Fargo2×02 Before the Law

Con questo secondo episodio Fargo si conferma la migliore serie antologica del momento, e riesce nell’impegnativa impresa di far appassionare gli spettatori senza venir meno alla sua identità, senza abusare di colpi di scena e di personaggi sopra le righe, senza spingere sull’acceleratore, ma piuttosto calibrando tutti gli elementi narrativi in modo equilibrato e costantemente ricco […]

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Con questo secondo episodio Fargo si conferma la migliore serie antologica del momento, e riesce nell’impegnativa impresa di far appassionare gli spettatori senza venir meno alla sua identità, senza abusare di colpi di scena e di personaggi sopra le righe, senza spingere sull’acceleratore, ma piuttosto calibrando tutti gli elementi narrativi in modo equilibrato e costantemente ricco di tensione. Dopo l’accattivante pilot un altro episodio di un’ora scorre via come fosse una sit-com, e nonostante l’assenza di scene d’azione e risate facili riesce a tenerti incollato allo schermo con l’intenzione di non perderti neanche un parola, neanche un secondo di quello che succede.

Cosa succede in questo secondo episodio? La pericolosa banda di Kansas City va a far visita alla famiglia Gerhardt, i cui equilibri sono ormai messi in discussione dalle precarie condizioni di salute del capofamiglia Otto. Il dialogo tra Floyd e suo figlio Dodd, il primogenito, è già un duello vero e proprio, giocato sul tavolo di casa a colpi di dialettica. Floyd riesce a contenere la foga del figlio, ma la situazione sembra tutt’altro che stabile: Dodd vuole infatti trovare Rye per tenerlo dalla sua parte, la madre gode del supporto di Bear, il secondo figlio, e 3 contro 1 sarebbe una sconfitta già in partenza per il deciso Dodd. La famiglia Gerhardt ci viene presentata più grande di quanto era parso nella prima puntata, e la lotta al potere al suo interno sembra essere un punto di inizio utile per lo sviluppo di interessanti dinamiche familiari.

Il defunto Rye è ricercato anche da i nuovi arrivati dal Sud, che hanno individuato nel più piccolo dei fratelli Gerhardt l’anello debole, da manipolare per arrivare al controllo degli affari dell’intera famiglia. Facciamo quindi la conoscenza di Mike Milligan, braccio destro di Joe Bulo, che si dice da subito disposto a ricorrere alle maniere forti pur di raggiungere il suo scopo. Quello di Mike è un personaggio ben costruito, furbo e malvagio come lo era Lorne Malvo nella prima stagione. Per ora Mike sembra essere meno misterioso e più prolisso del “cattivo” della scorsa stagione, sicuramente più beffardo (“before the law”, appunto). Il parallelismo si ripete nel dialogo con lo sceriffo Hank, che tanto ricorda il tesissimo incontro tra Malvo e il poliziotto interpretato da Colin Hanks nel pilot della prima stagione. Se lì venivano i brividi per l’estrema capacità di controllo di Malvo e per la paura provata dal poliziotto (e da tutti noi), qui invece la situazione è meno pericolosa, ma non per questo la scena è meno riuscita. L’atmosfera è tagliente e la frase con cui Mike si congeda dallo sceriffo è di quelle che inquietano e scuotono l’animo incerto dell’interlocutore:

Non è un piccolo miracolo? Nonostante lo stato del mondo di oggi, il livello di conflitto e di incomprensione, due uomini possono stare su una strada solitaria in inverno e parlare, con calma e razionalità, mentre tutto intorno a loro, le persone impazziscono.

In tutto ciò il ricercatissimo Rye è morto da un pezzo in casa Blomquist. Ed e Peggy devono fare i conti con la realtà: mettersi a pulire il gran casino in garage e mantenere allo stesso tempo una vita tranquilla. Lei si dimostra tutt’altro che furba invitando la sua collega proprio quando la casa dovrebbe essere off-limits, la fa andare addirittura in garage; cosa dovremo aspettarci da una che non sa neanche nascondere della carte igienica rubata? Qualcosa ci dice che la maldestra Peggy metterà nei guai quel povero cristo di Ed, come se non l’avesse già fatto abbastanza nel pilot. Kirsten Dunst sembra decisamente adatta a fare la parte della sprovveduta, così come Jesse Plemons, soprannominato ormai universalmente Fat Damon (per la somiglianza extralarge con l’attore Matt), che ci offre per ora, pur parlando pochissimo, l’interpretazione migliore della serie.

Quello che ci colpisce dell’Ed di questa seconda puntata è la calma, il silenzio, la rassegnazione che lo pervade. “Before the law” tra le altre cose ci vuole raccontare la sua giornata, dalla mattina alla tarda nottata. Si comincia col pulire la macchina, la casa, il garage, e si finisce col triturare i pezzi del cadavere di Rye Gerhardt in un chiaro omaggio al film premio oscar dei fratelli Coen. Ed commette degli errori che potrebbero costargli caro in futuro, come la fibbia della cintura di Rye dimenticata tra i vestiti bruciati nel camino di casa; manca il metodo del criminale affermato, e si vede. La scena in macelleria, quando viene sorpreso dal detective Lou Solverson, è girata alla perfezione, i tempi gestiti con esperienza ed efficacia, tanto da farci dimenticare che in fondo si tratta di una dinamica vista e rivista. Ed dimostra inesperienza e sangue freddo, ingredienti che ci fanno tifare per lui, che preferisce bruciare anche le mutande per avere la sensazione di essere pulito, ma la sensazione è quella che servirà un bel po’ di fortuna per tirarsi fuori da questo pasticcio.

Nel finale di puntata ci allontaniamo dalla macelleria e dai personaggi, ognuno preso dai suoi misteri da risolvere o da mantenere. Accompagnati da una voce fuori campo e dal suo profetico e minaccioso monologo entriamo di nuovo in quella dimensione aliena che tanto ci aveva sorpreso nello scorso episodio, “Waiting for Dutch”. Dallo spazio ci osservano; le nostre storie, le nostre preoccupazioni non sono poi così importanti se inserite in un disegno più grande. Questo sembra dirci Noah Hawley, quello che state vedendo è solo una porzione del quadro generale, come osservare al microscopio, o dal lontano spazio, una piccola insignificante realtà.

Cosa non ci ha convinto finora? Poco. Il buon Patrick Wilson sembra avere la faccia adatta ad interpretare il futuro vedovo/sceriffo/papà Solverson, ma la sua figura resta per ora troppo anonima. Gli altri personaggi devono ancora dare il meglio, il confronto con i personaggi della prima stagione per ora è inevitabile, e Lester, Malvo, e Molly per ora vincono a mani basse su Peggy, Ed, e Lou. C’è meno ironia, ma questo non è necessariamente un difetto. Non ci sono accelerazioni nella trama di Fargo, tutto procede lentamente, in un flusso progressivo e costante di tensione e mistero. Tutti gli elementi, anche i dettagli più inutili, si portano dietro quell’aria di disagio capace di far stare costantemente sull’attenti lo spettatore.

Un episodio avaro di avvenimenti ma comunque ricco di tensione. I personaggi si delineano meglio, e l’atmosfera è sempre più quella riconoscibile di Fargo, inutile dire poi che una fotografia così ben curata la si vede raramente. I 4 Porcamiseria su 5 sono d’obbligo, le 3/4 linee narrative sono sempre sul punto di incrociarsi, per ora si sfiorano, e quando si scontreranno la trama decollerà in maniera definitiva.

 

4

Ecco i vostri tweet migliori su Fargo! A quanto pare la scena della macelleria non è passata inosservata…

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