Fargo2×04 Fear and Trembling

Ci sono sguardi che non si dimenticano. La quarta puntata di Fargo, Fear and trembling, ci parla della paura, ci parla dello sguardo pieno di terrore e speranza di chi non sa ancora di essere spacciato, ma anche della guerra, quella contro la rassegnazione e contro il destino. Si tratta di una puntata dal retrogusto […]

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Ci sono sguardi che non si dimenticano. La quarta puntata di Fargo, Fear and trembling, ci parla della paura, ci parla dello sguardo pieno di terrore e speranza di chi non sa ancora di essere spacciato, ma anche della guerra, quella contro la rassegnazione e contro il destino. Si tratta di una puntata dal retrogusto amaro, di quelle che ti lasciano in uno stato di sconforto totale: i Gerhardt, i Blomquist, e i Solverson, i tre nuclei famigliari della vicenda, combattono tre battaglie che, se non fosse per Rye, potremmo definire parallele. Tre battaglie in cui la paura fa da padrone, in cui l’avversario sembra inesorabilmente più forte (Kansas city, la legge, e il cancro), e che sono tutt’altro che concluse.

Si parla di battaglie, ma anche di scelte e di rassegnazione, in un episodio dal titolo che rimanda alle opere di Kierkegaard. Nel suo “Fear and Trembling”, il filosofo dà una nuova prospettiva alla storia di Abramo e del sacrificio Isacco, ci pone davanti alla scelta del padre – la scelta di Floyd e quella dei Solverson -, collocandola nel metodo di Kierkegaard: tutti siamo posti davanti a delle scelte, e imboccare una o l’altra alternativa è l’unico modo per conseguire la libertà.

Diamo un piccolo riassunto della trama, per introdurre meglio le tre diverse situazioni. Il sicario indiano Hanzee – da oggi nostro personaggio preferito – si mette sulle tracce di Rye, risale alla macchina di Ed da un pezzo di fanale trovato sul luogo dell’incidente, e scopre che si tratta proprio della macchina del macellaio grazie all’imbranato meccanico amico di Karl, in una scena da applausi per l’equilibrio tra tensione e comicità che riesce a mantenere. Questi chiamano Lou per riferire dello strano incontro, e in questa occasione lo sceriffo ha un’illuminazione che collega la macchina di Ed alla scomparsa di Rye. Intanto i Gerhardt al completo incontrano Joe Bulo per rispondere all’offerta, ma la controproposta non viene presa bene a causa della dimostrazione di forza da parte di Dodd su due ragazzi di Joe. Mike e i fratelli Kitchen non tardano quindi a fuori alcuni aiutanti della famiglia tedesca, lasciando vivo Otto, come avvertimento. I due Blomquist intanto fanno piani per il futuro, ma Peggy usa di nascosto, per il seminario di auto-realizzazione, i soldi destinati all’acquisto della macelleria, mettendo in crisi la coppia. In conclusione: Lou sa dei Blomquist, così come Hanzee (la fibbia trovata le ceneri è la prova definitiva), e Floyd dichiara finalmente guerra alla mafia di Kansas City. Non potevamo chiedere di più.

Fargo 2x04 Fear and trembling

It’s War

Le buone intenzioni di Floyd non sono bastate. Bulo si è rivelato un avversario più ostico del previsto, la mafia di Kansas city ora vuole tutto e subito. Quello che più ci ha convinti dei Gerhardt in questo episodio è però il rapporto tra Floyd e Dodd. Durante l’incontro la furia del primogenito mette per la prima volta in seria difficoltà la madre, che dimostra di non saper gestire i figli come farebbe con dei dipendenti. La scena in macchina poi, di ritorno dal fallimentare incontro, ci tocca il cuore: Dodd sarà pue una testa di cazzo, ma per un momento torna bambino, non quello già esperto di omicidi che abbiamo modo di conoscere durante la splendida introduzione ambientata nel 1951, ma quello che si rende conto di essere una piccola parte di una famiglia che sta andando in pezzi. Lo vediamo appoggiare la testa sulla spalla della madre, cercando delle scuse, sentendosi in colpa. La reazione di Floyd è un’altro momento da incorniciare: per due volte ritrae la mano, alla terza è lei che accarezza il figlio, a cancellare il passato e rassicurarlo sul futuro. L’orgoglio è messo da parte, così come la razionalità, spazio ai sentimenti, e il suo “It’s war” finale è il grido di dolore definitivo che aspettavamo da tempo.

Fargo 2x04 Fear and trembling

Lifespring

La paura dei Blomquist è diversa da quella dei Gerhardt, i sentimenti latitano, o non ci sono mai stati. Quello che li unisce è piuttosto un senso comune di tenerezza, il condividere le proprie sfighe per sentirsi meno soli; l’amore non sembra far parte del loro rapporto. L’insicurezza di Peggy è rafforzata dall’incidente al Waffle Hut, il seminario di auto-realizzazione Lifespring le appare come l’unico mezzo per uscire dall’enorme guaio in cui si è cacciata e per essere indipendente da Ed. Quest’ultimo invece sogna semplicemente una vita tranquilla, da proprietario della macelleria e con qualche figlio da crescere. Gli ingenui sogni dei due vengono però spezzati da Lou, che vorrebbe proteggerli facendoli confessare. Lo sguardo di Ed, quando sul finale è sul punto di parlare, di confessare l’accaduto, è proprio lo sguardo di cui abbiamo parlato, a metà tra la rassegnazione e la speranza che vada tutto liscio. Una battaglia già persa la loro, una guerra contro la legge, contro I Gerhardt, per il desiderio di una vita normale.

– “What, so I can be a less good me?” – Peggy

Fargo 2x04 Fear and trembling

Dead (wo)man walking

La terza guerra che ci troviamo a combattere in quest’episodio è quella dei Solverson contro la malattia. Il dialogo con il dottore, che sicuramente non eccelle in sensibilità con i propri pazienti, riesce ad essere esilarante ed estremamente triste allo stesso tempo. La scelta di partecipare al programma sperimentale, consapevoli che la cura potrebbe non avere alcun effetto, è una scelta dettata dalla disperazione, l’unica via possibile. Ciò che Lou dice ai Blomquist, riguardo quel famoso sguardo in bilico tra il terrore e la speranza di chi non sa ancora di essere spacciato, è riferito principalmente alla moglie Betsy, che si ritrova ad osservare il campione di medicinale come fosse un avversario da affrontare. C’è la consapevolezza che la battaglia verrà persa (lo spettatore lo sa), ma la speranza di vincere resiste. La riflessione di finale di Lou, che lavora a maglia in veranda, ci ricorda i discorsi di Rust Cohle in True Detective: non c’è più senso morale, non c’è alcun senso potremmo aggiungere, in queste tre guerre. Il bene non trionferà, e i Solverson sembrano essere gli unici ad essersene resi conto.

Questa era la sostanza dell’episodio, ma come non citare tutto il resto, tutti quei dettagli che fanno di Fargo una serie unica. Hanzee nella sua ricerca al The Waffle Hut è testimone di un bagliore nel cielo, nello stesso punto in cui Rye aveva avvistato l’oggetto non identificato; magari non tutti ci hanno fatto caso, ma da quando l’indiano è all’interno a quando si riprende dalla visione mistico/aliena, passano ben due ore! Le inquadrature degli orologi non sono messe li a caso: le 7:07 al Waffle Hut diventano in un minuto le 9:08. Le ellissi sono sempre state parte di Fargo, come mezzo narrativo, ma in questo caso la dissociazione dalla dimensione temporale è interna alla vicenda. Un gap tanto misterioso quanto affascinante.

Altro dettaglio che avrà fatto rabbrividire i più attenti: l’amica parruchiera di Peggy, Constance, afferma che il seminario Lifespring si terrà presso Sioux Falls, la stessa città citata da Lou Solverson nella prima stagione di Fargo, e più precisamente durante una conversazione con Lorne Malvo, ricordando un certo “massacro” accaduto nel lontano 1979 (rinfrescatevi la memoria). Niente è un coincidenza in Fargo, aspettiamoci molto sangue.

Sembrano poi continuare i riferimenti a Breaking Bad. Dopo la somiglianza tra il figlio di Bear e il figlio di Walter White, i Kitchen brothers che tanto ricordano i cugini Salamanca, è evidente anche il parallelismo tra il vecchio Otto in carrozzina ed il temibile Hector. Nella scena dell’imboscata dopo la visita dal dottore mancava solo la campanella d’allarme e sarebbe stato come essere di nuovo ad Albuquerque. Ultimo dettaglio per gli appassionati: la figlia di Dodd, Simone, afferma di aver usato il pollice durante il “rapporto” con Mike, e indovinate con chi condivide l’esperienza il buon Milligan? Proprio con il suo alter ego della prima stagione.

Fargo 2x04 Fear and trembling

Fargo continua la sua corsa rafforzando i suoi personaggi, la tensione costante che li accompagna riesce a staccarsi dalla dimensione puramente thriller e crea dei momenti di umanità che superano anche la prima indimenticata stagione. Se a questo aggiungiamo uno stile ormai riconoscibile, un’atmosfera di mistero ultraterreno, e una perizia tecnica non indifferente, i 5 Porcamiseria su 5 sono d’obbligo. Ancora una volta, non potevamo chiedere di più.

5

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