Broad City è ricominciato da un mese ormai, e noi non abbiamo ancora dato una risposta alla domanda che ci eravamo posti prima di iniziare questa terza avventura. Avevamo paura che Abbi Jacobson e Ilana Glazer si facessero prendere la mano dalla voglia di sorprendere, abbandonando il basso profilo che aveva caratterizzato le stagioni precedenti; i due episodi centrali – Rat Pack e 2016 – finalmente ci forniscono un quadro completo della situazione: Broad City, mantenendo intatta la sua disagiata identità e un livello di umorismo sempre altissimo, quest’anno convince un po’ di meno e fatica a decollare definitivamente. Scopriamo le ragioni di questo cambiamento.
Rat Pack prende spunto da una delle colonne portanti di Broad City: la capacità di inventarsi metodi divertenti per far fronte alla perenne condizione di povertà della propria vita. Un topo scorrazza tranquillo in casa di Ilana interrompendo le attività quotidiane degli inquilini e causando un onere finanziario consistente per via della disinfestazione; come per miracolo, però, un cesto regalo firmato Larry&David – versione fittizia del vero Harry&David – e pieno di prodotti alimentari gourmet viene consegnato per sbaglio allo stesso appartamento, per cui la mente geniale di Ilana non fatica a fare 2+2: una festa a pagamento in casa per recuperare i soldi sembra essere quello che ci vuole. Lo svolgimento della storyline principale è di taglio classico, e cioè: inconveniente + equivoco + risoluzione pacifica e inaspettata.
Più divertente della festa è la vicenda pseudo-amorosa di Abbi, che con la complicità dell’alcool si lascia andare ad un innocente quanto inconsciamente desiderato bacio con Trey. I goffi tentativi di nascondere e rifiutare quanto accaduto sfociano nella scoperta di Tinder e dell’estrema discrepanza tra le foto delle chat e i loro soggetti nella vita reale. Si ride forte quando Abbi scopre che su Tinder si può anche scorrere a sinistra, rifiutando l’abbinamento, e il riferimento al mondo delle chat “sentimentali” continua sul finale quando Jaime chiede ad Ilana di smettere di usare Grindr, la risposta disperata nel pianto: “I just wanna see penises within a mile of me“. Come non amare questo show?
Quello che convince, come al solito, non è lo schema generale della puntata, ma i divertentissimi dettagli che tengono assieme le varie scene. Dalla classificazione dell’erba di Ilana con tanto di consigli sul tipo di musica da ascoltare mentre la si fuma, alla decisione di Jaime – spinto dalla falsa apertura dei genitori verso la sua omosessualità – di liberarsi in maniera non troppo gentile dai pesi che opprimono la sua persona; dai piatti di Lincoln al femminismo animale del finale. La preparazione del pacco regalo fatto con gli scarti della festa, la ricerca dell’erba di Ilana, e la carrellata dei ragazzi conosciuti su Tinder da Abbi sono le sequenze simbolo della puntata, che non brilla di certo per originalità, ma fa il suo dovere senza grandi rimpianti.
Sapevamo che in questa stagione ci sarebbe stato un cameo di Hillary Clinton, e con questa consapevolezza cresceva la paura di uno spot elettorale lungo 20 minuti. Così non è stato, fortunatamente, perché lo spot è durato solo il tempo dei 2 minuti finali.
2016, il quinto episodio, inizia con una sequenza di apertura che non ci fa rimpiangere le due passate stagioni, semplice nella realizzazione ma geniale nella scrittura. Le due nostre newyorkesi preferite, su una panchina di un parco, prendono appunti su idee geniali da realizzare per far soldi: l’app per mandare gif e la loro ambigua pronuncia prima degli altri, le scarpe con calamita integrata per raccogliere monetine mentre si cammina, il ginecologo che ti fa anche la ceretta, idee che simboleggiano il chiaro genio di queste due ragazze. Nel mentre una sedia a rotelle rotola per le scale con la sua sfortunata ospite, e c’è chi ruba il mezzo, chi si fa un selfie, e intanto le due non si accorgono di nulla, voltando le spalle ai problemi della vita e godendosi solo la vista sul lato positivo del parco, di New York, del mondo.
Con Abbi e la storia della motorizzazione si decide di allontanarsi dalla realtà e esplorare i territori dell’assurdo, senza raggiungere risultati troppo convincenti. Siamo dalle parti della storica puntata in cui Abbi va a ritirare il pacco di Jeremy – che fine avranno fatto lui e il suo Shinjo? – almeno per l’anziana signora che si dà all’uncinetto che ci ricorda la poco simpatica funzionaria delle poste, ma qui si esagera con la distorsione della percezione e per Broad City non è mai cosa buona allontanarsi troppo dal vero. Per fortuna che Ilana invece fa il suo dovere facendoci fare due risate, tra gli inappropriati “Yas! Yas! Yas!” e CV confusi con improbabili “Coconut vice“, patriottismi da bandiera sullo sfondo, caschi con parrucca annessa sempre diversi e culi più riconoscibili di facce.
Negli ultimi due minuti, come anticipato, compare la composta Hilary Clinton, che si presta al gioco facendosi chiamare “she-king” da Ilana o annuendo all’ “I Pegged” di Abbi, concludendo la puntata con un bell’abbraccio materno. Le due comiche decidono di forzare la sequenza esagerando con la presentazione della Clinton – occhiolini che fanno esplodere lampadine, musica wonky, montaggio impazzito e espressioni da cartoon – riuscendo a creare un’atmosfera talmente celebrativa che fa giro e finisce per diventare divertente. Tutto ciò forse non basta per soddisfare la nostre aspettative su Broad City, ma ogni episodio riesce a trovare in qualche modo una sua compiutezza e piacevolezza, facendo sempre, tra le altre cose, tanto tanto ridere.
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Posso studiare, oppure posso passare la prossima mezz'ora a decidere se sono più Abbi o più Ilana (probabilmente sono Lincoln) #BroadCity
— лорена (@lore_masi) March 25, 2016
https://twitter.com/_Sebs_/status/710462460910821376
Per finire, un evergreen!
Reduce, Re-use, Recycle, Rihanna.
Questa è la vera Pasqua. #BroadCity pic.twitter.com/qaaEzJTwq1
— Martina (@MartinaBonni) March 26, 2016
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