Fortitude1×06 Episode Six

E siamo finalmente giunti alla puntata della resa dei conti in Fortitude, con la scoperta dell’assassino del professor Stoddart che sembra essere davvero dietro l’angolo. Questo episodio è, per questo, densissimo di avvenimenti -presentati tra l’altro su più piani temporali- che si legano poco alla volta tra loro, creando un intreccio particolarmente ben fatto in cui i piccoli pezzi […]

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E siamo finalmente giunti alla puntata della resa dei conti in Fortitude, con la scoperta dell’assassino del professor Stoddart che sembra essere davvero dietro l’angolo. Questo episodio è, per questo, densissimo di avvenimenti -presentati tra l’altro su più piani temporali- che si legano poco alla volta tra loro, creando un intreccio particolarmente ben fatto in cui i piccoli pezzi del puzzle uniti finora iniziano pian piano a dare una forma al quadro completo della vicenda.

Questa puntata numero sei si apre con uno spettacolare flashback che ci mostra, finalmente, quello che aspettavamo di vedere da cinque puntate a questa parte: cosa diavolo è successo al piccolo Liam nella notte dell’omicidio, in cui sembrava magicamente guarito dagli orecchioni (…) e ha deciso, di tutto punto, di uscire dalla finestra della sua cameretta e avventurarsi a piedi nudi nella neve?

Sappiamo tutti che Frank era “impegnato” con la bella Elena, e ha lasciato il figlio abbandonato a se stesso nel suo letto. Quello che finora non sapevamo, però, era dove il ragazzino si stava dirigendo.
Udite udite, Liam si è recato nientepopodimenoché…a casa di Stoddart.

Il professore -fra un tiro di coca e l’altro- scorge la figura del ragazzino fuori dalla finestra, visibilmente infreddolito, e lo fa subito entrare in casa cercando di tenerlo al caldo. Liam, tuttavia, appare strano nei modi fin dall’inizio, e si capisce subito che sta per combinare qualcosa; nemmeno il tempo di elaborare un minimo quello che sta accadendo, e il moccioso cala un tagliere di legno recuperato dalla cucina sulla testa del povero professor Stoddart, lasciandolo a terra pressochè privo di sensi.

Tutta la scena, compresa la sequenza successiva al colpo di tagliere in cui il ragazzino cammina carponi per la cucina scimmiottando il cane di casa, ha qualcosa di davvero disturbante, per almeno due motivi. Il primo, più banale, è che atti di questo tipo, compiuti da bambini (soprattutto se presentati finora come creature innocenti e vittime della disattenzione o della follia altrui) acquisiscono inevitabilmente tutta un’altra carica emotiva; il secondo è che gli occhi e l’atteggiamento di Liam erano palesemente non suoi, come a volerci lasciar intendere che c’è qualcosa di più che l’occhio non può vedere.
Non voglio subito avanzare l’ipotesi sovrannaturale, ma sentire un bambino che esclama (pur nel delirio post-risveglio da quel macchinario infernale):

“I put my hands inside the man”

è assolutamente agghiacciante, e sembra impossibile che lo abbia fatto di sua spontanea volontà.

Queste parole trapassano la mente di Jules come dei pugnali: può davvero il suo piccolo Liam essere stato capace di un atto così efferato, da solo? Può davvero aver atterrato e ucciso brutalmente un uomo adulto usando un pelapatate, un coltello e una mannaia?
Jules è ovviamente distrutta, dopo la scoperta del tradimento da parte del marito Frank questo è l’ennesimo duro colpo che si trova ad affrontare, da sola, in pochi giorni. Sono curiosissimo di vedere come si evolverà la vicenda personale di questa povera donna, isolata e tradita da tutte le persone a lei più care.

Uno dei personaggi più ambigui di tutta la serie, Henry, non è tuttavia convinto della colpevolezza del bambino. Si reca infatti dal venditore di animali imbalsamati -a quanto pare di origini sciamaniche- per chiedergli di costruire un tupilak (un pericoloso manufatto da stregone che consente di uccidere a comando). Veniamo però a sapere che questa richiesta è impossibile da esaudire, perchè il tupilak deve essere battezzato con il sangue di un assassino.

E dove lo trovi un assassino a Fortitude, il posto in cui nessuno può morire? Ma c’è il nostro Henry, ovviamente, pronto a farsi svenare per la nobile causa.

Questo la dice lunga su quanto il nostro irritante caro vecchietto abbia da nascondere: finora ha sempre accusato la Governatrice e Dan di aver architettato entrambe le uccisioni (Pettigrew da una parte, e Stoddart dall’altra): la Governatrice la mente, Dan il braccio. La sua nuova versione dei fatti è che il ragazzino e la sua intera famiglia siano stati “attaccati da qualcosa” che si può scacciare solo tramite rito sciamanico; non si sa se intende una maledizione o qualcosa di più concreto. In più, si ha la conferma del fatto che è un assassino (ce l’eravamo già immaginati, comunque).

Insomma, Henry, deciditi. Non ce la racconti proprio giusta.

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Lo stesso Dan viene attaccato su più fronti, senza in realtà uno straccio di prova concreta: Henry da una parte e DCI Morton dall’altra. Davanti ad un piatto di (deliziosolutefisk, il nostro sceriffo si difende dalle accuse di omicidio ai danni di Pettigrew, con una spiegazione a mio avviso convincente e coerente con quello che abbiamo visto in apertura della serie: avrebbe ucciso lui Pettigrew, per pietà, nel momento in cui ha visto che l’orso lo stava facendo a fettine piccole piccole e non c’era più possibilità di salvarlo. Morton non crede, evidentemente, a questa giustificazione, non mancando di dirglielo apertamente:

I don’t believe a fucking word of that

Immagino che d’ora in avanti i due si terranno d’occhio a vicenda, e io non vedo l’ora di capire cosa scopriranno l’uno dell’altro.

Il povero Dan poi ha un’altra gatta da pelare: Elena, palesemente inviperita per il trattamento riservato a Frank sotto la doccia nell’episodio precedente, non vuole più averlo intorno per nessun motivo al mondo. Questo sfogo di Elena ha un forte impatto emotivo su Dan, puoi quasi vedere il momento esatto in cui gli si spezza il cuore.

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Con tutte queste rivelazioni in una sola puntata, Fortitude fa una virata decisa verso le atmosfere più horror e cupe, accelerando il ritmo della narrazione, e noi non possiamo che esserne assolutamente felici. Questa serie si sta rivelando, puntata dopo puntata, in continuo miglioramento, e per ogni mistero che viene svelato ce ne sono altri due che si insinuano prepotenti nella mente dello spettatore.

Il mio voto alla puntata è cinque PorcaMiseria su cinque, ma solo perchè non posso assegnarne di più. Se le serie tv fossero tutte al livello delle ultime due puntate, io non mi staccherei più dalla televisione nemmeno per andare in bagno.

voto-5

 

 

 

Considerazioni sparse (as usual):

Ronnie si è finalmente reso conto del fatto che rapire una bambina e portarla nel ghiacciaio circondati dagli orsi polari non è una bella idea: vedere la bambina che sfoga così la sua frustrazione per quanto il padre sta pretendendo da lei è stato un colpo al cuore, lei è molto più forte caratterialmente rispetto a Ronnie, nonostante la tenera età;

– la Governatrice è stata messa un po’ da parte in questo episodio, ma sul fatto che sotto sotto sia una doppiogiochista e una str***a di prima categoria non ci piove;

– partendo dalla scansione GPS trafugata, le indagini di Morton sulla morte di Pettigrew portano ad un certo Yuri Iubimov; non so chi sia, ma prevedo guai in vista, e molto seri;

– la buona fede di Frank Sutter è stata parzialmente riabilitata: avendo davvero trovato il suo bambino pieno di sangue nella sua cameretta senza saperne il motivo, ora è non è più colpevole di omicidio ma solo di essersene andato di casa per farsi Elena in un bunker;

– un sacco di cose fanno pensare ad una virata della serie verso la spiegazione sovrannaturale: il mammut rimasto nel permafrost fino all’altroieri, il comportamento di Liam, Henry e i suoi deliri da sciamano; io un po’ ci spero.

 

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