddamn men here”, sbotta lei, troppi uomini che l’hanno usata e influenzata per volgere le sue azioni a proprio vantaggio: il padre, Mr. Scott, Charles Vane e lo stesso Flint. Eleanor Guthrie è una donna forte, intrappolata nell’epoca sbagliata, che si rende perfettamente conto che forse la civilizzazione “vecchio stile” non è la strada giusta per Nassau. Che tutto ciò che ha sempre voluto, forse, non è così facile da ottenere – non ha fatto i conti con Rogers, probabilmente.

Le previsioni per il suo futuro sono o per una morte bruttissima o per una rinnovata alleanza con i pirati, anche se una persona su tutte vi si opporrà strenuamente: un redivivo Jack Rakham, tornato in grande stile sull’isola, unico uomo sensato della puntata. Perché? Perché sottolinea apertamente quello che Flint, peccando di ingenuità, non è riuscito a vedere. La sete di sangue di Rogers è sterminata e crudele per fermarsi alle parole della moglie. E se non riuscirà a impadronirsi di Nassau, la raderà al suolo.

Quando la parola è legge

Parallelamente alla storia realmente successa in quegli anni, Black Sails porta avanti magistralmente il suo scopo di “prequel” all’Isola del Tesoro, imbastendo piano piano il canovaccio del romanzo di Stevenson. E lo fa con dialoghi davvero memorabili e i soliti colpi di scena, come un fulmine a ciel sereno. Cosa succede quando la tua leggenda ti sfugge di mano? Esattamente ciò che accade a Billy Bones, che ha sottovalutato lo sterminato potere di ciò che ha creato. Long John Silver è un mostro, fatto e finito, a cui basta solo parlare per aizzare gli stessi uomini di Billy contro di lui – non è necessario che gli credano, quando afferma che sia stato lo stesso Bones a far naufragare la flotta nel primo episodio. Gli è bastato pronunciarlo e la sua parola è diventata legge.

Ed ecco il punto di rottura dell’amicizia tra Silver e Billy, che da adesso in poi non faranno altro che pugnalarsi alle spalle e combattersi, inseguirsi, l’uno alla strenua ricerca della mappa del tesoro di Flint e l’altro perseguitato dalla macchia nera. Che sia lo stesso Billy a spostare il bottino di Flint e far sparire la mappa? Oppure lo farà in compagnia del Capitano Flint, che come sappiamo portò il tesoro sull’isola e uccise tutti gli uomini tranne Ben Gunn? Non lo possiamo sapere e ci mancano ancora cinque episodi per scoprire come andrà a finire.

Una cosa è certa: Long John Silver ha fatto una scelta, come lo stesso Israel Hands l’ha esortato a fare. Non è stato in grado di uccidere Flint e ha deciso di togliere di mezzo Billy, senza ucciderlo per il momento, come se avesse seppellito una parte di sé: quel bugiardo marinaio a cui nessuno avrebbe dato un centesimo ha, per adesso, ancora bisogno del Capitano Flint.

4.5

 

Quattro porcamiseria e mezzo, perché come sempre Black Sails scavalca qualsiasi aspettativa si possa avere sulla puntata. Quando un personaggio sembra arrivato al suo limite, la serie spinge ancora, alzando l’asticella dello sviluppo caratteriale a una tavolozza di sfumature che ogni sceneggiatore dovrebbe pregare per mettere su schermo. Il fatto che il pubblico dello show non sia vasto come quello di altre serie, molto più seguite, è davvero un peccato.

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