Conoscete la storia di Robert Louis Stevenson? No, non la trama dell’Isola del Tesoro, proprio la storia che dicono si nasconda dietro il pensiero dell’autore. Si dice che Stevenson fosse piuttosto misogino; in uno dei suoi libri meno famosi ma comunque sullo stesso stile avventuroso, Viaggio con un somaro nelle Cevenne, condisce questo reportage di viaggio di considerazioni piuttosto irrispettose nei confronti del gentil sesso. In un impeto di maschilismo – anche se data l’epoca storica, era più che normale epurare un libro di avventura dalla componente femminile – si dice che abbia affermato con veemenza che non avrebbe voluto donne nella sua storia. Inutili, probabilmente, nel senso letterale del termine: le donne non combattono, non vanno alla ricerca di tesori, non comandano eserciti.
Eppure, Black Sails ci offre l’ennesima puntata spiazzante, coinvolgente, emotivamente destabilizzante, e lo fa proprio appellandosi alle proprie figure femminili. Mentre gli uomini combattono per una Nassau ormai perduta, le donne imbastiscono la struttura di questo episodio, regalandoci dialoghi e colpi di scena che forse ci aspettavamo, ma sicuramente non adesso. Non così.
Per dovere o per amore
Sapevamo che la riconquista da parte dei pirati della contesissima Nassau non sarebbe potuta durare a lungo. Non dopo aver visto Rogers appellarsi direttamente agli spagnoli per conquistare qualcosa che altrimenti non sarebbe forse più riuscito a riprendere. Ma ciò a cui assistiamo in questa puntata è la prova che non si possono compiere certe scelte senza aspettarsi determinate conseguenze.
Una volta aperti i cancelli, l’esercito dell’Impero Spagnolo si è riversato come un’orda senza controllo sull’isola di New Providence, distruggendo e saccheggiando tutto ciò su cui è riuscito a mettere le mani. Ai soldati è stato esplicitamente comandato di non fermarsi – senza regole o senza freni, non molto diversi in fondo dagli stessi pirati contro cui combattono. Quando Woodes Rogers si rende conto che sua moglie non è al sicuro ma è spasso per l’isola, ci mette ben poco a realizzare la gravità di quanto ha fatto.
Eleanor e Madi, in questa particolare puntata, ci regalano svariati momenti di approfondimento psicologico, pennellati con la delicatezza necessaria a inframezzare la violenza dell’assalto spagnolo. In passato, entrambe le due donne hanno assistito a un altro attacco da parte della potenza imperiale sull’isola, quell’attacco in cui il defunto Mr. Scott ha dichiarato la morte della moglie e della figlia: Madi, per l’appunto. Il confronto tra due donne che prima erano quasi sorelle per poi ritrovarsi dalle due parti opposte della barricata, getta una luce molto più umana sul personaggio di Elanor, che dalla terza stagione in poi è stata il villain della situazione. Ma era davvero la cattiva? Come può considerarsi crudele il gesto di impiccare Charles Vane, se paragonato a quanto Rogers ha scatenato sull’isola?
Eleanor Guthrie è morta, paradossalmente, nel più semplice e casuale dei modi. La bellissima, disarmante assurdità della scrittura di Black Sails è anche questa: ignorando una nutrita lista di vendette personali che avrebbero dovuto travolgerla, la fu Regina dei Pirati – come sottolinea Flint, è stata anche lei un pirata in fondo – è morta quasi in sordina, uccisa da uno degli spagnoli mandati dal suo stesso marito che non si è preoccupato dell’eventualità dei danni collaterali. Dopo una vita passata a tradire amante dopo amante, amico dopo amico, Eleanor ha finito per fidarsi dell’uomo sbagliato. È morta combattendo per difendere una ritrovata Madi, come la stessa Nassau che alla fine è caduta sotto il giogo spagnolo cercando di difendere la libertà e un passato in cui è stata felice.
La premura di Flint, alla domanda di una Eleanor morente tra le sue braccia, nel non rivelarle che l’artefice di quell’invasione brutale è proprio Woodes Rogers, aggiunge una pennellata di dolcezza a tutta la scena. È un atto d’amore paterno, un brandello del rapporto che i due hanno sempre condiviso fin dalle prime due stagioni.
Eleanor Guthrie rappresenta una sterminata categoria di donne che scelgono di struggersi e rivolgere il loro amore a uomini che non le considerano (il suo stesso padre) o che non accettano la loro personalità dominante (Rogers), il tutto in nome di chissà quale immagine idealizzata dell’amore e della vita che vorrebbero avere prima di capire che non otterranno mai davvero quanto avevano sperato. È possibile avere una vita con qualcuno senza certezze o stabilità, se c’è amore. Madi, questo, lo conferma; peccato che Eleanor, nella sua disperata ricerca di un sogno che aveva tanto immaginato e non è mai arrivato, l’abbia capito troppo tardi.
Come chi aveva tutto a Nassu e l’ha lasciato da parte per inseguire la civilizzazione – che ha finito per ucciderla – un’altra donna che compie un gesto d’amore mettendo da parte il dovere è Max. L’ex prostituta, ora donna arricchita, ha sempre avuto il vizio di cambiare schieramento e seguire il miglior offerente, ma stavolta è da Jack e Anne che torna. Realizza anche lei, probabilmente, che quanto voleva ottenere – il controllo di New Providence – è impossibile se Rogers continuerà a esistere. E non c’è nulla di peggio della furia di una donna a cui hanno tolto tutto: la città, un’amica, un’amante. Non sappiamo se Anne la perdonerà o meno, ma di sicuro l’amore tra le due era vero e sincero. E dato dove sono diretti adesso, nell’ennesimo colpo di scena, scommettiamo che l’uccisione di Eleanor Guthrie non passerà sotto silenzio.
Scelte
Tolta la componente femminile e “storica”, che dimostra come si possano benissimo sfornare puntate ricche d’azione senza dimenticare l’approfondimento psicologico, Black Sails come sempre dimostra la sua capacità di portare avanti il suo scopo principale: spiegare come Long John Silver e James Flint siano arrivati là dove li abbiamo trovati, nel romanzo di Stevenson.
Non sappiamo se Madi sia morta davvero – scommettiamo di no, a dirla tutta – ma una cosa l’abbiamo notata: sebbene Silver affermi che non è colpa di Flint quanto accaduto, è impossibile non pensare che forse sia questo l’inizio della frattura insanabile tra i due.
Dopo aver consegnato Billy Bones nelle mani degli schiavi, per ottenere una necessaria alleanza tra i pirati e il gruppo di Julius, Silver puntualizza qualcosa al suo ex amico, ridotto male dopo il tentato linciaggio. Per quanto il Capitano Flint sia l’uomo che è – pericoloso, per usare un eufemismo – non ha mai chiesto a Silver di scegliere tra lui e Billy. Il dialogo tra loro, in quel capanno, è interrotto dal punto fermo che lo stesso Bones mette alla conversazione: è stato Silver a scegliere da che parte schierarsi. E dato che Ben Gunn ha poi liberato il suo ex capo prima dell’arrivo degli spagnoli, abbiamo la certezza che al momento Billy Bones sia un’arma carica a zonzo per New Providence. Senza nulla da perdere.
Quattro porcamiseria e mezzo per l’ennesima puntata magistrale. Il finale ci spiazza ancora una volta: vi siete mai chiesti perché il tesoro non sia arrivato sull’isola, dopo tutto questo tempo?Presto detto: perché dai cimarroni si è radunato un esercito, pronto all’uso. La rivoluzione auspicata da Flint, alla fine, è giunta davvero.
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#BlackSails (4×06) sta raggiungendo un livello allucinante. Mai avrei pensato di vedere una stagione del genere.
— Mattia (@mattia3_) March 6, 2017
Da incorniciare. E rivedere nei momenti bui. #BlackSails sei di una bellezza disarmante.
— gatorade me, bitch. (@_madetobebroken) March 7, 2017
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