Grey’s Anatomy ritorna con un episodio che è il continuum ideale di quello precedente. Dopo l’ennesimo colpo basso infertole da un destino incline a riservarle tragedie una dietro l’altra, Meredith Grey è pronta a riprendere in mano le proprie redini; o meglio, crede di esserlo: in questo episodio, vediamo come le sue sicurezze vengano demolite poco a poco e la lascino di fronte ad un bivio di scelte. Un bivio, questo, che può rappresenterà un punto interessante e inaspettato nella sua vita.
Non è la prima volta che gli autori di Grey’s Anatomy mettono in tavola la carta del disturbo post-traumatico da stress, meglio conosciuto come PTSD: Owen ne è stato affetto – e tutt’ora in qualche modo ne soffre -, così come successe a Cristina in seguito alla sparatoria della sesta stagione. I momenti tragici nelle vite dei personaggi di Grey’s Anatomy sono sempre stati un punto fondamentale di svolta, una linea oltre la quale sono seguiti sempre un cambiamento radicale e una presa di coscienza sulla propria vita.
Meredith non è immune a questo ‘rito’: nessuno meglio di lei sa cosa vuol dire affrontare una serie quasi interminabile di drammi riuscendo sempre ad uscirne indenne.
In questo nuovo episodio, osserviamo Meredith sotto una nuova prospettiva tramite la figura dello psichiatra: la Meredith dark and twisty delle prime stagioni si è trasformata in una donna matura, una madre vedova segnata profondamente da tutte le sfide che ha dovuto affrontare, sfide che lei accoglie e ricorda come formative e fondanti. I traumi che ha subìto non solo le hanno permesso di diventare quella che è ora, ma addirittura può raccontarli con serenità e leggerezza proprio in quanto relegati al passato.
Meredith: “Any day where nobody dies, that’s a good day.”
L’approccio di Meredith alla propria vita è molto più leggero rispetto a quello a cui ci aveva abituati: ciò che ci si lascia alle spalle trova posto solo nel passato. Ciò, che conta, per Meredith, è poter arrivare alla fine della giornata ed essere consapevole di essere viva, di essere sopravvissuta a ciò che il destino le ha parato davanti. Nonostante questo, con l’aiuto dello psichiatra – un personaggio marginale tramite cui lo spettatore ripercorre i fili delle storie degli altri personaggi -, Meredith giunge alla conclusione che non le basta soltanto di essere viva, ma che è stanca di essere sola. Sebbene sia circondata da un ‘villaggio’ di amici, Meredith si sente sola: l’assenza di Derek, sebbene metabolizzata almeno esteriormente, è più che mai tangibile. Lo psichiatra se ne accorge e suggerisce a Meredith che lei non è più una vedova, intendendo che la morte del marito non deve plasmare la sua persona e che è pronta per andare avanti, e in questo ha tutta la libertà di fare ciò che più le piaccia.
Questo significa che vedremo presto Meredith alle prese con nuovi appuntamenti? Questo ci sembra parecchio improbabile, ma è certo che la dottoressa Grey è all’inizio di un nuovo capitolo di vita e che sarà lei a dettarne la trama.
Lasciata da parte Meredith, questo episodio di Grey’s Anatomy si evolve in maniera concentrica, con le storie di due coppie che si sviluppano come contorno a quella del personaggio principale: da una parte, l’ennesimo litigio tra Owen e Nathan spinge il primo a raccontare ad Amelia la verità sull’origine dei suoi dissapori con il dottor Riggs, il che porta i due a riconciliarsi ancora una volta (che ne sarà di questa coppia, ci chiediamo); dall’altra, anche Alex e Jo sembrano riavvicinarsi, chiudendo con un bacio riparatore la circolarità di questo episodio, nel cui iniziano sembravano ancora avere qualche attrito. Nonostante il poco spazio che viene dato al susseguirsi delle loro vicende, è sempre interessante assistere al cambiamento di questi personaggi, specialmente a quello di Alex, la cui metamorfosi nel corso degli anni è stata decisamente radicale. L’impianto sembra funzionare: nonostante gran parte del tempo venga dedicato a Meredith, gli autori non mancano di riservare agli spettatori un occhio privilegiato sugli sviluppi – per quanto non sostanziosi, bisogna ammetterlo – delle vite dei medici del Grey Sloan Memorial.
Questo episodio sembra accennare vagamente al fatto che Meredith, interpretata da una Ellen Pompeo sempre più all’altezza del proprio personaggio, andrà incontro ad un futuro radioso: lo fa lasciando ampio spazio al racconto della prospettiva di Meredith e al percorso tramite cui lei arriva a quella consapevolezza che non le resta nient’altro da fare se non andare avanti. Noi ci auguriamo questo per lei e per la serie stessa, che in questa stagione sta sfornando episodi degni dei fasti del passato di Grey’s Anatomy.
Se ce la fa Meredith Grey a vedere la vita con ottimismo dopo 12 stagioni non vedo perché io non potrei #GreysAnatomy
— 🃏 (@mnemosoune) February 23, 2016
Quel momento sconcertante in cui ti rendi conto che la furia da domare è proprio tua figlia #GreysAnatomy pic.twitter.com/0653nuzVy6
— alessia 🌴 (@DYBARDESCHI) February 22, 2016
Amelia è l'unico nuovo personaggio scritto bene e recitato da Dio della serie ma sta procedendo male male con Owen. #GreysAnatomy
— FraGi (@FraGi____) February 21, 2016
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