Defending JacobDefending Jacob: conosci davvero la tua famiglia?

Season Recap Quando il figlio di 14 anni viene accusato dell'omicidio di un compagno di classe, l'intero mondo di una famiglia fino a quel momento serena e felice inizia lentamente e inesorabilmente a crollare, in quello che sarebbe un thriller nella norma se non fosse per la fortissima componente psicologica e un cast praticamente perfetto.

8.3

In un contesto televisivo decisamente sovraffollato, quello di Apple TV+ è un servizio che va sempre più delineandosi come intrattenimento di qualità. La piattaforma della Mela Morsicata sembra prendere una strada diversa dagli altri, rifiutando la competizione con Netflix – che notoriamente punta su quantità e territorialità, più che sulla qualità – e mettendosi in concorrenza più con HBO che con gli altri colossi dello streaming. L’eccellente The Morning Show e il suo cast di star ha contribuito a lanciare Apple in questa direzione, supportata da altre produzioni di diverso genere (Mythic Quest, Home Before Dark e Little America su tutte) che ne hanno confermato la volontà di puntare tutto sulla qualità tecnica e stilistica.

Defending Jacob dimostra una volta di più quanto Apple sia un player da non sottovalutare nel panorama streaming attuale e futuro

Defending Jacob è l’ultima arrivata di questo piccolo ma notevole catalogo, e dimostra una volta di più quanto Apple sia un player da non sottovalutare in questa nuova era della serialità televisiva. Basata sul libro di William Landay, Defending Jacob ci porta nella vita della famiglia Barber: Andy (Chris Evans) è assistente procuratore distrettuale in una piccola cittadina del Massachussets, dove vive insieme alla moglie Laurie (Michelle Dockery) e al figlio 14enne Jacob (Jaeden Martell). Una famiglia unita e felice, la cui vita e i cui rapporti iniziano però a sfaldarsi e crollare lentamente quando Jacob viene accusato dell’omicidio di Ben Rifkin, un compagno di classe trovato accoltellato in un parco.

L’isolamento di una famiglia ostracizzata dal giudizio di una comunità con un bisogno irrefrenabile di avere un colpevole contro cui puntare il dito; le falle di una giustizia che sembra più preoccupata a creare un colpevole da dare in pasto alla suddetta comunità piuttosto che perseguire la verità; ma soprattutto, il crollo psicologico di una madre divisa tra l’amore per il figlio e il lancinante sospetto che possa davvero essere colpevole. In Defending Jacob l’omicidio del giovane Ben è sì la linea narrativa principale, ma anche quella più “ordinaria”: la parte crime/thriller/legal infatti, pur supportata da una scrittura notevole, procede in maniera piuttosto classica, senza aggiungere nulla di particolarmente nuovo a un genere già molto affollato. A risultare notevolmente più interessanti – e il creatore Mark Bomback sembra esserne più che cosciente – sono i risvolti della vicenda, terribili e angoscianti, che si abbattono su una famiglia mettendone in discussione le stesse fondamenta, ovvero l’amore reciproco che la unisce.

Il ritmo cadenzato della narrazione, i lunghi silenzi, la fotografia fredda e desaturata – che assume toni più caldi solo nel finale – fino alle sapienti scelte registiche, tutto concorre a far vivere l’angoscia della famiglia Barber allo spettatore, che si ritrova non solo a vederne ma a sentirne drammi e sofferenze. Tuttavia, più che le comunque notevoli qualità tecniche, il vero valore aggiunto di Defending Jacob sono gli attori protagonisti: laddove Chris Evans dimostra finalmente di essere molto di più del bel faccino e delle “chiappe più belle d’America” di Steve Rogers, il vero cavallo di razza del cast è l’eccellente Michelle Dockery, già nota al pubblico seriale come la Lady Mary Crowley di Downton Abbey.

L’interpretazione di Michelle Dockery buca lo schermo, rendendo il lento ma inesorabile tracollo di Laurie vero e tangibile

La sua interpretazione buca lo schermo, rendendo il lento ma inesorabile tracollo di Laurie vero e tangibile; i suoi dubbi sul proprio ruolo di madre e sul figlio Jacob, che inizialmente riteniamo forse esagerati, finiscono per essere anche i nostri – e in questo è complice anche l’ottimo lavoro del giovane Jaeden Martell nel rendere l’enigmatico ragazzino come una mistura esplosiva di ingenuità adolescenziale e inquietudine perfettamente dosata, in grado sia di farci parteggiare per lui sia, successivamente, di farcelo condannare senza appello. A ragione o a torto, lo lasciamo capire a voi. Un cast ineccepibile, dunque, a cui si sommano le poche ma significative scene della guest star J. K. Simmons, in un ruolo che, in maniera sicuramente non casuale, ci ricorda in maniera inquietante quello di Vern Schillinger, da lui interpretato nella storica serie Oz.

La sceneggiatura – tolto l’abusatissimo cliché del padre americano che chiama il figlio “campione”, qui fastidiosamente ricorrente – concorre anch’essa ad instillare il dubbio in chi guarda, soppesando i dialoghi e le relazioni con i comprimari e centellinando informazioni e rivelazioni da una parte e dall’altra. La domanda “Sarà davvero stato lui?” rimane nella mente dello spettatore dal primo all’ultimo minuto della narrazione, facendone continuamente oscillare l’opinione e facendolo sentire partecipe di tutti i molteplici punti di vista della vicenda. Il livello di “immersione” nella vicenda è quindi il punto di forza di Defending Jacob, quel quid in più decisamente azzeccato e ben orchestrato che permette a una storia altrimenti banale di elevarsi a un prodotto seriale più che degno di 8 ore del vostro tempo.

  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 9/10
    Tecnica - 9/10
  • 9/10
    Emozione - 9/10
8.3/10

Summary

In Defending Jacob la componente thriller è un pretesto per mostrare le emozioni e le contraddizioni di una famiglia travolta da una vicenda terribile, e per fortuna: tra l’ottima componente tecnica e le interpretazioni sublimi del cast, la serie vale decisamente 8 ore del vostro tempo.

Porcamiseria

8.3

In Defending Jacob la componente thriller è un pretesto per mostrare le emozioni e le contraddizioni di una famiglia travolta da una vicenda terribile, e per fortuna: tra l'ottima componente tecnica e le interpretazioni sublimi del cast, la serie vale decisamente 8 ore del vostro tempo.

Storia 7 Tecnica 9 Emozione 9
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