Game Of Thrones8×06 The Iron Throne

Series Finale Daenerys è finalmente arrivata al trono, ma a che prezzo? Game of Thrones è giunto al suo capitolo finale, e gli ultimi colpi di coda risentono della narrazione approssimativa di tutta la stagione. Tuttavia, come tra le ceneri di King's Landing, qualcosa è salvabile.

7.2

Dopo otto anni, otto stagioni, settantatré episodi, siamo giunti alla fine di questo epico viaggio che è stato Game Of Thrones. The Iron Throne è l’ultimo capitolo di una serie che è stata in grado di catalizzare milioni di telespettatori in tutto il mondo, diventando un fenomeno di costume e di massa come solo pochi altri prodotti televisivi e cinematografici sono riusciti a fare. Il fulcro di questo finale è, finalmente, il tanto desiderato simbolo di dominio e potere, che viene emblematicamente ridotto in poltiglia metallica da un drago che, paradossalmente, ci ha visto più lungo di molti uomini.

Daenerys Targaryen è infine giunta nella sala del trono, il seggio creato dal suo antenato più di trecento anni prima. La Regina delle Ceneri accarezza le spade dei cavalieri sconfitti da Aegon Targaryen, finalmente pronta a governare e continuare la conquista del mondo: è questo ciò che la regina vuole, rompere la famosa “ruota” non solo a Westeros, non solo a Meereen, ma in tutto il mondo conosciuto, senza possibilità di scelta da parte dei popoli assoggettati. Chi scrive ha pensato alla pagina Facebook “Comunisti per Daenerys Targaryen” e l’ironia è palese: colei che libera dalle catene, la madre dei deboli e degli indifesi, si fa prendere la mano (e la testa) dal potere e decide di diffondere la libertà con la forza, in nome del popolo ma senza lasciare una scelta ai popoli. Va fermata, non c’è altra soluzione.

Le tinte oscure, la pioggia di cenere su Approdo del Re della Regina, la fotografia buia alterna effetti di contrasto con le nebbie del dubbio che passano sugli occhi di Jon Snow (o almeno è quanto Kit Harington sta provando a comunicare). Il saluto silenzioso a Drogon è foriero di quanto sta per accadere, mentre sale le scale diroccate verso la sala del trono, dove la regina è intenta ad accarezzare mobili. La prende tra le braccia, la rassicura, e la trafigge con un pugnale, in un ultimo tradimento d’amore.

La morte di Daenerys è rapida, la lama dritta nel cuore le toglie quasi il tempo di realizzare cosa sta accadendo, e si accascia senza troppe cerimonie. Forse poco pathos in questo momento, ma lo preferiamo, onde evitare una dipartita troppo romanzata. Emilia Clarke è stata una brava attrice, anche se forse non in grado di reggere fino in fondo il peso di un personaggio così complesso e sfaccettato, soprattutto nei momenti in cui era necessario mostrare il lento ma inesorabile cammino verso la follia; una buona interpretazione, che purtroppo affonda nelle vere emozioni che trasfigurano nella pazzia.

Il personaggio di Jon Snow, elemento chiave per gran parte di Game Of Thrones, catalizzando i destini degli Stark e dei Targaryen, è stato spesso forzatamente costruito a causa della profezia affibbiatagli da Melisandre, uscendone indebolito, un semplice mezzo esecutivo di qualcosa più grande di lui. Fino all’ultimo, ne viene svilito il carattere eroico e sofferente, lasciandoci solo gli occhi di un attore che purtroppo ci ha costantemente mostrato la tipica espressione corrucciata e tormentata senza tridimensionalità.

Non c’è spazio per elaborare la perdita di Daenerys, per assorbire il colpo della morte di un personaggio così centrale per tutta la storia del Trono

Il resto è politica e qualche lacrima. Le lacrime di Tyrion, che Peter Dinklage ci ha mostrato in tutta la sua vulnerabilità fin dalla prima stagione, dimostrandoci di essere uno dei migliori attori della serie. Cammina in mezzo alle macerie, nella pioggia di cenere, e da solo si reca verso i cadaveri di Jaime e Cersei (è la loro ultima apparizione, poco più a destra di una zona miracolosamente salvata dal crollo, vedi un po’ la sfiga). Piange della perdita di quanto rimasto della sua famiglia, in una scena toccante che chiude la tragedia dei Lannister come meglio possibile, dati gli eventi passati.

Altro momento emotivamente di rilievo è quello riservato a Brienne, che scrive sul libro delle Guardie Reali le Gesta eroiche di Jaime Lannister. “Morto difendendo la sua regina”, una splendida chiosa per un personaggio purtroppo reso secondario dalle scelte degli autori ma di grande effetto sul pubblico, che tutti abbiamo imparato ad amare. Eccellente fino all’ultimo Gwendoline Christie, che lascia a Brienne l’eredità di un dogma finalmente spezzato.

Il salto temporale dalla morte di Dany all’arrivo a King’s Landing di tutti i protagonisti rimasti è un po’ confuso, non capiamo subito che sono passate delle settimane, e questa è l’ennesima – ma ultima – critica alla gestione dei tempi narrativi di Game Of Thrones. Non c’è spazio per elaborare la perdita di Daenerys, per assorbire l’urto della morte di un personaggio così centrale per tutta la storia del Trono, preferendo un didascalico fast forward che rende tutta la narrazione a seguire fin troppo superficiale.

Tyrion viene portato davanti al consiglio da Verme Grigio. Ritroviamo gente di cui avevamo perso traccia, a cui viene fortunatamente resa giustizia e continuità (anche perché Westeros è grande e c’è altra gente), nel momento della proclamazione del nuovo re dei sei regni. Re Brandon Stark è stato eletto, rimaniamo francamente sgomenti ma non è una scelta così discutibile. Il momento comedy della disposizione delle sedie di Tyrion è una citazione alla famosissima scena dell’episodio 3×03, ad alleggerire finalmente una narrazione fino ad allora quasi nichilista.

La scelta di un epilogo tutto sommato felice è anch’essa quasi un plot twist. Il commiato tra Jon Snow, Bran, Sansa e Arya puzza tantissimo di finale di Lord Of The Rings, con tutti i “buoni” che si salutano in un porto e le navi che salpano verso altri lidi: Sansa, meritatamente regina, è riuscita a rendere il nord indipendente, Jon smette di preoccuparsi del trono e probabilmente vivrà meglio tra i freefolk, Arya evita le claustrofobiche maglie della nobiltà.

Forse è un finale che come metà di questa stagione pecca di una scrittura superficiale, e su questo siamo d’accordo, fino a metà episodio. I minuti di chiusura e di commiato tuttavia ci lasciano soddisfatti, come a rimarcare che quello di cui ha difettato questa stagione è stato perlopiù – ma non solo – il modo frettoloso con cui si è giunti a conclusione, più che la conclusione in sé. Game of Thrones rimarrà comunque un prodotto televisivo leggendario, nonostante i suoi alti e bassi e una perdita di profondità proprio in prossimità del traguardo. Ora rimane solo la curiosità di sapere come Martin arriverà, se lo farà, al suo gran finale.

 

  • 6/10
    Storia - 6/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 7.5/10
    Emozione - 7.5/10
7.2/10

Summary

La brutture di tutta una stagione si ripercuotono anche negli ultimi minuti di Game of Thrones. Indubbiamente meritavamo di meglio, ma la conclusione in sé non ci ha lasciati del tutto insoddisfatti.

Porcamiseria

7.2

La brutture di tutta una stagione si ripercuotono anche negli ultimi minuti di Game of Thrones. Indubbiamente meritavamo di meglio, ma la conclusione in sé non ci ha lasciati del tutto insoddisfatti.

Storia 6 Tecnica 8 Emozione 7.5
Scopri di più sui Porcamiseria

Ti è piaciuto l'episodio?

like
24
Mi è piaciuto
love
1
Tutto!
haha
0
Divertente
wow
9
Porcamiseria!
sad
30
Meh...
angry
19
Che schifo

Commenta l'articolo

Simili a Game Of Thrones