Gotham2×10 The Son of Gotham

Meno uno. Gotham ci porta al preludio del mid-season finale un passo alla volta, senza fretta, rivelando le intenzioni di Galavan con lo stesso sorriso da schiaffi che il “sindaco” della metropoli sfoggia da quando è comparso sulla scena, come un istrione decisamente esperto. È attorno a lui che ruota tutto il complotto dell’Ordine di St. […]

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Meno uno. Gotham ci porta al preludio del mid-season finale un passo alla volta, senza fretta, rivelando le intenzioni di Galavan con lo stesso sorriso da schiaffi che il “sindaco” della metropoli sfoggia da quando è comparso sulla scena, come un istrione decisamente esperto.
È attorno a lui che ruota tutto il complotto dell’Ordine di St. Dumas – che abbiamo visto arrivare in città alla fine dello scorso episodio – ed è sempre a causa sua che Gordon sta perdendo il senno.

2x10 The Son of Gotham Recensione

Il Sacro Ordine di St. Dumas fa parte di quella branca mistica che intrallazza con l’universo di Batman solo di sfuggita, in quattro albi sconosciuti ai più, ma famoso per aver avuto come capo – tempo fa – Ra’s al Ghul in persona. Nascono come templari, protettori dei pellegrini della Terra Santa, ma sfociano ben presto nel fanatismo più buio arrivando a rubare persino il campionario di armi biologiche di Ra’s per usarlo nella purificazione del mondo dai peccati.
Ed è esattamente questa la nenia che risuona in tutta la puntata: quando il sangue di nove vittime sarà sparso sulla città, Gotham verrà purificata dai peccati.

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Galavan, da discendenza, porta il nome di questo sacro ordine – Dumas – che non è solo il nome di una delle famiglie fondatrici della metropoli ma, secondo l’usanza, è anche il nome dato al capo della setta: la prima guida che condurrà i confratelli, monaci penitenti, al riscatto finale. Chiaramente, l’intento del fu sindaco non è solo la redenzione; la vendetta è ciò che l’ha spinto, sin dall’inizio, a creare un piano decisamente complesso in cui finalmente tutti i pezzi stanno andando al proprio posto. Ha orchestrato tutto – la fuga dei freaks, l’elezione a furor di popolo, il sostegno della polizia – nei minimi dettagli, e ciò che gli manca adesso è il figlio di Gotham: Bruce Wayne.

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Bruce, che in questa puntata, finalmente, si sveglia un po’ dal torpore datogli dagli ormoni da Silver e decide di seguire i consigli di Selina. Alfred gli aveva giustamente fatto notare che per ottenere informazioni dalla nipote di Galavan occorreva un livello di “malizia” che il caro rampollo Wayne non possiede ancora. Ma fortunatamente, Selina ne possiede in abbondanza per entrambi: il finto rapimento ai danni di Silver e Bruce serve allo scopo: rivelare la vera personalità della biondina e donare al futuro cavaliere oscuro ciò che bramava di più, il nome dell’assassino dei suoi genitori. Questo Malone sarà vero, sarà un imbroglio? Presumo che lo scopriremo poi.

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Ma come sempre, il vero protagonista dell’episodio è James Gordon, che dall’ultima serie di puntate ci è uscito parecchio distrutto.
Devo confessare una cosa: non sono una purista di Batman.
Sono stata una grande fan della serie animata, quando ancora ero troppo piccola per capire cosa fosse la serialità, ma la mia conoscenza di Bruce Wayne e del suo alter ego mascherato si ferma alla cinematografia. Conosco, tuttavia, una persona molto più esperta e appassionata in materia, che mi illumina la strada quando devo cogliere riferimenti a me ignoti.
C’è un assioma ripetuto spesso dal Joker, emblema di tutto ciò che è la città del Cavaliere Oscuro: Gotham è sempre stata corrotta, oscura e malvagia, ma non è mai stata pazza.
I mostri li ha creati Batman.
É stato lui stesso, con le sue ombre, a rendere Gotham City ancora più nera.

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Questa seconda stagione, invece, si è data persino un titolo che va contro questa distinzione basilare: Rise of the Villains. Qua non c’è Batman, a combattere ciò che lui stesso ha generato; c’è qualcuno di molto diverso, qualcuno che nei fumetti ritiene l’uomo pipistrello “il male necessario”.
Jim Gordon è un uomo in lotta con il suo lato oscuro, un uomo che ha combattuto di tutto nella sua vita: è stato soldato, ha combattuto la stessa polizia corrotta, ha combattuto persino la mafia.
Tutto d’un pezzo, apparentemente indistruttibile.

Gotham, finora, ci ha mostrato che è Gordon a combattere contro i mostri sguinzagliati da Galavan, ma non solo; il mostro più grande contro cui sta combattendo è quello dentro se stesso, quello che ha nutrito quando ha scelto la via più veloce per rientrare nella GCPD, cioè un patto col diavolo. O col Pinguino, per la precisione, che anche questa volta – forse non volendo – gli salva la pelle per il rotto della cuffia.
Che piaccia o no questo cambio di ruoli, essendo Bruce Wayne solo un bambino e non potendo essere il Cavaliere Oscuro che serve a Gotham City, Gordon si sta dimostrando davvero determinato a sgominare il male che brulica tra le vie cittadine. Pazzi compresi.

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E per concludere, Galavan è stato scagionato e ha fatto visita a Bruce, Alfred è M.I.A., Nygma ha sempre meno rotelle, James è messo male e il finale di questo primo ciclo autunnale si preannuncia denso di misticismo e alleanze inaspettate – a giudicare dalle immagini del promo dell’undicesima puntata.

Personalmente, non vedo l’ora di vedere come andrà a finire.

4

 


 

#maiunagioia:

Forza, chi inizia a produrla?

Mi sa che l’abbiamo pensato un po’ tutti:

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