Glee arriva alla sua ultima stagione con un numero puntate ridotto e, diciamolo, con pochissimi sprazzi dì originalità.
Nell’ultimo episodio della quinta stagione avevamo visto i ragazzi prendere strade differenti sulle note di Pompeii: Rachel approdava a LA per debuttare in una serie TV, Kurt e Blaine iniziavano la loro convivenza a NY, Sam faceva ritorno a Lima e Mercedes iniziava il suo tour accompagnata da Brittany.
La sesta stagione sarà Lima-centrica: tutti, per un motivo o per un altro, faranno ritorno a casa in modo permanente e non.
La convivenza dei Klaine ha vita breve perchè, come spesso accade, il destino ti porta su binari differenti: Blaine diventa sempre più ossessionato dai preparativi delle nozze mentre Kurt di fatto vuole troieggiare godersi in spensieratezza la loro giovane età. Blaine, distrutto dalla rottura con Kurt, decide quindi di mollare la NYADA e tornare a Lima. D’altronde diciamolo, come potrebbe mai trovare un ragazzo interessante almeno quanto Kurt in quello sputo di città che è New York? Appena arrivato a Lima infatti, si trova subito un nuovo fidanzato (Dave Karofsky) e un lavoro come coach dei Warblers.
Nel frattempo, la carriera di Rachel finisce ancora prima di iniziare e, si sa, non ci sarà un reality show a riesumarla. Non siamo mica in Italia, dai. Anche per lei quindi, la soluzione è il ritorno a casa.
Anche Kurt fa ritorno a Lima, con la scusa di un progetto artistico per la NYADA. Tale progetto si concretizza nella decisione, insieme alla sua amichetta Rachel, di riportare a nuova vita le New Directions. Per farlo però, devono scavalcare l’autorità di Sue che, come potete immaginare, non reagirà affatto bene. Ah sì, ovviamente Kurt si riscoprirà innamorato di Blaine e quindi ci sorbiremo ancora scene smielate tra i due.
Le buone intenzioni di Kurt e Rachel non bastano certo a riportare in vita il Glee club: i due richiamano a rapporto le vecchie glorie delle New Directions per aiutarli nel reclutare nuovi membri. Purtroppo, nell’economia del racconto, la loro funzione è di puro contorno e salverei unicamente Santana e Brittany: il Brittana è tornato in grande stile con tanto di proposta di matrimonio da parte di Santana.
A suon di canzoni e storyline superflue, conosciamo quindi i nuovi membri del Glee Club:
- Jane, ragazza di colore rifiutata dai Warbler che non vogliono interrompere la loro secolare tradizione di club maschile.
- Roderick, ragazzo di corporatura robusta e introverso, ma con una voce black da paura.
- Mason e Madison, coppia di gemelli cheerleader di cui ancora si sa molto poco ma che secondo potranno regalarci qualche soddisfazione.
A questo quartetto probabilmente si aggiungeranno Kitty, unica rediviva della seconda generazione del Glee Club, di nuovo in versione “villain”, e Spencer, giocatore di football, apertamente gay e stronzissimo (per la serie “i gay sono sensibili – certo”).
Da qui in poi c’è veramente poco da dire… Glee è una serie in cui la trama è un elemento quasi secondario, e anche fare un recap con un minino di struttura è impresa ardua.
Andiamo quindi a fare un bilancio di queste prime quattro puntate:
Cosa ha funzionato
- L’Unholy Trinity sempre e comunque. Nel secondo episodio Quinn, Santana e Britney sfoderano un pezzone come Problem di Ariana Grande, finora miglior numero di questa sesta stagione.
- Il mescolare le carte degli stereotipi nella composizione dei nuovi membri cast: staremo a vedere come verranno utilizzati.
- Attingere ad Alanis Morissette e al suo bellissimo album Jagged Little Pill: Head Over Feet e Hand In My Pocket su tutte.
- Menzione d’onore per il coach Beiste e la storyline ideata per lei: dopo anni in un corpo che non le appartiene, Shannon intraprende il suo percorso di transizione che la porterà a diventare un uomo. Dot-Marie Jones ci regala una splendida e toccante interpretazione nella scena in cui il coach spiega a Sam e Sue le motivazioni dietro questa sua coraggiosa scelta.
- Non aver silurato anche Kitty tra i membri delle New Directions 2.0. Voglio al più presto una sua esibizione.
Cosa non ha funzionato
- La storyline Blaine-Kurt : in una sola parola, LA NOIA.
- Scegliere di incentrare una stagione che torna (finalmente) alle dinamiche del Glee Club basandosi sul cast originale. Prevedo già delle storyline assurde per far sì di riportare tutti a Lima.
- Il ruolo marginale del resto del cast rispetto a Rachel, Blaine e Kurt. Spero venga data una degna chiusura ad ognuno dei loro percorsi personali.
- Sue Sylvester: un personaggio ormai caricatura di se stesso e che non fa più ridere. Un’evoluzione sarebbe stata gradita.
- Will Schuester: no ragazzi, non ce lo siamo ancora tolto di torno. Lo vedremo infatti come coach dei Vocal Adrenaline.
Non ci resta che seguire le prossime puntate e sperare in bene. D’altronde, il brano simbolo di questa serie è “Don’t Stop Believing“, no?
Porcamiseria
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