Ghost WarsGhost Wars Season 1: Un ottimo inizio che si perde in fretta

Season Recap Una serie sui fantasmi che parte bene, con il giusto quantitativo di horror a destare la curiosità dello spettatore. Peccato che poi smarrisca la strada e riveli la sua natura di promessa mancata, mescolando nel calderone oscuri laboratori di ricerca, fantascienza, luoghi comuni ed effetti speciali scadenti.

5.2

Ghost Wars è una serie horror incentrata sui fantasmi, prodotta da SyFy andata in onda in America a partire da ottobre dello scorso anno e arrivata a marzo 2018 anche in Italia su Netflix. Dando un’occhiata al cast si nota con estremo piacere la presenza di due vecchie conoscenze: Vincent d’Onofrio e Kim Coates. Il primo è anche il più noto dei due, non fosse altro per la splendida interpretazione di Kingpin in Daredevil oltre che per essere stato il Mago di Oz in Emerald City. Il secondo è forse un po’ più di nicchia: una manciata di apparizioni in Prison Break e poi un posto fisso al tavolo dei Sons of Anarchy col nome di Tig, la sua interpretazione più famosa e di successo.

Peccato che i due attori si riveleranno essere solo specchietti per le allodole, scritturati per dare credibilità alla serie e convincere gli spettatori a darle una possibilità. Non che sia una brutta strategia di marketing o che sia sbagliata, però dopo che con quei nomi e con l’accenno di trama veniamo invogliati a vedere la serie, ci aspettiamo anche che questa sia meritevole.

E qui siamo un po’ in difetto.

La paura aumenta se siamo divisi. Dobbiamo restare uniti nella comunità e nella fratellanza.

Il pilot è ottimo.
Ci introduce all’adorabile cittadina di Port Moore, su un’isoletta sperduta nei recessi dell’Alaska collegata al mondo civile solo da qualche barchetta e da un ponte che la unisce alla terraferma. Una cittadina da sogno per i suoi abitanti, duri e rudi survivalisti che lì hanno resistito a tutto. Appena arrivati in città conosciamo il reverendo Dan Carpenter, interpretato da D’Onofrio, che sta officiando un rito funebre molto particolare in un pub, elogiando il defunto e bevendo alla sua salute. Quand’ecco che si verificano strani fenomeni, tra dipinti che cascano e liquidi che aumentano di volume, fino a quando il prete, in preda alle allucinazioni, quasi non si mutila da solo venendo salvato dall’intervento di un ragazzo.

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Stacco netto, si torna indietro nel tempo per scoprire cosa ha portato a quel funerale e a quegli eventi paranormali. Tanto l’interesse del pubblico è stato catturato, possiamo anche sopportare un po’ di normalità adesso.
Così conosciamo finalmente il protagonista, che sarebbe il ragazzo visto prima: Roman Mercer. Un reietto, evitato come la peste da tutti i concittadini a parte il prete. Sua madre era una sensitiva, una truffatrice o una strega, a seconda di chi si interroga al riguardo, e Roman, come eredità da parte della madre fuggita via quando lui era ancora piccolo, ha solo una casa arredata come fosse stregata. Oltre all’abilità di vedere i fantasmi e di parlarci. Infatti la sua migliore (e unica) amica è Maggie, una ragazza che sembra sua coetanea ma che solo lui può vedere.

Se un’anima vuole andare oltre ma si ritrova intrappolata, allora se la prenderà con i vivi.

Roman, intelligentemente, ha deciso di togliere le tende e di andarsene nel mondo civile per non essere additato ogni volta che cammina per strada, ma il destino vuole diversamente e così, mentre parte, si scatena un terremoto che oltre ai danni materiali (tipo il crollo del ponte, che isola del tutto la città) avrà un effetto imprevisto: per una qualche ragione che ancora non sappiamo, i morti adesso non possono più raggiungere l’aldilà. Costretti così a rimanere in quel buco di città, si arrabbiano e se la prendono con i vivi, tentando di farli passare dalla loro parte.

Inizialmente la gente penserà solo al terremoto e al fatto di essere tagliati fuori dal mondo sia a livello di comunicazioni che, soprattutto, di rifornimenti, ma poco a poco tutti cominceranno a capire che sta succedendo qualcosa di molto strano. Tipo che sempre più fantasmi compaiono in città, attaccando i loro vecchi concittadini con illusioni che li portano a uccidere o a uccidersi.

Con gli attacchi dei fantasmi si notano le prime crepe nella logica della serie

In realtà qui si cominciano a vedere già le prime crepe della serie: a seconda dei momenti, i fantasmi li vedono tutti o solo Roman, possono manipolare solo la mente delle persone oppure produrre anche effetti di poltergeist ben più tangibili e, soprattutto, attaccano o meno in base alle esigenze del copione. A volte si daranno spiegazioni per queste cose, spesso invece no. Questa predilizione per le illusioni probabilmente dovrebbe essere dovuta a meri problemi di budget, che avranno influenzato anche l’aspetto non particolarmente bello dei fantasmi stessi, ma si può generare paura e apprensione anche con un budget risicato, tutto sta nel cosa si narra e nel come lo si fa.

Con l’ingresso in scena di Billy McGrath (il personaggio di Coates, che giustamente qui è una sorta di mezzo delinquentello che fa il duro ma che sotto sotto ha il cuore d’oro, fratello del sindaco e contrabbandiere per gli ex concittadini) scopriamo che nessuno può lasciare l’isola in nessun modo, neanche via mare, e che questo horror è sfumato nella fantascienza, come da classici dei videogiochi.

Al centro della vicenda troviamo l’ennesimo istituto di ricerca avanzatissimo e costruito in mezzo al nulla

Infatti sembra che all’origine di ogni problemi ci sia il grande e avanzatissimo laboratorio di ricerca della Lambda, un colosso della ricerca che chissà perché ha deciso di creare una struttura in mezzo al nulla e di farci sviluppare un acceleratore di particelle, il cui test ha causato il terremoto del pilot. La dottoressa a capo del progetto, Landis, sembra una persona a posto: giudiziosa, responsabile, divorata dai sensi di colpa per la sua parte nell’incidente che sta costando la vita a molte persone, è disposta a tutto per trovare una soluzione e salvare tutti quanti. Peccato solo che lei non conti niente.

Infatti chi conta veramente è il CEO della ditta, Daphne Vikander, che a metà stagione atterra sull’isola attorniata da soldati per prendere il controllo delle operazioni e… continuare l’esperimento con l’acceleratore.
Già. Perché Daphne è talmente caricaturale da fregarsene di essere in un’isola infestata da fantasmi assassini, o di averci condotto soldati e ricercatori ignari, o di stare condannando a morte un’intera città (che poi, una volta defunta, tutta questa gente andrà da lei per fargliela pagare). Pensa solo a tirare dritto. E no, l’accenno di spessore che provano a darle non basta per renderla un personaggio minimamente credibile. E non è credibile nemmeno che nessuno, tra coloro che la circonda, pensi di farla fuori per poter cercare di sistemare la situazione e salvarsi la pelle. Cioè, lo spettatore lo urla e lo spera a lungo, davanti al televisore, ma loro niente, rimangono buoni e docili.

Insomma, le cose buone sono principalmente nella prima parte della stagione. L’atmosfera che si respira all’inizio, i primi fenomeni paranormali, le bambine inquietanti, l’esorcismo di Marcus, l’uomo che fischietta, la vecchia paziente della dottoressa, l’obitorio… Però poi più si va avanti, più la storia peggiora. La Lambda, il meteorite, i baccelli, il misterioso piano dei fantasmi che rimarrà tale per sempre, il misterioso legame tra meteorite, acceleratore e mondo dei morti, il misterioso piano tirato fuori da Roman a fine stagione per risolvere la situazione, che misteriosamente necessita di quattro volontari e che ancora non riesco a capire perché diavolo ci volessero proprio quattro persone, quando ne sarebbe bastata una. Colpi di scena prevedibili, una frenesia caotica sempre maggiore avvicinandoci alla fine, e il finale stesso che delude immensamente. L’unica nota positiva del finale è il colpo di scena degli ultimi minuti, questo per una volta davvero inaspettato.

Porcamiseria
  • 5/10
    Storia - 5/10
  • 4.5/10
    Tecnica - 4.5/10
  • 6/10
    Emozione - 6/10
5.2/10

In breve

Ghost Wars parte bene, ma poi non riesce a spaventare né a dare credibilità alla storia narrata. Gli effetti speciali scarsi e l’irrazionalità dei comportamenti di molti personaggi non aiutano a salvare una serie che andando avanti scivola nel già visto, prima di perdersi definitivamente in un caos frenetico e incomprensibile.

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Porcamiseria

5.2

Ghost Wars parte bene, ma poi non riesce a spaventare né a dare credibilità alla storia narrata. Gli effetti speciali scarsi e l'irrazionalità dei comportamenti di molti personaggi non aiutano a salvare una serie che andando avanti scivola nel già visto, prima di perdersi definitivamente in un caos frenetico e incomprensibile.

Storia 5 Tecnica 4.5 Emozione 6
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