Dopo lo strepitoso Episodio 7, che ha rappresentato la svolta decisiva di cui Fortitude aveva assolutamente bisogno per trovare una caratterizzazione precisa nel panorama delle serie tv di quest’anno, le cose nella cittadina fra i ghiacci si fanno, come sempre, ancora più contorte.
Dopo aver assistito ad una delle scene più impressionanti degli ultimi anni di serie tv proprio in quell’episodio, scopriamo con un po’ di sconcerto che – contrariamente alle aspettative – Shirley Allerdyce è morta, mentre la madre (che, ricordiamolo, è stata aperta in due con una forchetta dalla figlia in preda a non si sa ancora cosa) è ancora viva, seppur chiaramente in condizioni estremamente gravi.
Ovviamente, una volta appurato che è impensabile che si tratti di emulazione, avendo entrambi gli omicidi lo stesso identico modus operandi, si va alla ricerca delle possibili cause della follia di entrambi gli assassini. Il primo sospettato è, per forza di cose, il dolce (e ci siamo capiti) fidanzatino di Shirley, il personaggio in assoluto più creepy di tutto il telefilm, nonché l’unico che ha un legame sia con il piccolo Liam Sutter (di cui è insegnante) che con Shirley.
Nonostante il notevole fattore creepiness del tizio in questione – la cui caratteristica principale è, ricordiamolo, ingozzare Shirley fino a farla diventare una balena, in quella che è una sorta di pratica sessuale da cui trarrebbe grande eccitazione – sembrerebbe che lui non c’entri davvero nulla con i due omicidi.
Riesce, infatti, ad uscire relativamente pulito dagli interrogatori (sempre riuscitissimi) di DCI Morton, nonostante le terribili foto-ricordo ritrovate in casa sua.
C’è qualcuno, però, che sembrerebbe già aver trovato il suo colpevole in Markus. Frank Sutter, infatti, che ormai da parecchie puntate non ne combina una giusta, in questi episodi supera davvero se stesso.
L’intera scena della tortura è davvero indicativa di quanto i sensi di colpa possano agire sulla sfera psicologica di una persona: da “amorevole” padre di famiglia (perlomeno in apparenza, considerando le corna mostruose che ha messo alla moglie) a sanguinario torturatore che cerca di estorcere una confessione (che mai arriverà) ad una persona al cui carico ci sono, in fin dei conti, solo degli indizi di colpevolezza. È evidente, comunque, come lui non riesca ad accettare tutta la sua situazione in cui si è trovato coinvolto suo malgrado proprio a causa di questi sensi di colpa che lo stanno logorando poco a poco; ciò è ancora più palese, poi, vista la sua reazione all’entrata di Jule che lo trova accovacciato su un povero Markus sanguinante, in procinto di infliggergli il probabile colpo di grazia con un trapano.
Di sicuro, il consulto psicologico che tutta la famiglia sta per affrontare sarà utile a tutti: il bambino è ovviamente traumatizzato (e l’unica cosa che sembra destarlo in qualche modo è il tupilak regalatogli da Henry), il padre si rende autore di una violenza dopo l’altra e la madre, la vera vittima della situazione, può solo stare a guardare la sua famiglia e la sua vita intera mentre vanno in frantumi.
Entrambe le puntate, comunque, giocano sulla dicotomia tra le due spiegazioni possibili per i fenomeni inspiegabili che stanno colpendo Fortitude: quella sovrannaturale e quella scientifico-razionale.
Da un lato, abbiamo Henry che abbraccia – da solo – l’ipotesi paranormale, costruendo il tupilak (battezzato nel suo stesso sangue) a protezione del piccolo Liam Sutter. Lui è seriamente convinto che qualcosa di inspiegabile si sia abbattuto sulla città, e decide di sacrificarsi in prima persona per aiutare chi, in quel momento, ha bisogno di lui. I risultati che ottiene il tupilak su Liam sembrerebbero dargli effettivamente ragione: il bambino non risponde ad alcuno stimolo, ma si desta inspiegabilmente dal suo stato di shock solo nel momento in cui viene a contatto con il manufatto; questo, perlomeno, fino a quando Frank non decide di fare l’ennesima cazzata distruggendoglielo con le sue mani e dando di matto come al suo solito. Ma forse, pensandoci bene, se avessi notato un pupazzo inquietante e pieno di sangue umano nelle mani di mio figlio avrei avuto più o meno la stessa reazione.
Laddove questo arco narrativo sembra un po’ stagnante, tuttavia, la spiegazione di gran lunga più interessante è quella scientifica. Il professor Stoddart, che evidentemente aveva già capito qualcosa dallo strano comportamento degli orsi, decide di “lasciare in eredità” ai suoi colleghi il cadavere dell’orso che ha ucciso Pettigrew, per studiarlo con attenzione.
Gli orsi mostrano, comunque, delle strane analogie con gli assassini: comportamenti psicotici, ossessività e cannibalismo. La teoria elaborata dai due ricercatori dopo l’autopsia è che l’orso, al pari di Shirley Allerdyce, è un “predatore dominante” (e qui, lo ammetto, mi è scappata una risata pensando a lei che si ingozza di carne di foca), per cui ingerisce alte quantità di sostanze tossiche accumulate dalle sue prede a causa dell’inquinamento – mercurio e altri metalli pesanti – di fatto accumulando queste tossine a dismisura, scorpacciata dopo scorpacciata.
Nello specifico, secondo questa teoria le stesse si accumulerebbero nel cervello, provocando appunto i suddetti comportamenti deviati.
Sono rimasto abbastanza sconcertato nel vedere la scena dell’autopsia a Shirley, chiara dimostrazione di come Fortitude da qualche episodio a questa parte si stia concedendo ben più di qualche virata verso il genere horror. Sono sempre più frequenti i momenti in cui -diversamente dai primi episodi nei quali tutto era fondato sul non mostrare nulla- la violenza, il sangue e in generale le azioni dei personaggi ci vengono crudelmente mostrate nel modo più esplicito possibile.
Questa metamorfosi sta andando di pari passo con le spiegazioni che, piano piano, gli autori ci stanno fornendo sulla trama e le ipotesi (per ora, comunque, non confermate) sulla causa di questi inspiegabili omicidi che, devo dire, mi stanno tenendo sempre più incollato al televisore in attesa della puntata successiva.
A maggior ragione, poi, considerando l’epilogo dell’episodio 9 che mi ha davvero fatto venire i brividi.
Il mio voto alla puntata numero 8 è, pertanto, di quattro PorcaMiseria su cinque, praticamente perfetta nel ritmo della narrazione ma leggermente penalizzata dal fatto di essere un episodio di assestamento dopo gli eventi devastanti del precedente.
All’episodio 9 invece, che finalmente si addentra un po’ nella ricerca delle possibili interpretazioni di atti così efferati e apparentemente inspiegabili, non posso che dare cinque PorcaMiseria su cinque.
Considerazioni sparse
- Hildur mi sta facendo troppa tenerezza, si vede da lontano un miglio che sta per mollare Eric per orgoglio nonostante ne sia ancora innamorata;
- Ronnie SI TROVA IN CASA? E non sembra del tutto morto…
- È sempre più evidente, in questi episodi, come Fortitude sia abbandonata a se stessa dal governo della terraferma, contribuendo ancora (se mai ce ne fosse bisogno) al senso di isolamento che rende così particolare la serie;
- Henry è completamente pazzo e mentalmente instabile; vedendolo mentre si preparava per la spedizione ho seriamente pensato che stesse per uccidersi con una lametta, così, senza alcun motivo.
Porcamiseria
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