Game Of Thrones5×02 The House of Black and White

I legittimi interrogativi che ci aveva lasciato lo scorso episodio (e Arya? Le è affondata la barca? E Theon/Reek? Gli hanno tagliato altre dita?) vengono finalmente ripresi, con alcuni punti di vista – o POV, per chi ama gli acronimi inglesi – che continuano la chiusura del cerchio sulle nuove vicende dei personaggi di Game […]

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I legittimi interrogativi che ci aveva lasciato lo scorso episodio (e Arya? Le è affondata la barca? E Theon/Reek? Gli hanno tagliato altre dita?) vengono finalmente ripresi, con alcuni punti di vista – o POV, per chi ama gli acronimi inglesi – che continuano la chiusura del cerchio sulle nuove vicende dei personaggi di Game of Thrones. Ovviamente gli avvenimenti di corte nella capitale non passano mai in secondo piano, e le basi gettate con la première subiscono nuovi e interessanti sviluppi.

BRAAVOS (ARYA)

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Il titolo dell’episodio è dedicato alle vicende della piccola Stark, ora alla volta della città libera di Braavos. La città non è del tutto nuova, l’avevamo vista giusto di striscio durante la storia di Stannis nella scorsa stagione: è infatti la più ricca delle free cities, con un sistema bancario e di prestiti che Findomestic levati, anche se questa volta la grana ci interessa poco, visto con chi abbiamo a che fare.

Arya ha con sé solo la spada Needle e la moneta di Jaqen H’ghar, e sarà il capitano a portarla davanti a un edificio monolitico con una doppia porta, metà bianca e metà nera: The House of Black and White.

Le dà il benvenuto un monaco di poche parole che la manda a stendere per un non ben precisato motivo, ma ormai Arya è lì a spasso, e più di stare sotto la pioggia a ripetere la sua (ormai breve) lista dei desideri non può fare.

Nei vicoli di Braavos già solo la tua esistenza urla “borseggiatemi”, e ci metteranno poco tre malfamati a minacciare Arya. Lei non le manda a dire, ma prima che possa difendersi con Needle (pare si sia allenata, o è solo una sensazione mia?) il monaco appare dal nulla e mette in fuga gli aggressori, riportandola davanti al grande monastero.

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La mia impressione è che sia stato un semplice test iniziale, a voler verificare la predisposizione di Arya alle prove che la attenderanno. Il monaco cambia faccia davanti ai suoi occhi, assumendo le sembianze di Jaqen H’ghar, ma il vero elemento interessante è il suo voler ribadire la sua assenza di identità (“A man is not Jaqen H’ghar”). Da quanto carpito da queste poche battute, Arya dovrà imparare a dimenticare in tutto e per tutto chi è stata fino a quel momento, diventando simile a chi Jaqen è realmente: nessuno.

La prospettiva da spettatore è affascinante, con questa svolta radicale al suo personaggio che credo porterà molti ad apprezzare ancora di più la piccola Arya. Date quante ne ha passate pare aver ritrovato una direzione non banale da cui ripartire, e non possiamo fare altro che speculare su come uscirà da questo monastero, se ne uscirà.

UN INCONTRO IMPORTANTE (BRIENNE E SANSA)

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Brienne e Pod, in viaggio per ritrovare Sansa, si fermano ad una locanda che ospita cavalieri della casata degli Arryn (il colore delle selle è inequivocabile). Avviene un incontro inaspettato: Sansa e Petyr sono fermi al tavolo più in fondo, protetti da un manipolo di cavalieri, e Pod nota subito la presenza di Sansa, che a quanto pare ha un travestimento meno efficace del costume di Sailor Moon.

Brienne decide impulsivamente di discutere con Lord Baelish, per fornire protezione a Sansa, ma giustamente Littlefinger le fa notare come ogni volta che abbia tentato di offrire protezione a qualcuno le cose si siano messe male (nell’ordine: un re morto, un Lannister senza mano destra, una Tully sgozzata). Anche Sansa sta bene dove sta, sebbene la birra non le piaccia più di tanto.

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Nei momenti successivi arrivano quattro schiaffoni e un paio di colpi di spada, con Brienne e Podrick in fuga a cavallo, con ampi margini di miglioramento per il secondo, che si ritroverà disarcionato in un torrente: forse è meglio partire con un cavallo a dondolo, un passo alla volta. Finita la bagarre, Pod mette in dubbio la validità del giuramento fatto da Brienne, ma lei de coccio sceglie di inseguire Sansa, dovunque sia diretta.

Sono dubbioso sull’utilità del remake di Sansa: se da una parte ha sicuramente segnato un mutamento anche caratteriale già visibile in questi pochi minuti, qual è il suo reale valore aggiunto? I più forse non la riconosceranno, dato che il segno distintivo dei Tully sono i capelli rossi, ma l’impressione è che non ne si faccia poi un così grande segreto.

FUORI DA PENTOS (TYRION E VARYS)

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Sandra e Raimondo Tyrion e Varys sono in viaggio verso Volantis, tappa obbligata prima di arrivare a Meereen. Tyrion, perennemente ubriaco, manifesta insofferenza per la traversata, costretto in un caravan e senza possibilità di farsi una passeggiata all’aria aperta. Varys lo ammonisce, dato che Cersei ha messo una taglia sulla sua testa ed è sconsigliabile farsi vedere in giro.

La riflessione è interessante, per quanto il tempo dedicato ai due in questo episodio sia esiguo: Varys, nonostante le battute sagaci, tiene ad apprezzare le qualità da potenziale governatore di Tyrion, ricordando il suo breve mandato come Hand of The King, un servo della corona, ma pur sempre intelligente.

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Lo sprona con un breve monologo (miglior quote dell’episodio a mio avviso), ritratto perfetto del loro ruolo nelle passate stagioni, a motivo del loro viaggio verso Daenerys:

People follow leaders. They will never follow us, they find us repulsive. And we find them repulsive, which is why we surround us with large, comfortable boxes: to keep them away. And yet, no matter what we do, people like you and me are never satisfied inside the box.

IL REGNO DI DORNE

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Nelle vicinanze della capitale di Dorne, nei Water Gardens della famiglia Martell, Ellaria Sand (la “vedova” di Oberyn) è incazzata come una biscia (animale non a caso!). La morte brutale subita dalla Vipera Rossa le ha lasciato un’enorme voglia di vendetta, tanto da farle andare a trovare il fratello del suo defunto amante, il reggente Doran Martell.

Il principe protegge a spada tratta l’ospite Myrcella Baratheon, unica figlia di Cersei (e Jaime, per la cronaca), promessa sposa di Trystane, futuro erede della casata. Ellaria, di diverso avviso, propone di rispedirla alla capitale un pezzo alla volta, per vendicare la morte di Oberyn, nonostante il rifiuto categorico di Doran. Promette di agire per conto proprio, con l’aiuto delle Sand Snakes, figlie bastarde di Oberyn, che ancora non si vedono ma che sicuramente agiranno per vendicare il padre assieme alla madre. Si preannunciano fuochi d’artificio nei prossimi episodi.

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Ellaria mi dà l’idea di chi guadagnerà un ruolo centrale in questa stagione, e a me le storie di vendetta piacciono tantissimo.

KING’S LANDING (CERSEI E JAIME)

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Le Sand Snakes dei Martell non si vedranno, ma di sicuro i loro avvertimenti arrivano alla Capitale, con un bel regalino infiocchettato: la collana di Myrcella fra i denti di una statuetta a forma di un serpente.

Cersei già inizia a cagarsi in mano temere per le sorti di sua figlia, e Jaime decide di fare l’unica cosa possibile per rendersi utile: andare a riprendersi Myrcella, senza il consenso dei Martell, ovviamente.

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Spavaldo il nostro Lannister senza mano. Che fai, vai da solo, che manco sai tenere una forchetta? Ovviamente no, mi porto appresso Bronn, togliendogli il titolo nobiliare appena promesso con la promessa sposa Lollys Stokeworth e promettendogli molto di più una volta ritornati da Dorne.

Intanto Cersei inizia a fare i suoi primi casini nel consiglio ristretto, in riunioni sempre rilassatissime e pregne di atmosfera amichevole. La regina madre inizia a esercitare un suo presunto potere parlando in vece del piccolo Re Tommen: nomina Mace Tyrell come Master of Ships e Master of Coins, lui una pasqua manco avesse vinto alla Lotteria Italia; nomina Qyburn come Master of Whispers, per la felicità di Grand Maester Pycelle, che lo considera un disonore per la scuola di medicina della cittadella di Oldtown (visti i suoi metodi poco ortodossi); nomina lo zio Kevan Lannister come Master of War.

Tutto a posto, ma Kevan non è un boccone facile da digerire: si lamenta della mancanza di Tommen, del fatto che Jaime sia stato mandato fuori da King’s Landing, e se ne va da vera diva a Casterly Rock. Una riunione tra dirigenti FIAT e CGIL avrebbe portato risultati migliori.

LA BARRIERA (STANNIS, JON E SAMWELL)

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La convivenza tra la famiglia di Stannis e i Night’s Watch prosegue scomoda come un paio di mutande di vetro, con gli ospiti da Dragonstone che fanno di tutto per rendersi sempre più antipatici.

La regina Selyse, dolce come un bicchiere di candeggina bevuto alla goccia, intima alla figlia Shireen di stare lontana da Gilly, perché è una selvaggia brutta e cattiva. Una pesantezza senza eguali.

Stannis lo conosciamo fin troppo bene, anche lui un simpaticone. Da una parte la bastonata, sgridando Jon per aver evitato a Mance di soffrire sulla pira, dall’altra la carezza, con la promessa della nomina a protettore del nord qualora si inginocchiasse e gli giurasse fedeltà. Il punto è cruciale soprattutto da un punto di vista bellico: molte casate accetterebbero di essere assoggettate a Stannis solo se appoggiate da una personalità del nord, e solo uno Stark potrebbe dare validità alla sua causa. Jon caccia fuori la solita manfrina del giuramento (però ti piaceva la micia rossa, poche balle), e rifiuta categoricamente.

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Mettiamoci il vestito delle grandi occasioni e prepariamoci all’evento: l’elezione del nuovo comandante dei Night’s Watch. Aemon è un po’ come Napolitano che non ce la fa più e bisogna un po’ vedere chi sederà al suo posto, ma senza la Boldrini a contare le schede.

I candidati principali sono Ser Alliser Thorne e Ser Denys Mallister (un vecchio bacucco messo lì come un Cuperlo qualsiasi) e… Jon Snow, buttato in mezzo come candidato da Samwell con un bel discorso a suo favore. Insomma, niente Mattarella, ma proprio Jon sarà alla fine scelto come comandante, grazie all’ultimissimo voto decisivo di Maester Eamon.

MEEREEN (DAENERYS)

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Daenerys è alle prese con il terrorismo dei Sons of The Harpy, intenti a seminare silenzioso terrore per le strade di Meereen, ma per una volta la fortuna è dalla sua parte, con Daario e Grey Worm che riescono a catturarne un membro e a imprigionarlo.

Il concilio di Meereen, che ha come ospiti speciali il rappresentante degli ex schiavi e Hizdahr zo Loraq, nobile ma contrario alla schiavitù, discute sul da farsi. La soluzione più facile è la condanna a morte, ma Ser Barristan Selmy suggerisce un altro modo, alla fine scelto da Dany, per dare un messaggio valido a coloro che ancora non appoggiano il suo dominio: un processo equo.

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Selmy è in vena di nostalgie, raccontando il passato della famiglia Targaryen e del famigerato ex sovrano Aerys II. Rassicura Dany sulla sua validità come regina, diversa da suo padre psicopatico, a patto di scegliere una strada diversa da quella votata alla repressione.

Le cose si fanno interessanti quando il capo degli ex schiavi prende l’iniziativa e uccide il prigioniero, contro il volere di Daenerys, che non può fare altro che giustiziare il colpevole per l’atto commesso, in pubblica piazza. La tensione si taglia col coltello: Dany è indecisa fino all’ultimo, ma prosegue determinata e fa decapitare il suo consigliere.

Il popolo che fino a quel momento la chiamava Mhysa inizia a soffiargli contro, e scoppia la rivolta. Sono stati momenti delicatissimi, io in primis mi sono sentito a disagio, la prima vera scena da fiato sospeso di questa stagione.

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Daenerys torna incolume a palazzo, ma desidera essere lasciata sola, appesantita dal fardello delle sue ultime scelte. Una piccola sorpresa arriverà per lei a breve: Drogon passa a trovarla in cima alla piramide, lasciandosi giusto avvicinare dalla madre, prima di volare via sullo sfondo. Che sia il preludio di un riavvicinamento?

Bell’episodio, con un giusto equilibrio di dialoghi interessanti, momenti di tensione e sviluppo dei personaggi. L’ho vista come una seconda parte di un’introduzione, ma con qualche bel momento in più che mi spinge a dare punteggio pieno, con 5 porcamiseria su 5.

5

 I VOSTRI COMMENTI

Ecco alcuni tra i commenti migliori all’episodio:

C’è chi mette in dubbio le qualità da regina di Daenerys

Chi non vede l’ora dell’incontro tra due importantissime personalità

E chi digerisce malissimo la presenza di Cersei

Porcamiseria

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