Cursed1×01 Nimue

Series Premiere E se Excalibur avesse scelto una regina? Cursed, l'ultima serie originale di casa Netflix, ribalta le premesse del ciclo arturiano mettendo al centro della scena la Dama del Lago, con una storia dalle grandi potenzialità che attinge a piene mani dalla leggenda di re Artù e ne fa un prodotto tutto nuovo. Peccato che, a giudicare dal pilot, le aspettative siano state disattese.

6.3

Chi scrive è da sempre appassionato delle storie, dei personaggi e delle leggende del cosiddetto ciclo arturiano; del resto, le vicende di Artù, Merlino, la spada Excalibur, Lancillotto e i Cavalieri della Tavola Rotonda hanno plasmato l’immaginario del Medioevo europeo per secoli e sono ormai una componente ben radicata della cultura occidentale.

È questo, probabilmente, il motivo per cui queste storie e questi personaggi vengono ciclicamente riadattati in nuove iterazioni, le quali talvolta raccontano pedissequamente la leggenda così com’è ufficialmente riconosciuta (accade ad esempio in Excalibur, storico film del 1982) ma molto più spesso ci ricamano sopra, espandono trame secondarie o addirittura ne prendono i fondamenti per raccontare storie completamente diverse, come accade ne La Spada nella Roccia di Walt Disney, ne Il Primo Cavaliere del 1995, nel pessimo King Arthur di Guy Ritchie, in Merlin della BBC e in molte altre opere. Cursed, la nuova serie Netflix che si rifà al ciclo arturiano, si inserisce prepotentemente in quest’ultimo filone, prendendo un personaggio secondario della leggenda ed elevandola a protagonista assoluta. Spiace però constatare che, almeno in questo primo episodio, non tutto è filato per il verso giusto.

Nimue, che nella versione canonica della leggenda (ammesso che ne esista una) è la Dama del Lago che consegna la spada al futuro re Artù, è qui una ragazza che fa parte di una stirpe di druidi – i Fey – che ancora venerano le antiche forze della natura. Nello specifico, però, Nimue fin da bambina mostra di avere forti connessioni con la parte più oscura di queste entità ancestrali, dalle quali spesso si lascia dominare non riuscendo a controllarle, e questo le provoca non pochi problemi con la sua stessa gente, che la osteggia trattandola da emarginata. Dopo un attacco dei cosiddetti Paladini Rossi – una specie di inquietante ordine monacale dedito alla violenza e allo sterminio dei pagani nel nome di Dio – la madre morente affida a Nimue una magica spada, con il compito di portarla a un tale Merlino.

Il concept alla base di Cursed non è originale – è basato su un fumetto di Frank Miller e Tom Wheeler, qui entrambi produttori esecutivi – ma avrebbe tutte le potenzialità per sviluppare una serie young adult con tutti i crismi. Netflix stessa sembra esserne conscia, tanto da strizzare l’occhio a quel tipo di pubblico scegliendo Katherine Langford – la famigerata Hannah Baker di Tredici – per il ruolo di Nimue. Tuttavia, laddove l’idea centrale e la trama di base funzionano senza particolari problemi, sono la messa in scena e la sceneggiatura a far traballare un prodotto altrimenti solido e godibile.

Laddove l’idea centrale e la trama di base funzionano senza particolari problemi, sono la messa in scena e la sceneggiatura a far traballare un prodotto altrimenti solido e godibile.

In questo primo episodio, i dialoghi faticano a trovare una propria dimensione, passando senza soluzione di continuità dall’inutilmente pomposo al forzatamente “moderno”, nel tentativo di svecchiare una leggenda vecchia di millenni per approcciare, come si diceva, un pubblico più giovane. Ma il tentativo, anche se il sottoscritto ha ampiamente superato i 30 anni, sembra fallito. Gli stessi attori sembrano non crederci troppo, a partire dalla stessa Langford fino ad arrivare a Gustaf Skarsgård (il Floki di Vikings, di ritorno in una serie tv) che qui interpreta un Merlino alcolizzato e sui generis che purtroppo scade troppe volte in una copia sbiadita di Jack Sparrow. Menzione di disonore per Sebastian Armesto, interprete di Uther Pendragon, che fa di tutto per confinare il proprio personaggio nella macchietta del re ottuso, viziato e saccente.

A peggiorare la situazione, troviamo una fotografia e una regia che spesso non sono all’altezza delle premesse. Se l’atmosfera in alcune scene funziona particolarmente bene, come ad esempio quella in cui Merlino interpreta dei presagi durante un violento temporale (e anche lì, ci sarebbe da ridire su come questi presagi vengono mostrati allo spettatore), si tratta purtroppo di mosche bianche. Il resto, nonostante la palese volontà del regista di “dare un tono” alla produzione, resta nell’anonimato, se non addirittura scade nel ridicolo: su tutte, citiamo la scena dell’attacco all’accampamento/villaggio dei Fey – dove le comparse sullo sfondo sembrano agire completamente a caso – ma anche le transizioni animate tra una scena e l’altra, una sovrabbondanza di scene sanguinolente totalmente gratuite e una scenografia quasi mai all’altezza, soprattutto negli scorci cittadini.

Se il pilot di una serie è davvero un’indicazione di come saranno i successivi episodi, è veramente un peccato, perché le potenzialità narrative, supportate ovviamente da una mitologia così radicata, ci sono e si vedono; senza contare che Cursed poteva sfruttare anche il cosiddetto “effetto prequel”, quello che porta lo spettatore a chiedersi quale sarà, ad esempio, il percorso che porterà il personaggio di Artù (qui un semplice mercenario) a diventare il leggendario re che tutti conosciamo. Ma tutte queste potenzialità vengono sottosfruttate se non completamente bruciate, in quello che poteva essere un fantasy televisivo con i fiocchi e che invece si ritrova ad essere l’ennesimo originale Netflix con poca voglia di sollevarsi dalla massa.

  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 5/10
    Tecnica - 5/10
  • 6/10
    Emozione - 6/10
6.3/10

Summary

Il pilot di Cursed mostra tutte le altissime potenzialità della serie (solo il fatto di attingere alla mitologia arturiana le dà un jump start notevole), azzoppate tuttavia da una sceneggiatura all’acqua di rose e una messa in scena debole. Peccato.

Porcamiseria

6.3

Il pilot di Cursed mostra tutte le altissime potenzialità della serie (solo il fatto di attingere alla mitologia arturiana le dà un jump start notevole), azzoppate tuttavia da una sceneggiatura all'acqua di rose e una messa in scena debole. Peccato.

Storia 8 Tecnica 5 Emozione 6
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