Fortitude2×06 Episode Six

Fortitude prende una piega inaspettata con uno degli episodi più sconvolgenti della serie, un finale tragico ed un mistero sempre più fitto. Episode Six riesce a tenere lo spettatore incollato alla schermo ed il plot-twist finale è solo la cilegina su di una torta perfetta.

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L’orrore marcia su Fortitude inarrestabile ed Episode Six, con il suo finale shockante non sembra che essere la punta dell’iceberg: nessuno può scampare alla morte.

Un passo avanti e due indietro, il ritmo degli ultimi episodi è serrato, ma ogniqualvolta il mistero pare dipanarsi la situazione diventa sempre più confusa; probabilmente ci manca il tassello principale, quello atto a farci comprendere il tutto.
Allontanata la nebulosità fastidiosa dei primi episodi, questo recente vedo/non vedo è affascinante ed intrigante.
Rimaniamo interdetti, ora imputando tutto al mondo reale e ora a quello del sovrannaturale. L’unica cosa chiara fino ad ora è che a prescindere dalla causa (o dalla reazione, così come lascia intendere Vledik) più o meno mistica dietro gli eventi, le morti sono causate da esseri umani.

Veniamo a sapere, grazie alla povera Ingrid (del cui palese alcolismo nessuno si cura) che vi è una leggenda, tramandata di generazione in generazione, di una piaga che viene ciclicamente inviata sui ghiacci e dalla quale sorge un “demone”.
Se le vespe sono la piaga, cosa rappresenta il “demone”? I sopravvissuti alle punture?
Infettati dall’insetto si trasformano, sviluppando un istinto omicida e una straordinaria capacità di rigenerare i tessuti danneggiati.
Quest’ultima particolarità emerge dopo i ritrovamenti delle carte e dei video di Vukobejina, dove nel 1942 sembra essere accaduto lo stesso, compresi gli esperimenti in vivo.
Sono Micheal e Hildur a presentare e sostenere la tesi del grande complotto, cercando di spiegarle al team di scienziati di Fortitude cosa potrebbe celarsi dietro i recenti avvenimenti.
Entrambi con un motivo e una spinta differente, il primo vede nella piaga una sorta di salvezza, una panacea, un miracolo in grado di salvare – sottinteso – la moglie malata. Freya che nel frattempo continua a curare ed accudire Vladik, nonostante abbia confessato di essere il responsabile di parte degli omicidi. Storyline, quest’ultima, che ha il sentore di promettere twist molto interessanti ed inaspettati.

 

Per Hildur invece è una questione politica, scoprire la verità equivale a poter sperare di riottenere il posto da governatore di Fortitude, la sua Fortitude, unico amore a non essere sbiadito.
Munk è corrotto ma nonostante le prove dei suoi inghippi con la Shentel Biotech, Hildur non riesce ad ottenere il supporto di Eric, che crede solo che la compagna sia accecata dal voler tornare al comando -complice la stizza da uomo ferito – e la loro ultima scena insieme è devastante, con i due che si attaccano fisicamente a vicenda. Questa lotta finale probabilmente tornerà a tormentare ancora e ancora Eric, essendo quella l’ultima volta in cui vedrà Hildur.
Proprio qui, Fortitude prende una piega inaspettata.
Hildur segue Munk fra i ghiacci, nelle vicinanze di una voragine che si è aperta nel terreno e necessiterebbe di essere coperta, convinta a registrare la loro conversazione ed avere così una prova inconfutabile della sua colpevolezza.
Messo all’angolo, il neo governatore, ammette di essere sotto scacco e in un gesto di stizza spinge involontariamente Hildur nella voragine, potendola salvare decide di non farlo e lascia la mano, facendo sprofondare la donna nelle ghiacciate acque artiche.
Lo spettatore indugia sulla voragine insieme alla camera più e più volte, incredulo, sperando fino alla fine che in qualche modo l’ex governatore sia sopravvissuta, possibilità presto spazzata via da un fotogramma in cui vediamo la donna galleggiare solo il trasparente strato d’acqua ghiacciata. Colpo di scena nel colpo di scena, il cellulare di Hildur, con cui ha registrato la conversazione (e supponiamo anche l’omicidio), giace nella neve proprio accanto al luogo del misfatto.
La scena madre risulta, nella sua semplicità, congeniale, puntando il tutto su dei serrati close-up capaci di mettere in risalto l’intensità della situazione.

Ken Scott, soprattutto in Episode Six, ci regala un interpretazione sconvolgente: dalla voce allo sguardo, tutto è perfetto ed esprime precisamente la natura di Erling Munk: un uomo ora gentile e affettato ed ora perfido e avaro. Scott riesce ad equilibrare le due personalità, una trasformazione che lo spettatore non può che osservare con orrore e repulsione.
Sulla qualità attoriale non vi sono dunque dubbi, Fortitude può continuare a contare su un cast straordinario, non solo Scott ma anche Dennis Quaid e Michelle Fairley e tutti i piccoli e grandi personaggi che vi ruotano attorno.
La grande domanda, dopo questo shockante finale, è però inevitabile: quanto influirà l’uscita di scena di Sofie Gråbøl?
La serie non solo si ritrova orfana di una solida attrice ma anche di un personaggio storico, un pilastro della narrazione, amato largamente dal pubblico.
Una scelta coraggiosa che solo i prossimi episodi ci diranno se azzeccata.

Un episodio particolare, caratterizzato da un crescendo di tensione che ha il suo apice nei minuti finali ma non necessita di questi per soddisfare.
Il colpo di scena finale è la ciliegina sulla torta ad un episodio di per sé in grado di tenere incollato allo schermo lo spettatore, senza mai rivelare troppo ma dandoci quanto basta per “saziarci” fino alla prossima settimana.

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