DisenchantmentPart 2: una risata seppellita

Season Recap Le avventure di Bean, Elfo e Luci si confermano più sconquassate che mai, mettendo di fronte allo spettatore un problema di organicità che genera solo risate amare.

5.0

Poco più di un anno fa esordiva su Netflix Disenchantment, il nuovo ambizioso progetto di Matt Groening, creatore de I Simpson Futurama, che mirava a traslare la sua comicità nel passato medievale, dopo aver dissacrato la contemporaneità e il futuro. L’esperimento, almeno nelle nostra opinione, non riuscì del tutto, complici una serie di elementi coincidenti, che rese quel primo arco narrativo non all’altezza delle aspettative (ne abbiamo parlato in questo recap).

I primi dieci episodi dello show formano la prima parte di una stagione composta da venti puntate e che ha trovato quest’anno la sua conclusione, col rilascio dell’ultimo segmento. Il cambiamento di rotta che auspicavamo però non c’è stato, confezionando ancora una volta un agglomerato inconstante di comicità non sempre azzeccata, né nei tempi né nella forma. Il registro di Disenchantment non ha mai mirato alla sola risata ma, nella migliore tradizione groeninghiana, puntava a suscitare anche un misto tra drammaticità e riflessione: in questo la serie è decisamente più portata, regalando momenti emotivi a volte telefonati ma comunque sinceri.

Sulla parte comica, però, le pecche principali vengono fuori, con attimi di imbarazzante minutaggio nonsense o, nel migliore dei casi, sprazzi divertenti ma senza un coinvolgimento totale dello spettatore, il quale raramente ride di vero gusto o si affranca da una superficiale risata legata al momento. Non mancano scene comiche o dialoghi brillanti, ma non sono né la norma né rientrano in un coerente disegno narrativo, facendo apparire questi dieci episodi come una serie sconnessa di puntate accostate l’una all’altra.

Non aiuta in questo neanche la trama orizzontale, stropicciata dagli autori e ripresa qua e là a convenienza, ma senza un reale appeal. Si tratta, anche in questo caso, di momenti disorganici, citazioni en passant o velocemente dimenticati: la trama relativa a Dagmar fa capolino ogni tanto, lo stesso accade per il regno degli Elfi, il bar di Luci e altri elementi non proprio trascurabili. Non va meglio quando la serie prova ad affrontare questi nuclei narrativi presentati come portanti, relegando loro una superficiale e sbrigativa trattazione che li fa passare in qualcosa di ben peggiore di un secondo piano (la pietrificazione di Dreamland e la sua risoluzione non occupano più di due righe di sceneggiatura, e parliamo di uno dei cliffhanger della prima parte).

A ciò si aggiunga l’incontrollabile fenomeno dei finali aperti (già ampiamente criticato in un nostro speciale), che finisce per peggiorare la percezione di Disenchantment come serie unitaria: il cliffhanger di questa seconda parte, ampiamente prevedibile, non chiude alcuna linea narrativa, lasciando praticamente non concluse tutte le trame. Un errore non da poco se consideriamo che in ballo ci sono: almeno tre organizzazioni segrete di cui ancora ignoriamo scopi, mezzi, struttura e collegamenti; una serie innumerevole di personaggi il cui destino off-screen non è stato chiarito e che potrebbero tornare come anche no. La caratterizzazione dei personaggi è vagamente abbozzata, ad eccezione di re Zøg, l’unico a cui viene data una tridimensionalità, a scapito anche degli altri protagonisti (non a caso il migliore episodio della stagione è, a nostro parere, The Lonely Heart Is a Hunter).

Disenchatment alla prova del nove si presenta quindi incompleto, incoerente ed estremamente frammentato, senza più l’attenuante del fisiologico lento interesse per la prima impressione e peccando in quella dimensione comica che, ironicamente, dovrebbe esserne invece la struttura portante. Lasciando il finale aperto forse gli autori sperano che il pubblico chieda a gran voce un rinnovo, ma onestamente le avventure di BeanElfo e Luci potrebbero anche concludersi qui senza rappresentare una grossa perdita.

  • 4/10
    Storia - 4/10
  • 6/10
    Tecnica - 6/10
  • 5/10
    Emozione - 5/10
5/10

Summary

Un amalgama di episodi sconnessi rende questa seconda parte di Disenchantment disorganica e incompleta, paradossalmente più forte nei momenti drammatici che non in quelli comici. Il finale aperto, poi, non chiude alcuna linea narrativa, lasciando insoddisfatto il desiderio di qualsiasi conclusione.

Porcamiseria

5

Un amalgama di episodi sconnessi rende questa seconda parte di Disenchantment disorganica e incompleta, paradossalmente più forte nei momenti drammatici che non in quelli comici. Il finale aperto, poi, non chiude alcuna linea narrativa, lasciando insoddisfatto il desiderio di qualsiasi conclusione.

Storia 4 Tecnica 6 Emozione 5
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