Gotham1×17 Red Hood – 1×18 Everyone has a Cobblepot

Mi ero già scusato nella recensione di Arrow con i fan dei supereroi su Serialfreaks, e rinnovo le mie scuse per quanto riguarda Gotham. Farò anche qui il recuperone degli ultimi due episodi, anche perchè, diciamocelo: non è che sia successo granchè. L’episodio 16 era stato un po’ atipico, e a dir poco geniale nella […]

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Mi ero già scusato nella recensione di Arrow con i fan dei supereroi su Serialfreaks, e rinnovo le mie scuse per quanto riguarda Gotham. Farò anche qui il recuperone degli ultimi due episodi, anche perchè, diciamocelo: non è che sia successo granchè.

L’episodio 16 era stato un po’ atipico, e a dir poco geniale nella sua atipicità: gli sceneggiatori erano infatti riusciti a rendere memorabile un episodio del tutto riempitivo (non c’è bisogno che stia a spiegarvi perchè), ma come era prevedibile, il miracolo non si è ripetuto, se non per certi particolari. Una cosa è certa: sarà meglio che Bruce Wayne si muova a crescere e a travestirsi da pipistrello, “vista la velocità con cui impazziscono gli abitanti di Gotham” (cit.). Uno normale non lo si trova nemmeno a pagarlo.

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Gordon e Bullock

I nostri due detective preferiti sono sempre più affiatati, ed è una cosa che ci fa davvero piacere: le dinamiche tra l’inflessibile Jim Gordon e il più disinvolto Harvey Bullock ci hanno regalato bellissimi momenti in passato e continuano a farlo. Nell’episodio 17 li abbiamo visti collaborare per sgominare la gang di Red Hood– o quantomeno una sua primordiale versione – ma è nell’episodio 18 che ci addentriamo più a fondo nel loro rapporto. Flass, l’agente corrotto che Gordon aveva fatto arrestare andando contro tutto il Distretto, è stato infatti rilasciato grazie all’intervento del Commissario Loeb, altrettanto corrotto, che ha prodotto una testimonianza falsa per far cadere tutte le accuse. Non solo: il commissario lo ha anche proposto come candidato alla presidenza del Sindacato di Polizia. Inutile che stia a dirvi lo sgomento di Gordon quando sente che un ruolo del genere sta per essere ricoperto da uno spacciatore e assassino, ma soprattutto quando scopre che la falsa testimonianza che lo ha scagionato è proprio di Bullock.

Non tutto è come sembra ovviamente: il commissario ha costretto Bullock a rendere la falsa testimonianza, pena la perdita del lavoro e presumibilmente anche qualche decennio di galera. Tutti i poliziotti di Gotham, ci spiega Bullock, hanno avuto il loro Cobblepot, ossia qualcuno da silenziare per sempre, e non tutti hanno avuto la prontezza di Gordon nell’andare contro il sistema mafioso prestabilito e ribellarsi. Loeb ha così in pugno quasi tutto il Distretto e per Gordon la soluzione è una sola: trovare il Cobblepot del commissario, quella macchia nel suo passato per cui riuscire a incastrarlo. Lo fa inizialmente con l’aiuto di un redivivo Harvey Dent, mentre poi a proseguire le indagini – per le quali si renderà necessario l’aiuto del Pinguino – arriverà proprio Bullock, di nuovo spinto dall’entusiasmo e dalla volontà di ferro del collega nel voler riportare la legalità a Gotham.

Da una parte, dicevo, è interessante vedere l’evoluzione del rapporto Gordon-Bullock, con quest’ultimo che sempre più spesso ultimamente mette da parte le convinzioni su come funzionano le cose a Gotham grazie alle spinte del primo; ma dall’altra parte è altrettanto interessante vedere invece come a Gotham sia necessario sporcarsi le mani per ottenere risultati: Gordon non fa eccezione, arrivando a fare accordi col Pinguino ma soprattutto a ricattare Loeb, seppure a fin di bene.

Fish Mooney

Le cose per la ghetto queen di Gotham si mettono dolorosamente male. La sua ribellione e il suo fomentare la folla nel “carcere” in cui è stata imprigionata l’hanno portata, nell’episodio 17, a conoscere il proprio carceriere, che scopriamo essere al soldo del dottor Dulmacher (una versione adattata del villain The Dollmaker). Il dottore, ovviamente totalmente pazzo come si richiede a un cattivo di Batman che si rispetti, si serve dei prigionieri per collezionare organi, da utilizzare sia per il contrabbando sia per i suoi “esperimenti personali”. Ew.

Fish ovviamente non accetta la prigionia, ma soprattutto non sopporta avere qualcuno che la comandi, perciò tenta la contrattazione con il manager della struttura. Vedendosi messa alle strette e minacciata di essere smembrata come tutti gli altri, arriva alla soluzione più estrema di tutte: in un moto di orgoglio, si cava un occhio da sola. Con un cucchiaio.

92 minuti di applausi.

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Così facendo riesce a guadagnarsi il rispetto di Dollmaker, che dopo averle fornito un occhio nuovo – non dello stesso colore, ci mancherebbe. Chissà a chi l’ha preso – e dopo averla messa nuovamente alla prova, la accetta ai piani alti. E qui Fish scopre di trovarsi su una minuscola isola, a chilometri e chilometri da tutto ciò che si possa definire civiltà.

È interessante vedere Fish in situazioni estreme come questa. Qui, alla prigione di Dollmaker, nominare Carmine Falcone come garanzia non significa nulla. È totalmente sola, e questo la fa emergere ancora di più, regalandoci momenti davvero creepy ma soprattutto un personaggio con una forza, nel bene e nel male, davvero incredibile.

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Bruce Wayne e Alfred

Sulle vicende del piccolo Batman e del suo maggiordomo è incentrata la maggior parte dell’episodio 17. Alla Wayne Manor arriva un ospite inatteso: un vecchio commilitone di Alfred, tale Reggie Payne, al quale il nostro rispettosissimo gentleman – ma all’occorrenza spaccaculi – inglese presta soccorso, vitto e alloggio.

Non ci vuole molto a capire che personcina a modo sia questo Payne. Si intromette nell’addestramento del piccolo Bruce, insegnandogli a essere brutale e a mettere da parte l’onore e il rispetto per il nemico che invece Alfred gli stava trasmettendo. Ed è solo la prima di una lunga serie di confronti con Alfred: i due hanno preso strade totalmente diverse, e non c’è racconto di guerra che regga. Specie perchè Payne non è chi dice di essere: quando Alfred lo invita gentilmente ad andarsene, lui lo accoltella e scappa, lasciando il maggiordomo in fin di vita.

Scopriamo infatti che Payne è stato assoldato dal Consiglio di Amministrazione delle Wayne Enterprises: dopo il discorsone del piccolo Wayne nell’episodio 16, questa mandria di corrotti voleva accertarsi di quante e quali prove Bruce avesse contro di loro, non si capisce se semplicemente legate alla corruzione dell’azienda o se collegate anche all’omicidio di Thomas e Martha Wayne. Bruce, avendo subodorato il tutto quando ha scoperto l’assenza di alcuni fascicoli, è ora più che determinato a capire chi aveva assoldato Payne, e può contare sull’aiuto della simpaticissima Selina Kyle.

Gli autori hanno cercato di rendere la parte relativa al wannabe Batman più interessante, vista la prima metà di stagione in cui era, senza esagerare, una mera interruzione di vicende più importanti legate a Gordon, a Pinguino o alle famiglie mafiose di Gotham. Ci stanno in parte riuscendo, ma per giudicare aspetto di vedere dove porterà questa nuova indagine e che peso avrà nell’economia complessiva della serie.

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Varie ed eventuali

  • Selina e Ivy vivono ora stabilmente nel loft di Barbara, che a) non si capisce per quale motivo abbia acconsentito senza battere ciglio, e b) si piglia pure i velati insulti di Selina. ‘Sta donna da quando ha mollato Gordon non ne becca una. A sto punto o la facciamo fuori dalla serie, oppure le diamo modo di rientrare nella vita di Gordon, perchè rischia di rimanere relegata al ruolo di macchietta inutile.
  • Edward Nygma continua la sua opera di “seduzione” dell’impiegata al GCPD, la quale ovviamente non sa più come dirgli che non è attratta da lui e si è nel frattempo trovata un altro boyfriend. La cosa manda su tutte le furie il nostro Enigmista, ma non voglio credere sia questa la causa scatenante del suo diventare un supercattivo. Non ci voglio minimamente credere.
  • Gli affari del Pinguino al suo nuovo locale vanno malissimo, fortuna che c’è il buon vecchio Butch a dargli una mano. Ma al di là dei problemi di gestione dell’Oswald’s, anche lui è stato messo da parte. Come dicevo qualche episodio fa, non c’è più il Pinguino calcolatore e manipolatore di cui ci eravamo innamorati nella prima metà di stagione, ed è un vero peccato.
  • Una menzione particolare va al manager della struttura di Dollmaker. Reo di non aver saputo tenere testa a Fish Mooney, il poveretto diventa oggetto degli esperimenti dello stesso dottore, il quale decide di impiantarne la testa su un corpo femminile.

In conclusione, due episodi riempitivi e decisamente non memorabili (fatte salve alcune scene come Fish che si cava l’occhio o tizi inquietanti come i due custodi della tenuta di Loeb o come la figlia dello stesso commissario). L’approfondire il rapporto tra i vari personaggi o il tentare di aggiungere spessore alla storyline di Bruce Wayne purtroppo non basta.

L’account ufficiale Facebook della serie continua a fare il conto alla rovescia per il season finale, al quale mancano solo 4 episodi, ma francamente l’aria che si respira non è quella degli ultimi episodi della stagione. Tre riempitivi di fila sono davvero troppi, c’è bisogno di una decisa accelerata sul piano della trama orizzontale perchè sarebbe un vero delitto concentrare tutti i fatti salienti nell’ultimo episodio.

Mi duole assai, ma non posso dare più di tre porcamiseria risicati a entrambi gli episodi.

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Porcamiseria

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