DarkDark Season 3: La Fine è l’Inizio è la Fine

Series Finale Jonas va in un'altra dimensione, e il mondo di Dark si complica ulteriormente. Le vite di tutti i protagonisti si ingarbugliano in un nastro di Moebius dove non si riconosce più inizio o fine e dove sembra impossibile cambiare il destino.

9.5

ATTENZIONE: sono presenti spoiler sulla terza stagione di Dark. Proseguite a vostro rischio e pericolo.


“From then on I knew nothing would change; everything would remain the same. the wheel continues to turn, round and round – one fate tied to the next; a thread, blood red, that connects us all.”

Dark ha da sempre giocato con mitologia, filosofia e fantascienza, mischiandoli sapientemente in un’opera televisiva sicuramente non semplice, ma indubbiamente coinvolgente sotto molteplici punti di vista. Nelle prime due stagioni tutto è stato orchestrato nei minimi dettagli, legando i protagonisti della serie in modi perversi e inaspettati. Il filo rosso di Arianna non è tuttavia l’unico elemento conduttore tra le gallerie di Winden, poiché accanto ad esso  – e ad esso avvinghiato – vi è il bracciale dell’uroboro. Il punto di catalizzazione ora cambia, ed è il serpente che si morde la coda, metafora di in un ciclo di eventi senza né inizio né fine.

Avevamo lasciato tutto con un gigantesco cliffhanger, un viaggio di speranza in un’altra dimensione, ed è esattamente da qui che si riparte. Nel nuovo mondo senza Jonas molto è diverso, altro è uguale – in primis un’apocalisse sostanzialmente analoga a quella già sperimentata – e presto si capisce quanto sia tutto interconnesso anche al di là dello spazio: emergono due fazioni, pronte a darsi battaglia un paradosso dietro l’altro. Adam, strenuamente convinto di poter cambiare il destino, ha finalmente la sua controparte, una Eve votata alla preservazione del ciclo infinito degli eventi. Noi siamo sballottati tra la sicurezza che niente possa essere cambiato e il dubbio che un qualunque anello della catena possa in qualche modo cedere a causa dell’intervento di Adam, e mentre scegliamo se preferire irrimediabile l’apocalisse o la totale cancellazione di interi alberi genealogici, una nuova figura ci mostra l’origine dei due mondi.

L’epicentro, scopriremo senza sorpresa, è il figlio senza nome dell’incontro tra le due dimensioni, che darà luogo a tutta la genealogia intricata dei due universi di Winden. La perenne esistenza non riguarda quindi più gli oggetti, ma coinvolge anche alcune persone, i Viaggiatori: infatti, così come il libro di Tannhaus e il medaglione del viaggiatore entrano nel ciclo del paradosso della predestinazione (bootstrap paradox) come oggetti sempiterni, i Viaggiatori di Winden creano una catena indissolubile di eventi, in cui si può presupporre che i momenti in cui possa essere interrotta siano infiniti. Per questo motivo, la creatura sconosciuta si muove tra epoche e dimensioni per far sì che tutto avvenga come previsto – o più semplicemente, per contribuire a un destino già scritto.

L’episodio The Origin pone l’accento sul mantenimento di questo continuum, e ci mostra un essenziale anello della catena: l’unione tra Egon e Hannah genera Silja, che porterà “retroattivamente” alla nascita di Noah e Agnes e le famiglie Doppler e Nielsen, grazie a Bartosz venuto dal futuro. Anche al di fuori del ciclo della predestinazione, Dark ci condurrà attraverso ignare vite spezzate dall’inavvedutezza – Katharina Nielsen e Peter Doppler tra tutti ci fanno rimanere particolarmente male dalla fine che fanno – tramite incontri fortuiti in due mondi in cui niente è fortuito.

Tra i due contendenti, forse Eve ha da un lato ragione: la pistola non può sparare e il cappio non può uccidere Jonas, perché il destino è invariabile e il suo sé più anziano deve necessariamente esistere; tuttavia, come da manuale di fantascienza, per qualche brevissimo momento il loop entra in stasi, consentendo la creazione di alternative inesplorate. Claudia Tiedemann, un passo avanti a tutti, ci presenta un finale che ribalta per l’ultima – e unica, deviando dalla predestinazione – volta il fato dei protagonisti di Dark.

Il finale della serie è una emozionante chiosa sulla mente umana e le difficoltà nell’elaborazione del lutto, sia esso improvviso, come nel caso di Tannhaus, o lentamente inevitabile, come nel caso di Claudia e Regina. L’episodio si prende il giusto tempo per farci assaggiare questo terzo universo in cui essere fuori dal loop della predestinazione è l’unica salvezza, e Jonas e Martha possono finalmente rimediare al ciclo inesauribile di effetti di feedback da loro inconsapevolmente alimentato. Per un momento, non siamo ossessionati dalla lotta tra le due fazioni, ma ci gustiamo un epilogo dai toni più malinconici che drammatici.

Alla fine, attorno a un tavolo, esiste solo chi non ha fatto parte del ciclo infinito di guerra tra Adam e Eve: Charlotte, figlia di sua figlia, non esiste, così come non esistono i Nielsen, legati passato con futuro e viceversa. Un piccolo déjà-vu nella matrice lo avverte Hannah, a dimostrazione che qualcosa è rimasto tra le infinite molecole dei due mondi ormai perduti.

L’episodio finale della serie è una emozionante chiosa sulla mente umana e le difficoltà nell’elaborazione del lutto, sia esso improvviso, o lentamente inevitabile.

Gli autori di Dark hanno avuto sin dall’inizio in mente un progetto ambizioso. Portarlo a termine in maniera così coerente ed emozionante ci ha onestamente sorpresi, vista la pletora di show troppo inclini a narrazioni di comodo o a buchi nella trama più o meno rimediabili. Il disegno di questa serie invece, per quanto complicato, è ineccepibile sotto praticamente ogni aspetto, dalla costruzione all’esecuzione, passando per le atmosfere tetre che permeano la cittadina maledetta di Winden.

Da parte nostra è richiesta semplicemente la massima attenzione, l’ennesima rarità in un mondo di prodotti televisivi dal consumo superficiale che ci concedono di stare al telefono durante la visione. Dark è diverso, una sfaccettatura unica nel genere sci-fi e dei viaggi del tempo, ma dobbiamo concedergli di rapirci e portarci dove – e quando – esso desidera.

  • 10/10
    Storia - 10/10
  • 8.5/10
    Tecnica - 8.5/10
  • 10/10
    Emozione - 10/10
9.5/10

Summary

Dark chiude poeticamente una serie certamente complicata, ma minuziosamente costruita e raccontata in ogni dettaglio. Raramente si incontrano opere televisive così immersive e coinvolgenti dall’inizio alla fine.

Porcamiseria

9.5

Dark chiude poeticamente una serie certamente complicata, ma minuziosamente costruita e raccontata in ogni dettaglio. Raramente si incontrano opere televisive così immersive e coinvolgenti dall'inizio alla fine.

Storia 10 Tecnica 8.5 Emozione 10
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