Fear The Walking DeadFear The Walking Dead Season 4: nuovi inizi, vecchie conoscenze, soliti zombie

Season Recap Fear The Walking Dead 4 taglia in parte i suoi rapporti con la storia precedente, in parte recupera personaggi della serie principale, in un'accozzaglia di salti temporali non ricchi di emozioni come accadeva in precedenza.

6.1

Eravamo rimasti con il fiato sospeso dopo il finale adrenalinico della terza stagione, senza avere chiaro il destino dei nostri eroi dopo l’inondazione dovuta all’esplosione della diga. Le vicende che si svolgono all’inizio della quarta stagione di Fear The Walking Dead si svolgono poco tempo dopo gli ultimi avvicendamenti che avevano visto Madison, la sua famiglia e Strand alle prese con i mafiosi per il potere sull’acqua, un bene tuttora prezioso. Il primo episodio però apre una parentesi su nuovi volti della serie, alcune nuove presenze che recitano però un vecchio copione, senza apportare quella ventata di freschezza che ci si aspetterebbe da personaggi mai visti prima.

 I vivi sono ben più pericolosi di chi è solo guidato dall’impulso mostruoso di attaccare la carne viva e fresca.

Facciamo dunque un breve censimento delle nuove presenze (o quasi) che hanno timbrato il cartellino in questa quarta stagione dello spin-off di The Walking DeadMorgan Jones (interpretato da Lennie James) passa da TWD a questa serie, unendosi a un nuovo gruppo di sopravvissuti. Assieme a lui troviamo John (Garret Dillahunt), un agente di polizia dalle sembianze che lo avvicinano parecchio a un cowboy un po’ fuori posto, oltre che non voler più sparare a causa di un errore commesso in passato. C’è poi Naomi, alias June, alias Laura, una vecchia conoscenza delle sitcom di vent’anni fa circa, ossia la Dharma di Dharma&Greg; qui veste i panni di una donna solitaria che mente sulla propria identità, sostenendo di essere stata un’infermiera del reparto di terapia intensiva prima che scoppiasse l’epidemia, ma solo nel corso degli episodi ne scopriremo di più. Infine troviamo tale Althea (Maggie Grace), una giornalista amante della verità che non si fida di nessuno.

Se queste sono le novità del cast, ne troveremo altrettante da un punto di vista tecnico, ma non ci faranno troppo piacere. La recitazione si fa subito quasi grottesca e mal destreggiata di fronte alla telecamera, facendoci sentire quasi inadeguati alla visione. Come se avessimo disturbato degli attori non all’altezza del loro compito sul set. Una sensazione sgradevole e quasi demoralizzante per chi ha seguito gli sviluppi della storia sin dagli esordi, ma come la serie principale, il rischio di trascinarsi delle zavorre narrative e di inciampare in qualche intoppo è da considerare. Proprio per cercare di evitare questa sensazione, il copione cambia parzialmente: quel che resta del vecchio clan di amici-nemici appare in buona salute, ma dovrà fare i conti con la desolazione più totale, qualche clan nemico e i soliti zombie che sembrano quasi stanchi anche loro di questa serie.

Visto? C’è ancora del buono qui fuori.

Si torna quindi a temi come la lotta per l’acqua, un refrain che comincia a stancare lo spettatore, considerando che non si riesce a parlare d’altro ormai in FTWD, soprattutto dalla terza stagione in poi. Questa volta però, la famiglia Clark e i suoi sono riusciti a costruirsi un’area abbastanza sicura nel bel mezzo del nulla, dove i non-morti faranno chiaramente capolino, e non solo loro. Come è stato dimostrato già in precedenza, i vivi sono ben più pericolosi di chi è solo guidato dall’impulso mostruoso di attaccare la carne viva e fresca. Un nuovo gruppo di nemici ha creato una fazione opposta a quella dei nostri eroi, inviando infiltrati nel loro campo alla ricerca di informazioni necessarie alla conoscenza degli avversari. All’inizio inoltre vivremo una duplice linea narrativa, dettata da un continuo alternarsi di flasback e flashforward tra le vicende subito successive all’esplosione alla diga e quanto sta accadendo al momento dell’incontro-scontro tra i nuovi personaggi e i nostri eroi, una distinzione dettata soprattutto dalla variazione di filtri dei colori della ripresa delle scene.

Se il copione dei volti nuovi ricalca uno standard abbastanza privo di particolari emozioni originali, anche le vecchie conoscenze mostreranno un’assenza particolare di crescita e cambiamento del proprio personaggio: Nick, sopravvissuto come tutti gli altri al finale tragico della terza stagione, non scalza la sua identità di disadattato, con problemi da affrontare e fantasmi del passato che continuano a vagare nella sua testa. Madison, dal canto suo, come la figlia non perde la lucidità e la freddezza con cui affronta la vita e le continue sfide che le si parano davanti, divisa tra un campo da difendere e i due figli sempre più esposti a un mondo ormai caduto in disgrazia. A fronte di tutto questo, ci teniamo a sottolineare come non venga fatto alcun riferimento iniziale alla fine della terza stagione, come se per lo spettatore fosse assolutamente normale vedere i personaggi in atto e in perfetta salute, senza tenere conto del cliffhanger ansiogeno con il quale si era chiuso il sipario un anno prima.

Considerando lo stile di questa serie, possiamo affermare con un po’ di tristezza che la recitazione e anche i costumi di questa stagione non hanno dato il meglio di loro. Ammettiamo che anche i trucchi delle comparse costrette a vestire i panni degli zombie non sono così spaventose e credibili come in precedenza, oltre all’azione piuttosto teatrale e poco realistica messa in scena dagli attori. La qualità di questo prodotto è davvero venuta a mancare all’improvviso, come un’opera che viene trascinata troppo a lungo e nella quale si rimane impantanati senza riuscire a portarla a termine con la stessa grinta e freschezza delle origini. Anche i colpi di scena, o almeno quelli presunti tali, non sono così sentiti e non ci lasciano a bocca aperta sin dai primi episodi; se consideriamo che la serie ne conta ben 16 in totale, non è stata un’impresa facile arrivare ai titoli di coda dell’epilogo.

A differenza di quanto accaduto in precedenza, stavolta il post-apocalittico mondo di zombie e umani “disumani” non è riuscito a fare breccia nel nostro cuore, considerando soprattutto l’assenza di forti emozioni e di coinvolgimento che ci facevano stare con un groppo alla gola a ogni piè sospinto e non desideravamo altro che fare del buon, sano binge-watching, un’attrazione fatalmente venuta a mancare questa volta. Che la quinta stagione ci possa portare buone nuove?

  • 6/10
    Storia - 6/10
  • 6.5/10
    Tecnica - 6.5/10
  • 5.8/10
    Emozione - 5.8/10
6.1/10

Summary

“A volte ritornano” è la sintesi (quasi) perfetta di una serie che comincia a claudicare, nonostante sia arrivata solo alla quarta stagione di un franchise che potrebbe rendere decisamente meglio.

Porcamiseria

6.1

"A volte ritornano" è la sintesi (quasi) perfetta di una serie che comincia a claudicare, nonostante sia arrivata solo alla quarta stagione di un franchise che potrebbe rendere decisamente meglio.

Storia 6 Tecnica 6.5 Emozione 5.8
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