Dopo l’exploit della fantastica prima stagione, che ha senza dubbio settato nuovi standard per quanto riguarda i supereroi nella serialità televisiva, ecco che torniamo a Hell’s Kitchen con un carico di aspettative grande così. Ma la première della seconda stagione di Marvel’s Daredevil sarà stata all’altezza?
Una cosa la si può dire subito: non è stata una première densa di eventi. Bang non inizia certo col botto, se non fino al climax finale, e fa proseguire la trama con il freno a mano tirato. Ciò su cui gli autori intendono concentrarsi di più, invece, è l’ambientazione. La Hell’s Kitchen attuale è diversa da come l’avevamo lasciata al momento della cattura di Wilson Fisk, e poichè questi cambiamenti si riflettono anche sui nostri protagonisti, l’episodio spende la gran parte del tempo a propria disposizione facendoci immergere in questo nuovo background che farà da sfondo alle imprese dell’Uomo Senza Paura.
Sono cambiati i protagonisti, dicevamo. Lo studio Nelson & Murdock non è mai stato così pieno di clienti delle tipologie più variegate, ma nonostante ciò si trova costantemente in crisi economica: d’altronde è inevitabile se decidi di aiutare la gente bisognosa e questa – non potendosi permettere uno studio legale – ti paga in torte alla fragola e rabarbaro. Tuttavia ciò non preoccupa affatto i titolari, né tantomeno la segretaria, la cui soddisfazione nell’aiutare gli abitanti di Hell’s Kitchen è palpabile.
Del resto, i problemi più pressanti sono altri, soprattutto per Foggy: il ragazzo si è ormai reso conto di non poter fermare il migliore amico Matt dal fare ciò che fa, ne ha preso atto, e sebbene preoccupato dalle implicazioni che questo potrebbe avere sulla loro vita e sul loro lavoro, si prodiga per aiutare Daredevil per vie più consone, anche rischiando la vita infiltrandosi all’interno di gang motociclistiche. Bang insiste molto sul rapporto tra i due amici, colleghi e fratelli, segno, forse, che anche Foggy è destinato ad avere un ruolo decisamente importante in questa seconda stagione, dopo una prima che, salvo in rari casi, lo aveva tenuto un po’ in disparte.
Karen, dal canto suo, non potrebbe essere più felice. Deborah Ann Woll, come sempre bravissima, ci mostra una Karen Page davvero soddisfatta e appagata da ciò che sta facendo con e per lo studio, ma anche alle prese con i primi sintomi dell’attrazione, fisica e romantica, verso Matt Murdock.
Non solo i buoni, ovviamente. Anche il sottobosco criminale di Hell’s Kitchen è cambiato, dopo la disfatta di Kingpin.
L’arrivo del Diavolo Rosso ha mandato a monte gli affari dei Russi, dei Cinesi e della Yakuza, lasciando il campo libero a nuove lotte di potere per il controllo dei traffici di droga e armi. Sono gli Irlandesi, questa volta, i favoriti per l’ascesa al potere, salvo poi essere brutalmente eliminati uno per uno durante un loro meeting segreto. Non è la prima carneficina di questo tipo e sia criminali che forze dell’ordine sono convinti, per modus operandi e crudeltà delle esecuzioni, che si tratti di un’organizzazione paramilitare che vuole prendere il controllo di Hell’s Kitchen. Niente di più sbagliato, ovviamente, sia perchè da mesi sappiamo chi sarà quest’anno il coprotagonista di Daredevil, sia perché anche le indagini del Diavolo Rosso ci porteranno a trovarci faccia a faccia con Frank Castle, aka il Punitore.
Un po’ come quella di Daredevil nei primi minuti, in cui non lo vediamo ma lo sentiamo in tutta la sua potenza, la presenza del Punisher è una costante in tutto l’episodio: nella scena della carneficina di irlandesi, nella voce terrorizzata del sopravvissuto Grotto, nelle confessioni di una vecchia conoscenza di Daredevil e, infine, nel mattatoio dove sono appese alcune delle sue vittime. Il primo vero incontro con lui, però, lo abbiamo al Metro General, dove arriva per terminare il lavoro e uccidere Grotto, noncurante delle vite innocenti che i suoi fucili caricati a proiettili esplosivi possono tragicamente colpire.
Matt lo ferma appena in tempo, ed ecco così che sul finale della primo episodio abbiamo il primo scontro tra Daredevil e Punisher: Frank tiene testa a Matt senza problemi e a mani nude, mettendo il nostro eroe in difficoltà a più ripetizioni fino agli ultimi, tragici secondi. Due vigilanti, due facce della stessa medaglia, due diversi metodi di azione: uno scontro che si preannuncia lungo e senza esclusione di colpi.
Marvel’s Daredevil si conferma, qualora ce ne fosse bisogno, una serie dura, violenta, sanguinolenta, per stomaci forti. Il primo episodio ci riporta perfettamente nel clima di Hell’s Kitchen, dove “tutti hanno una pistola” e dove anche quest’anno l’Uomo Senza Paura avrà il suo bel daffare. Le qualità che ne hanno decretato il successo nel 2015 tornano tutte in questa seconda stagione, insieme ai già citati difetti (un’eccessiva lentezza di certe scene, la mancanza di eventi salienti fino all’ultimo minuto), ma siamo sicuri che Marvel’s Daredevil saprà tenerci incollati al bingewatching anche quest’anno.
Note sparse
- La scena iniziale dell’inseguimento dei rapinatori si conclude in una chiesa, fuori dalla quale campeggia un crocefisso rosso al neon: un riferimento al costante dramma interiore di Matt, combattuto tra la sua forte fede cattolica e il suo operato come Daredevil.
- La gang di motociclisti dove si infiltra Foggy, i Dogs of Hell, è un chiaro riferimento alla reale organizzazione degli Hell’s Angels e alla sua versione televisiva, ovvero quel piccolo gioiellino che fu Sons of Anarchy.
- Grotto esiste anche nei fumetti, sempre immischiato in affari criminali ma sempre con la voglia di uscirne e di redimersi, il che lo porta spesso a fare da informatore sia per Daredevil che per lo studio Nelson & Murdock.
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