Empire2×11 Death Will Have His Day – 2×12 A Rose by Any Other Name

Il ritorno di Camilla destabilizza gli equilibri della famiglia Lyon e del loro impero discografico. La famiglia cerca un modo per liberarsene con furbizia, mentre Andre e Rhonda affrontano una tragica perdita. Laddove le trame secondarie risultano soddisfacenti, il main plot delude le aspettative, procedendo fin troppo frettolosamente.

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Empire ci aveva lasciato, qualche mese fa, con una montagna di cliffhanger e due grossi colpi di scena: il ritorno di Camilla (Naomi Campbell torna sullo schermo dopo la sua fugace apparizione in American Horror Story – Hotel) e la rovinosa caduta di Rhonda, architettata con ogni probabilità da Anika. Il ciclo di vita delle trame in Empire è più breve della vita di una farfalla, lo sappiamo bene ormai, e questi due episodi non fanno certo eccezione, mostrandoci l’ascesa e la caduta di Mimi e Camilla in rapida successione.

Death Will Have His Day

Le trame e i sotterfugi non si lasciano certo attendere, tra un Lyon disposto a tutto per riprendersi il suo posto – grazie Cookie per sbraitargli addosso evitando di fargli usare la pistola – e un altro Lyon fresco di tradimento e pronto a scalare i vertici dell’impero discografico del padre – grazie Cookie per spaccagli addosso una scopa e prenderlo letteralmente a borsettate.

La trama sembra procedere col fast forward, dalle rappresaglie degli scagnozzi di Thirsty – il gatto morto appeso al soffitto è il tocco di classe – alla nomina di Hakeem come CEO, fino all’acquisizione di Lyon Dynasty e di tutto il suo roster, inclusa Laura e le Mirage à Trois. Nulla di fuori dagli schemi, nello stile trash a cui bisogna essere avvezzi per poter godere appieno di questo show,nel modus narrandi sempre più vicino al Revenge degli ultimi tempi. L’ambiguità del rapporto con Camilla e il sentimento rinnovato per Laura mettono Hakeem in una posizione scomoda, minacciato altresì da suo padre nello stesso punto in cui ebbe luogo la conclusione del primissimo episodio – sappiamo che nessuno morirà, ma qualche brivido ci arriva lo stesso.

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Jamal nel frattempo fa i conti con le voci sulla sua ambiguità sessuale – “Alicia Keys” ha fatto il danno – e l’appoggio ormai precario di Jameson e della comunità LGBT. Una canzone dal testo ambiguo e due mossette à la Justin Timberlake non risolvono pienamente la situazione, ma almeno la fiducia del magnate è riguadagnata.

Andre e Rhonda offrono il segmento migliore dell’episodio, specialmente in prospettiva degli episodi a venire, con la tragica perdita del loro figlio. Il dilaniante senso di colpa di Rhonda e il conflitto interiore di Andre impreziosiscono l’episodio senza indebite esagerazioni e danno sfogo anche a Cookie e alla storia della sua gravidanza interrotta. La coppia cerca di tornare ad una vita normale il prima possibile, non concedendosi un’appropriata elaborazione del lutto, ma laddove la fede di Andre appare incrollabile, Rhonda abbandona la spiritualità, a preghiera inascoltata.

Nonostante Cookie abbia un ruolo marginale, la seconda tranche di questa stagione di Empire parte tutto sommato nella giusta direzione, col tipico imprinting volto al continuo ribaltamento dei fronti, trame ordite alle spalle, segreti e bugie.

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A Rose by Any Other Name

Il riferimento Shakespeariano nel titolo strizza l’occhio alla brutta fine della coppia Mimi-Camilla, che chiude l’episodio nel dramma, ma se tale riferimento fosse fedele nella sua interezza, ci si dovrebbe aspettare una Camilla/Giulietta sopravvissuta al veleno ingerito poco prima dei titoli di coda. Mentre questo dubbio ci attanaglia, perplessità ben più significative vertono su come questo climax sia stato raggiunto.

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Il main arc di questo episodio è rovinosamente frettoloso, e gli autori hanno deciso di premere l’acceleratore sul piano di Hakeem per levarsi di torno Camilla. Dai suoi atti di sabotaggio al video di Lucious per “Boom, Boom, Boom, Boom” – ancora non mi capacito di un titolo così ridicolo dall’omonima canzone dei Vengaboys – al tour di Tiana e le Mirage à Trois, fino al sextape minatorio, tutto appare ipervelocizzato, laddove si sarebbe potuto spendere decisamente più tempo su Camilla in quanto “villain“. Vale la pena ricordare solo due momenti: il segno della croce di Cookie prima di parlare a Camilla, ma soprattutto la performance di Tiana – in un costume che ci catapulta ai tempi di Britney Spears e la sua “Toxic” – che trasuda fierceness da ogni poro. When will your faves?

Mentre Hakeem non lesina provocazioni al padre detronizzato, cambiando persino logo alla label, Jamal viene a conoscenza del reale colpevole della cattiva pubblicità sul suo conto – non mi soffermo sul flash mob di cui è vittima all’inizio dell’episodio perché è un flash mob e siamo nel 2016 – e organizza subito una palese manovra di contrattacco, esibendosi in un nuovo pezzo e dissando Lucious. Sfugge il motivo per cui avere un nome d’arte sia un’onta tanto esagerata – ricordiamo che il vero nome di Lucious è Dwight Walker – ma inaspettatamente il capofamiglia dei Lyon è pronto a sfruttare la fuga di notizie a suo vantaggio.

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Andre e Rhonda continuano la loro lotta contro la sofferenza per la perdita del figlio, con un fattore di disturbo in più: Andre sta tornando ad avere problemi di salute mentale, con eccessi di paranoia e inspiegabili scatti d’ira. La contrapposizione tra fede e scienza è resa in soldoni durante il colloquio col reverendo Price, che esorta il Lyon maggiore a rivolgersi a Dio invece di farsi tarare le dosi di psicofarmaci, come farebbe chiunque se affetto da problemi di bipolarismo. Il dialogo infastidisce proprio per il senso di quelle parole, piuttosto che per il cliché dell’invasato religioso, perdonato agli autori solo perché visceralmente qualcosa nello spettatore si muove, ed è perlopiù rabbia.

La nota sentimentale di Jamal e Hakeem, di conforto ad Andre, è il momento più sentito dell’episodio, rinsalda il legame famigliare – al netto di Lucious – e mostra collettive lacrime di dispiacere, rendendo onore all’interpretazione degli attori che vestono i panni dei Lyon.

In questa review si parte dal peggio e si finisce al meglio, per addolcire la resa complessiva dell’episodio, sicuramente mediocre e inferiore rispetto al precedente, specialmente nella costruzione della storyline principale. Con la distruzione rapidissima di un grosso pezzo di trama ora c’è spazio per il ritorno di Anika e del nuovo erede dei Lyon. La sua breve incursione nella mid-premiere era solo l’antipasto.

3

Io basito da quanto è brava.

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