Marvel's Daredevil1×12 The Ones We Leave Behind – 1×13 Daredevil

Season Finale Il cammino di Matt Murdock attraverso quel difficile sentiero che lo renderà Daredevil volge al termine con il tredicesimo episodio, che non a caso ne porta anche il nome. Un cammino difficile il suo, costellato di insicurezze, dissidi interiori, sacrifici ma soprattutto solitudine, ora che anche il rapporto con Foggy appare seriamente compromesso. Questa prima stagione di Daredevil è […]

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Il cammino di Matt Murdock attraverso quel difficile sentiero che lo renderà Daredevil volge al termine con il tredicesimo episodio, che non a caso ne porta anche il nome. Un cammino difficile il suo, costellato di insicurezze, dissidi interiori, sacrifici ma soprattutto solitudine, ora che anche il rapporto con Foggy appare seriamente compromesso.

Questa prima stagione di Daredevil è però sempre stata caratterizzata dal dualismo con Wilson Fisk: appare evidente quindi come al cammino dell’eroe si possa contrapporre un cammino dell’antieroe. Dall’essere quasi convinto di voler salvare Hell’s Kitchen, Fisk è ormai in balia della sua furia, deciso a sbarazzarsi di chiunque lo possa ostacolare.

Il cammino dell’antieroe

Come detto poc’anzi, è un Wilson Fisk furioso quello che ci viene presentato in questo finale di stagione.  Le uniche persone a lui vicine hanno subito pesanti conseguenze, sono diventati punti deboli alla mercè dei suoi antagonisti: Wesley è morto, Vanessa ha rischiato veramente grosso e persino sua madre è stata raggiunta da Ben e Karen.

L’ira lo porterà a rivoltare Hell’s Kitchen come un calzino per trovare l’assassino di Wesley, lo porterà ad uccidere Leland Owlsley incurante delle conseguenze, ma soprattutto strangola a morte Ben Urich – reo semplicemente di aver fatto qualche domanda alla madre – al termine di un inquietante confronto a casa di Ben ove trova Wilson ad attenderlo nell’oscurità:

Wilson: You’re a man of principle, of conviction. I understand that, I even admire it. But you went after my mother. That’s not something that I can forgive. […] But this is my mother that you brought into this, Mr. Urich. My mother! So I am not here to threaten you. I’m here to kill you.

Fisk ha chiaramente fatto la sua scelta, tra essere un salvatore oppure un oppressore, e questa nuova consapevolezza mista a rabbia incontrollata ce lo fa apparire come pervaso da un delirio di onnipotenza. Questa nuova caratterizzazione di Fisk viene resa splendidamente nello splendido monologo di Vincent D’Onofrio mentre si trova nelle mani dell’FBI, iniziando a narrare la parabola del buon Samaritano quasi ad annunciare la sua imminente fuga:

Wilson: […] It means that I’m not the Samaritan. That I’m not the priest, or the Levite. That I am the ill intent, who set upon the traveler on a road that he should not have been on.

E ancora, nello scontro finale con Matt Murdock:

Wilson: I wanted to make this city something better than it is. Something beautiful. You took that away from me! You took everything! I’m gonna kill you! […] This city doesn’t deserve a better tomorrow. It deserves to drown in its filth! It deserves people like my father! People like you!

Il sipario su Kingpin cala momentaneamente, lasciandolo in un’angusta cella a fissare la parete innanzi a lui che richiama alla mente A Rabbit in the Snow, chiudendo il cerchio con l’omonimo episodio e il fantastico Shadows in the Glass.

Il cammino dell’eroe

Matt: I’d have to push the people that I care about away, if I wanted to be effective at what I do. […] The kind where you think you’ve seen the bottom of humanity, and the pit just keeps getting deeper, you know? I… I can’t… I can’t do this alone. I can’t… I can’t take another step.

I tormenti interiori di Matt lo hanno portato chiaramente ad un punto di esasperazione tale da compiere finalmente quelle scelte che da tanto tempo la lotta a Fisk richiedeva.

La prima scelta è sicuramente quella di abbandonare il percorso di solitudine intrapreso e permettere a se stesso di “affezionarsi” a quella che è la sua famiglia, ovvero Murdock e Nelson: avocados at law. I dialoghi tra Matt, Foggy e Karen sono fondamentali nell’economia di questo finale e servono forse a bilanciare l’eccessiva empatia nei confronti dei cattivi, finora caratterizzati magistralmente. In fin dei conti, nelle storie di eroi, il bene deve pur trionfare. Salvo rare eccezioni.

Foggy e Karen sono le uniche persone importanti nella vita di Matt: la sua lotta a Fisk gli è quasi costata l’amicizia di Foggy, non può permettersi di subire altri colpi, non può assolutamente rischiare che Kingpin gli porti via i suoi amici più cari così come ha fatto col povero Ben Urich.

Matt: Ben is dead, Foggy, because he got dragged into this. […] I have to stop this… before there’s no one left to bury.

Foggy: Matt, Matt! Last time you went after Fisk, I found you half dead! More than half. You go after him in the mask again, he might kill you. Or you might kill him, which would probably have the same effect on someone as Catholic as you are.

La morte di Ben Urich rappresenta proprio l’impulso, la spinta necessaria a porre la parola fine alla battaglia contro il suo antagonista, forte anche del suo nuovo costume nonché nei suoi nuovi stick. Mettendo da parte le sue remore, Matt realizza di dover lottare anche per la sua famiglia, per la sua città: Matt Murdock non è più the man in a mask, è diventato Daredevil. Questa prima stagione si conclude quindi con la nascita di un eroe, sicuramente ancora tormentato dal suo profondo cattolicesimo ma sicuramente più consapevole dei suoi limiti e dei suoi mezzi.

Bilanci

Ogni season finale porta inevitabilmente con sé delle aspettative molto alte, soprattutto se arriva dopo una stagione assolutamente perfetta, dagli standard qualitativi notevoli.

Sicuramente in questo finale viene a mancare un po’ l’azione in cui finora si era raggiunta l’eccellenza. Fatto salvo il combattimento con Fisk, appena sufficiente trattandosi dello scontro tra l’eroe e il super-villain, il resto di quanto visto in questi due episodi è molto introspettivo, con dialoghi anche importanti certo, ma ci si aspettava molto di più.

È stato un finale disastroso quindi? No, affatto.

I due episodi vengono sicuramente salvati da un giudizio mediocre (rispetto alla media) grazie ad alcune scene eccellenti:

  • Il già citato monologo di Fisk sulla Parabola del Buon Samaritano. Niente da fare, D’Onofrio è una spanna sopra tutti.
  • Da un punto di vista scenografico le inquietanti sequenze nel covo di Madame Gao sono senz’altro d’impatto. E poi la scena in cui Matt le prende dall’anziana signora è impagabile.
  • La sequenza degli arresti collegati a Fisk sulle note di Nessun Dorma di Pavarotti. Un vero e proprio gioiello, nella fattura, nella resa. La perfezione insomma.

E poi come sempre, una maniacale attenzione ai dettagli: dal già citato richiamo a Rabbit in the Snow passando per la citazione della Battaglia di New York del primo The Avengers (lo si vede nel ritaglio incorniciato di Ben). Ma non è finita qui: il covo di Melvin Potter è una fucina di citazioni/riferimenti per appassionati, come ad esempio i disegni delle lame rotanti del futuro alter ego di Potter, ovvero Gladiator. E infine una chiccha che rende omaggio alla versione fumettistica di Daredevil: la copertina del giornale in cui viene celebrato il nostro eroe è in realtà la rielaborazione di una copertina realizzata per la versione a fumetti e disegnata persino dallo stesso autore.

La prima serie Marvel per Netflix è stata oggettivamente un successo senza precedenti nel suo settore, alzando, e non di poco, l’asticella per le serie basate su supereroi. Anche la versione cinematografica di qualche anno fa con Ben Affleck non regge onestamente il confronto.  Sarà interessante vedere cosa accadrà nella seconda stagione che vedrà comparire (tra gli altri) The Punisher e Elektra. La speranza è comunque quella di non perdere Vincent D’Onofrio nel cast perchè, diciamolo, una grossa percentuale della resa di questo Daredevil è da attribuire alla sua interpretazione di Wilson Fisk.

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Questi i tweet secondo noi migliori postati per questi due episodi. Ci vediamo per la seconda stagione 😉

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