Breaking BadEl Camino: quando c’era Breaking Bad

Jesse Pinkman scappa dalla prigione in cui era stato rinchiuso grazie al sacrificio del suo mentore Walter White. Riuscirà a mettersi in salvo?

8.0

DISCLAIMER: El Camino è un prodotto nato e pensato per i fan di Breaking Bad, o comunque per chi ha già potuto godere del prodotto fortunato e rivoluzionario targato AMC. Scrivere di El Camino senza fare alcun tipo di spoiler su di esso o sulla serie da cui deriva è impossibile e, detto sinceramente, ingeneroso. Concluse le doverose premesse, possiamo iniziare, sigla!

Guess I got what I deserved
Kept you waiting there too long, my love
All that time without a word
Didn’t know you’d think that I’d forget
Or I’d regret.
The special love I had for you
My baby blue

Ci eravamo lasciati così, con la splendida Baby Blue dei Badfinger a sancire la fine di uno dei prodotti più importanti e decisivi all’interno del panorama seriale: Walt morente vicino al macchinario per la metanfetamina e Jesse in fuga dal luogo di quel massacro annunciato solo pochi episodi prima nel meraviglioso “Live Free or Die“. Un finale perfetto per una serie che rasenta la perfezione (tutt’oggi) e che ha contribuito sensibilmente a delineare il panorama seriale odierno.

El Camino comincia da qui, dal momento in cui Jesse Pinkman scappa dalla sua prigionia, dal suo creatore, a conclusione di quella che era stata la sua vita ben oltre i 61 episodi precedenti. Nelle 2 ore di minutaggio che racchiudono questo speciale non vediamo altro che questo: i momenti appena successivi alla fuga dal ranch di nazisti che lo tenevano in gabbia come un animale in cattività a bordo della fiammante Chevrolet e la successiva ricerca di un modo per sfuggire alle autorità che lo braccano, considerandolo unico superstite e quindi primo sospettato della carneficina avvenuta.

Tutto qui? Sì.
Mettiamo subito le cose in chiaro: El Camino non aggiunge nulla e non intacca quel capolavoro (per una volta non abusiamo del termine) chiuso nell’ormai “lontanissimo” – serialmente parlando – 29 settembre 2013. È un’operazione di stampo prettamente commerciale e che fa leva sull’effetto nostalgia, rievocando i fasti di un micro ambiente capace di segnare un’intera generazione di spettatori. E lo fa divinamente.

El Camino sfrutta a pieno ogni singolo punto di forza di Breaking Bad, non copiando o mitizzando un lavoro unanimemente elogiato, ma omaggiandolo. Partendo dal ritmo, lento e compassato, ma tendenzialmente naturale all’interno di un universo atipico, verosimile rispetto a tutto il caos e la frenesia che albergano nel mondo oggi, seriale e non, fino alle inquadrature e ai colori indelebili nello stile e nelle menti degli spettatori, sfruttando anche la consapevolezza di un team creativo che ha raggiunto vette di eccellenza elevatissime grazie all’altro derivato dell’universo di Heisenberg, Better Call Saul.

Una delle maggiori caratteristiche che hanno segnato l’avvento di Breaking Bad è stata la costante accuratezza del dettaglio, tecnico e narrativo; non è un caso quindi che anche in El Camino niente sia lasciato al caso: come per Felina, l’episodio finale della serie, anche questo epilogo infatti è scritto e diretto dal padre fondatore di questo impero, Vince Gilligan, scrittore e autore contemporaneamente di soli altri tre dei sessantadue episodi che compongono la serie: il pilota, quello che ha dato inizio a questa magnifica avventura, Full Measure, l’ultimo episodio della terza stagione e Face Off, il finale della quarta.

Chemistry is, well technically, chemistry is the study of matter. But I prefer to see it as the study of change.

A conferma che El Camino sia un’opera doppia, ambigua e sorniona sta tutto in questa frase che Walt dice durante la sua prima apparizione nello show: la genesi di Breaking Bad è quella di vedere la chimica come grande metafora, che con le sue regole spiega un racconto seppur di finzione tanto emozionante. La natura instabile degli elementi è la stessa degli interpreti principali: infatti tutti i personaggi di Breaking Bad, dal primo all’ultimo, Walt, Jesse, Skyler, Hank, hanno compiuto una mutazione imprevedibile ma che si è rivelata necessaria alla fine. Qui non ci troviamo a parlare di chimica, non più per lo meno, poiché El Camino è consapevole di non poter riesumare un capitolo perfettamente concluso, ma si può ancora parlare di cambiamento, di qualcuno che potrebbe aver lasciato in sospeso una parte di sé.

El Camino sfrutta a pieno ogni singolo punto di forza di Breaking Bad, non copiando o mitizzando un lavoro unanimemente elogiato, ma omaggiandolo

Jesse Pinkman compie allora quella trasformazione che secondo Vince Gilligan non era ancora completa: se infatti proprio in Full Measure Jesse impugna la pistola per freddare Gale su ordine di Walt e la scena si conclude con il primo piano tremendamente esitante di Aaron Paul prima dello stacco e  il rumore dello sparo sullo sfondo nero, questa volta Jesse non esita di fronte al proprio destino: nel magazzino infatti, anche se goffamente, uccide chi ostacola il suo naturale compimento, quello sempre voluto anche da Walt: vivere libero (la scena, insieme alla presenza di Robert Forster, è l’ennesimo ed esplicito riferimento al cinema di Quentin Tarantino, ombra ricorrente per tutta la serie).

All’inizio di questo articolo, abbiamo citato l’effetto nostalgia e quindi, anche con le migliori intenzioni di Netflix (sul catalogo l’unico attore citato nel film è Aaron Paul), era abbastanza scontato che “A Breaking Bad Movie” avrebbe trovato il modo per inserire alcuni volti iconici della serie. Allora vi sembrerà calzante la definizione precedente di trovata commerciale, ma non è del tutto corretta. El Camino è sicuramente un’operazione di business, un prodotto cucito ad hoc per fidelizzare ed accaparrare utenti ideato dalla macchina d’oro di Reed Hastings, ma non solo: El Camino è anche la definitiva separazione di Aaron Paul da Jesse Pinkman.

You know the business and I know the chemistry.

Spesso capita agli attori di rimanere intrappolati all’interno di un personaggio, di cadere in depressione (la stessa voce di Todd di Bojack Horseman lo confesserà in varie interviste) perché bloccati all’interno di un ruolo o di un alter ego che è diventato d’un tratto più grande di quanto ci si potesse immaginare, non riuscendo più ad esprimersi al di fuori di esso. Allora la luce intorno alla struttura di questo speciale prende un’altra colorazione: non è più semplice fan service ripercorrere con Jesse alcuni momenti che l’hanno portato fino a qui, ma è anche un modo per l’attore di chiudere definitivamente il più grande capitolo della sua carriera.

Quindi El Camino che cos’è? È un prodotto necessario? Probabilmente no. È qualcosa di innovativo? Assolutamente no. È qualcosa di imprescindibile, anche per un fan di Breaking Bad? Decisamente no, però è un qualcosa di talmente pregevole che sarete felici di essere ritornati, anche solo per due ore, a respirare quella magica atmosfera.

  • 6/10
    Storia - 6/10
  • 9.5/10
    Tecnica - 9.5/10
  • 8.5/10
    Emozione - 8.5/10
8/10

Summary

El Camino è uno dei prodotti più ambigui dell’anno: assolutamente non necessario ma dannatamente affascinante, che inebria e cattura tutti gli amanti di Breaking Bad.

Porcamiseria

8

El Camino è uno dei prodotti più ambigui dell'anno: assolutamente non necessario ma dannatamente affascinante, che inebria e cattura tutti gli amanti di Breaking Bad.

Storia 6 Tecnica 9.5 Emozione 8.5
Scopri di più sui Porcamiseria

Ti è piaciuto l'episodio?

like
0
Mi è piaciuto
love
0
Tutto!
haha
0
Divertente
wow
0
Porcamiseria!
sad
0
Meh...
angry
0
Che schifo

Commenta l'articolo

Simili a Breaking Bad