GothamGotham so far

Ricomincia settimana prossima negli USA Gotham, la serie Fox incentrata sul giovane detective James Gordon che si fa strada in una Gotham City in cui Batman è ancora un ragazzino. Qui su SerialFreaks ne abbiamo recensito alcuni episodi in diretta salvo poi perderci nel marasma dei vari season (e series) finale: ci sembra perciò giusto fare […]

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Ricomincia settimana prossima negli USA Gotham, la serie Fox incentrata sul giovane detective James Gordon che si fa strada in una Gotham City in cui Batman è ancora un ragazzino. Qui su SerialFreaks ne abbiamo recensito alcuni episodi in diretta salvo poi perderci nel marasma dei vari season (e series) finale: ci sembra perciò giusto fare un rapido excursus sulla prima stagione, in vista dell’inizio della seconda.

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Villains rising

Un tema sviscerato spesso nei film dedicati a Batman – ma anche nei fumetti e nelle serie animate – è il fatto che sia stata la sua stessa presenza di Crociato Incappucciato a scatenare supercattivi sempre più pericolosi, teatrali e grotteschi: villain come il Joker, come Spaventapasseri o come il Cappellaio Matto, sarebbero mai potuti esistere senza Batman?

Ecco, Gotham invece affronta l’argomento in maniera diametralmente opposta: mentre Bruce Wayne è ancora un ragazzino indifeso e talvolta sprovveduto, in città imperversano già criminali del calibro di Victor Zsasz, Cappuccio Rosso e, ovviamente, Pinguino. L’intera serie è, in fin dei conti, una storia di origini, ma non di Batman, come si potrebbe erroneamente pensare, nè del futuro commissario Gordon, bensì di tutta la pletora di supervillains di cui Gotham City sarà piena dopo l’avvento del Cavaliere Oscuro. E il team creativo della serie è ben intenzionato a proseguire in questa direzione, tanto che il titolo della Season Two sarà proprio Rise of the Villains.

È un approccio interessante? Sì, molto.

È un approccio riuscito? .

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Che Gotham non seguisse il canone fumettistico prendendosi tantissime libertà, era un concetto chiaro fin dall’inizio. Ma complice forse la struttura procedurale della serie, la continua comparsa di “versioni preliminari” di futuri supercriminali è sfociata molto spesso in mero citazionismo fine a se stesso. Intendiamoci, come procedurale, Gotham non è affatto male: davvero interessante, ad esempio, è l’idea di suddividere la stagione in micro-archi narrativi, che permette di sviluppare meglio certe storyline attenuando quella sensazione di autoconclusività degli episodi che alla lunga può stancare; ma forse, proprio questo ha minato alla base quella che, sulla carta, poteva essere un’idea vincente. Quel raccontare le origini dei nemici di Batman, che nelle intenzioni era notevole, si è ridotto a un’enorme quantità di strizzatine d’occhio ai fan del Cavaliere di Gotham che però, ai fini del racconto vero e proprio, ha aggiunto poco o nulla. Basti pensare all’intera sottotrama dedicata a Edward Nygma: un’ottima caratterizzazione del personaggio, rovinata poi da un’affrettata conclusione della sua storyline solo per poter dire che è nato l’Enigmista.

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Clash of Clans

La storyline senza dubbio più interessante è stata quella che, non a caso, ha permeato l’intera stagione come unico accenno di trama orizzontale: la faida tra le due famiglie mafiose di Gotham, guidate rispettivamente da Carmine Falcone e Salvatore Maroni.

Pensateci un attimo, provate a immaginare Gotham al netto delle comparsate insignificanti e degli episodi filler o autoconclusivi. Avrete tra le mani un Game of Thrones dei giorni nostri, un gioco di potere tra i due boss del crimine che si sfidano – talvolta con metodi sottili e subdoli, talvolta apertamente a suon di mitragliatrici, facendo sfociare il tutto in una generale guerra tra bande – per il trono, ossia per il controllo totale di Gotham, minacciati dai due astri nascenti della criminalità organizzata, ossia Fish Mooney e Oswald Cobblepot.

Proprio questi ultimi sono infatti i personaggi meglio caratterizzati dell’intera serie, con la prima che però ha pagato care alcune scelte degli autori (specie nell’arco di episodi finale, dove il suo ruolo di abile manipolatrice diventa quasi macchiettistico) e con il secondo che ha finalmente coronato il suo sogno di diventare il Re di Gotham, unica storyline (ed unico personaggio) ad essere coerente dall’inizio alla fine.

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The good ones

Lo stesso, ahinoi, non si può dire dei “buoni”. Se la coppia Gordon / Bullock funziona davvero benissimo – il contrasto tra i due caratteri li rende davvero divertenti insieme – lo stesso non si può dire dei protagonisti presi singolarmente, soprattutto di Gordon, tra scelte incoerenti del personaggio e una recitazione di Benjamin MacKenzie non certo da Emmy.

Lo stesso vale per la giovane Catwoman: se in questo caso la recitazione è più che buona, i problemi di sceneggiatura permangono, con una Selina Kyle che dapprima aiuta Bruce Wayne salvo poi, due secondi dopo, allearsi senza pensarci due volte – e cambiando taglio di capelli giusto per sembrare cattiva – con Fish Mooney.

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A parer mio però, è proprio il wannabe Batman a non funzionare. Le sottotrame dedicate a Bruce Wayne sono di una noia mortale, spezzando costantemente il ritmo dell’episodio. Solo nel rush finale, dopo che Alfred viene quasi ammazzato, acquistano un senso e un ritmo decenti (portandoci peraltro a conoscere un altro pilastro della mitologia del Cavaliere Oscuro, Lucius Fox).

Se quindi da una parte abbiamo il Lato Oscuro di Gotham che funziona benissimo ma che ha bisogno di aggiustamenti qua e là – soprattutto meno citazionismo spiccio dei fumetti e più caratterizzazione – dall’altra il lato dei “Buoni” necessita di molto più lavoro per risultare credibile e, soprattutto, interessante agli occhi del pubblico nella seconda stagione.

Batman Beyond

Insomma, Gotham non è una serie totalmente da buttare. Ha molte potenzialità interessanti, ma le manca il coraggio, quello che le serve per staccarsi dalla mitologia di Batman e andare avanti con le proprie gambe, con storie e personaggi che valga la pena raccontare. Non è un caso se uno dei personaggi meglio riusciti è Fish Mooney, l’unica tra i protagonisti ad essere stata creata appositamente per la serie. Purtroppo, viste le premesse, ovvero il cliffhanger del season finale (quello in copertina: Lost anyone?) e i trailer della nuova stagione, temo che, al contrario, la serie insisterà su questo tasto, continuando a proporre citazioni e collegamenti al mondo di Batman: speriamo almeno che questi non vadano ad inficiare la sceneggiatura che, come già detto, dovrebbe sfruttare meglio il meccanismo dei mini-archi narrativi e proporre storyline più solide ed interessanti.

Noi seguiremo anche la seconda stagione qui su Serialfreaks a partire da settimana prossima: non mancate l’appuntamento con la season premiere, ma già che ci siete, fateci sapere qui nei commenti che ne pensate della prima stagione, se siete d’accordo con i nostri tre porcamiseria di incoraggiamento, o se secondo voi siamo stati troppo crudeli o troppo buoni!

3

 

Stavolta ci limitiamo a un solo tweet, di un nostro grande amico e fan: non avremmo saputo descrivere meglio il finale della prima stagione.

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