Fear The Walking Dead1×04 Not Fade Away

È tempo di cambiamenti a Los Angeles a seguito dell’arrivo dei militari che, manco a dirlo, non fanno altro che peggiorare la situazione gettando benzina sul fuoco. Superata ormai la metà della prima stagione (composta da soli sei episodi), Fear The Walking Dead entra davvero nel vivo della vicenda, regalandoci un episodio apparentemente più riflessivo dei precedenti, […]

0.0

È tempo di cambiamenti a Los Angeles a seguito dell’arrivo dei militari che, manco a dirlo, non fanno altro che peggiorare la situazione gettando benzina sul fuoco.
Superata ormai la metà della prima stagione (composta da soli sei episodi), Fear The Walking Dead entra davvero nel vivo della vicenda, regalandoci un episodio apparentemente più riflessivo dei precedenti, ma con un cliffhanger finale che tiene incollati allo schermo.

Ancora una volta, infatti, il focus della puntata si sposta sulle relazioni tra i personaggi, lasciando completamente da parte i non-morti e la minaccia che gli stessi rappresentano per l’umanità intera. Si ripropone, pertanto, lo stesso schema visto nel pilot, solo con in circostanze completamente diverse.

Safe inside the fence,
outside, everything’s dead

L’arrivo dei militari e la conseguente atmosfera di apparente protezione da qualunque pericolo toglie all’episodio molto del pathos che tanto aveva reso apprezzabili gli episodi precedenti, compensando però con una buona dose di approfondimento sulla condizione in cui versa il mondo allo stato attuale.
Il cambiamento è stato, infatti, repentino: come abbiamo modo di vedere durante la gitarella di Madison al di fuori della recinzione (il deja-vu è evidentissimo qui), là fuori non c’è più nessuna forma di vita; e per di più, scopriamo con raccapriccio che la maggioranza delle persone morte non era nemmeno infetta. Lo scenario è davvero agghiacciante, anche e soprattutto in considerazione del fatto che ad uccidere queste persone – in una sorta di spedizione punitiva della quale non conosciamo le finalità ultime – sono stati proprio i militari, autoproclamatisi dèi in questo mondo decadente.

He will wipe away every tears from their eyes. There will be no more death or mourning or crying or pain, for the order of things has passed away
[Revelations, 21:4]

Guardando l’episodio dal punto di vista dei protagonisti, sono due le emozioni che emergono durante la visione, strutturato in modo molto più articolato dei precedenti e caratterizzato da una maggiore coralità nella narrazione: la fiducia nei militari accorsi a salvare il mondo e la speranza che il mondo stesso potrà, prima o poi, tornare come prima.

FTWD-104-Travis-and-Liza-1940x1293

In tutto questo, i nostri sembrano ancora non rassegnarsi al fatto che la situazione sia del tutto irreversibile; purtroppo per loro, non basta l’assenza degli zombie, non basta erigere una recinzione e non basta fare finta che vada tutto bene, come giustamente fa notare Alicia (unica mente assennata di tutta la famiglia) ad un Travis fin troppo illuso e naif.
La speranza e la fiducia di cui sopra verranno, ad ogni modo, completamente spazzate via nel finale della puntata, durante la deportazione (non saprei definirla altrimenti) di Nick e Griselda in questo fantomatico ospedale da cui, fino a prova contraria, nessun paziente ha ancora fatto ritorno.

FTWD-104-header

Ma se gli eventi non sembrano svilupparsi in senso favorevole ai nostri protagonisti, allo stesso tempo gli stessi personaggi (o perlomeno, alcuni di essi) riescono a trovare finalmente una loro dimensione, non sempre positiva. Basti pensare proprio a Nick, uno dei protagonisti de facto della vicenda nonchè una delle personalità finora meglio costruite:

Madison: Don’t be a hero.
Nick: No chance to that!

Su di lui calza a pennello la definizione di antieroe: visto con occhi esterni, il ragazzino appare opportunista e bugiardo, non si fa il minimo scrupolo a sfruttare qualunque situazione o persona per il proprio tornaconto personale (tornaconto che, nel suo caso, è il reperimento delle droghe più svariate). Il suo personaggio è indubbiamente il più controverso, anche se viene quasi da pensare che in realtà il movente delle sue azioni sia più che altro la stupidità tipica della sua età.
Stupidità che emerge interamente nel rapporto con la sorella, con cui si sfoga in un pianto liberatorio a seguito delle percosse (peraltro giustificatissime) della madre, evidenziando con ancora più enfasi la grossa differenza tra i due.

Dal canto suo, invece, Travis mi ricorda ancora troppo l’Hershel della seconda stagione di The Walking Dead, con quel suo buonismo a volte fine a se stesso, a volte innaturalmente forzato.
Di sicuro, tra tutti i protagonisti, lui è l’unico con cui trovo davvero difficile empatizzare, complice anche una tendenza alla monoespressività da parte dell’interprete Cliff Curtis; in questo senso, il paragone con la sua compagna Madison è veramente impietoso, grazie all’interpretazione dell’eccellente Kim Dickens che riesce a rendere impeccabilmente ogni sfumatura del ventaglio emotivo del suo personaggio.

Schermata 2015-09-21 alle 21.27.11

Estremamente gradevole, inoltre, l’interpretazione di Elizabeth Rodriguez (che molti di voi conosceranno per Orange Is The New Black) nella parte di Liza. Finalmente in questo episodio abbiamo modo di conoscerla un po’ meglio: la finta infermiera sembrava mossa da una genuina volontà di aiutare il prossimo, e la scelta di unirsi alla dottoressa Bethany Exner nella deportazione forzata di Griselda e Nick sembra allo stato attuale un po’ out of character, nonostante l’evidente espressione di rimorso che le segnava il volto. Per ora, la convinzione che lei non abbia alcuna brutta intenzione rimane, e da quanto ne sappiamo potrebbe aver scelto di servire l’ospedale militare anche solo per poter tenere Nick sotto controllo.

In definitiva, questo quarto episodio di Fear convince ma un po’ meno dei due precedenti, e non a causa dell’assenza completa dei non-morti o di scene action: anzi, con qualche tempo morto in meno ci saremmo probabilmente trovati di fronte all’episodio più riuscito di questa prima stagione. Purtroppo, tolto il crescendo finale con tanto di cliffhanger, certe sequenze sono risultate un po’ fini a se stesse senza aggiungere nulla alla caratterizzazione dei personaggi. Un piccolissimo passo indietro, quindi, ma assolutamente perdonabile alla luce degli ottimi livelli raggiunti finora.

Quello che invece spiace davvero (ma è un limite della serie che era ben chiaro fin dall’inizio) è notare sin d’ora la progressiva convergenza verso lo scenario apocalittico tipico della serie madre; spero solo che le similitudini, che non tarderanno sicuramente ad arrivare, si limiteranno alla condivisione del medesimo scenario in cui è ambientato The Walking Dead, pur proseguendo su questa strada indubbiamente più particolare. Del resto, la forte natura distintiva di questo spin-off rispetto alla serie principale continua ad essere uno dei suoi principali punti di forza.

Il mio voto alla puntata è, stavolta, di soli tre PorcaMiseria su cinque.

3

 

L’appuntamento è per settimana prossima con la recensione dell’episodio 1×05 – Cobalt.
Se volete rimanere aggiornati sulle novità che riguardano la serie, passate dai nostri amici di Fear The Walking Dead Italia!

 


 

 

Ti è piaciuto l'episodio?

like
0
Mi è piaciuto
love
0
Tutto!
haha
0
Divertente
wow
0
Porcamiseria!
sad
0
Meh...
angry
0
Che schifo

Commenta l'articolo

Simili a Fear The Walking Dead