La prima stagione di Dead to Me ci aveva lasciato con un cliffhanger non da poco: la morte di Steve ha indotto a chiedersi: e adesso? Il secondo blocco di episodi risponde a questa domanda egregiamente, con 10 spaccati di assoluta comicità, ma uguale profondità, che hanno l’abilità di lasciare il segno. Anche grazie alle brillanti interpretazioni di Christina Applegate – semplicemente fenomenale – e Linda Cardellini, che prestano i volti alle due protagoniste.
Dead to Me vuole celebrare soprattutto l’amicizia, derivata sì da eventi sorprendentemente macabri, ma non per questo meno vera o sentita. I ruoli, in questa S2, sono invertiti: è Jen a dover convivere ogni giorno con i sensi di colpa per aver ucciso l’amore della vita di Judy; a dover mentire continuamente e nascondersi pur di salvare la propria famiglia, i suoi figli Charlie e Henry. E a questo si aggiungono traumi ancora irrisolti e la necessità di essere una brava madre. Anche Judy, dal canto suo, ha il suo bagaglio da gestire, a partire dal suo ex abusivo fino ad arrivare alla sua incapacità di rifiutare qualcosa alle persone.
La domanda fondamentale è: come gestire i continui dubbi, le autocommiserazioni o le colpe, per andare avanti nella propria vita? Jen e Judy provano a farlo appoggiandosi l’una all’altra, ma non solo per bisogno, quanto per sincero affetto e rispetto. Quello che rende felice Judy, è importante per Jen, e viceversa. Lo stesso disinteresse alla base delle azioni e dei consigli rende la loro amicizia un vincolo a cui ispirarsi – seppur non per la parte in cui entrambe fanno il possibile per occultare un omicidio.
La scelta narrativa vincente di Dead to Me è quella del scopro/non scopro: proprio quando si è a un passo dalla verità, con tutta l’ansia che ne consegue, la situazione si fa di nuovo calma, quasi per caso. Chi non è rimasto di sasso alla vista di uno Steve gemello che compare alla porta? O all’improvvisa apparizione della detective Perez nella stessa casa in cui vive la nuova fiamma di Judy?
Insomma, la vita di Jen e Judy appare come una montagna russa emotiva, in tutto e per tutto. Ed è per questo che l’immedesimazione viene spontanea. Avere a che fare con le responsabilità delle proprie azioni, gestire il turbine di sentimenti che vuol uscire costantemente o trovare una persona che possa capirci: chi non ha fatto i conti con una o più di queste cose nel corso della vita?
Valore aggiunto sono sicuramente i dialoghi e le scenette comiche che strappano un sorriso e, il più delle volte, una bella risata di gusto. Sì, la sostanza è che vogliamo questa Season 3.
Per concludere (rifacendoci a quel gioiellino di Bojack Horseman) vi chiediamo: Siete più una Judy o una Jen?
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8/10
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Summary
Dead To Me ha le carte per guadagnarsi il titolo di una delle migliori serie (dark) comedy degli ultimi anni. La seconda stagione non fa diminuire l’interesse dello spettatore e anzi infittisce la trama e l’approfondimento dei personaggi nel modo giusto. Da non perdere!
Porcamiseria
Dead To Me ha le carte per guadagnarsi il titolo di una delle migliori serie (dark) comedy degli ultimi anni. La seconda stagione non fa diminuire l’interesse dello spettatore e anzi infittisce la trama e l’approfondimento dei personaggi nel modo giusto. Da non perdere!
Storia 8 Tecnica 8 Emozione 8