“Le speranze che si riprenda sono esigue. Se continua così, si potrebbe dover staccare la spina.” Questa frase è stata pronunciata innumerevoli volte in Grey’s Anatomy e perciò è strano ritrovarsi a pensare le stesse parole rivolgendole alla serie. Dopo aver sganciato due episodi perfetti come Guess Who’s Coming To Dinner e The Sound of Silence, due momenti indimenticabili di questa stagione, Grey’s Anatomy si è arenato, accontentandosi di episodi spesso mediocri (nella migliore delle ipotesi) in cui le storyline di molti personaggi sono state messe in secondo piano se non azzerate, dando l’impressione di essere stati scritti come semplici filler per mancanza di idee originali. Nonostante gli ascolti, che comunque rimangono buoni, a lungo andare la mancanza di nuovi stimoli creativi rischia di danneggiare la serie e, considerando che è arrivata alla dodicesima stagione, il rischio è sempre dietro l’angolo.
Se iniziassi a elencare tutto ciò che non mi è piaciuto di questo episodio, probabilmente non finirei mai di concludere l’elenco perché sarebbe piuttosto lungo. Infatti, parto col dire che questa puntata ci poteva essere risparmiata, in quanto la sua unica funzione è quella di preparare il terreno, sia per i personaggi sia per gli spettatori, allo scontro giudiziario di settimana prossima tra Arizona e Callie per l’affidamento di Sofia. Gli schieramenti che si vengono, per forza di cose, a formare a causa della sentenza imminente sono ridicoli: come potrebbero non esserlo quando l’intera storia che sta dietro è essa stessa ridicola, in fin dei conti? Non voglio schierarmi per nessuna delle due, ma l’unica che in questa situazione ha agito coerentemente a se stessa è stata Arizona: cos’altro poteva fare in risposta alla decisione repentina e avventata della ex moglie? Callie infatti sembra essere stata presa da un colpo, uno grosso, per aver deciso di stravolgere la vita sua e della figlia, per seguire un amore che assomiglia più ad un fuoco di paglia che a una fiamma dirompente. La speranza, nonostante il promo del prossimo episodio lasci presagire diversamente, è che Callie rinsavisca e si accorga che l’unico schieramento che valga la pena di scegliere è quello che arrechi meno danni possibili alla piccola Sofia.
Un’altra storia che sta scadendo nel ridicolo è quella tra Ben e Miranda (e no, non mi sto riferendo al pessimo colore di capelli di quest’ultima, motivazione più che sufficiente per un litigio furioso). Passi un episodio, passino due episodi, ma dopo aver perso il conto delle puntate in cui lei non fa altro che ricordare le sue responsabilità come Capo, moglie, presidentessa dell’Universo, mentre lui difende il proprio operato da MacGyber chirurgo esuberante e proattivo, beh… lasciatemelo dire, la situazione è diventata davvero pesante. Davvero, l’abbiamo capito: Ben ha fatto una cazzata, Miranda ha giustamente dovuto cazziarlo con tutti i sacri crismi del caso, e poi ancora e di nuovo, ma a una certa uno si stufa a vedere ‘sti due che son diventati i Sandra e Raimondo di Seattle.
Spero dunque che “Casa Bailey” finisca presto, in quanto è una zavorra narrativa ormai trita e ritrita e quindi facilmente dispensabile.
Il resto dell’episodio continua con pochissimi momenti degni di nota – pure ad impegnarmi, infatti, ne troverei di ben pochi. Potrei parlare del caso della settimana e dell’amore nascosto e impossibile tra due uomini anziani, esempio insuperabile di fedeltà e affetto sopra qualunque cosa; o ancora, della storia tra Stephanie e il chitarrista, così pericolosamente simile a quella tra Izzie e Danny che meno male che Amelia almeno tu hai un briciolo di sale in zucca e intervieni prima che la Edwards possa trasformarsi nella Izzie Stevens 2.0.
A proposito di Amelia, vale spendere due parole su una grande questione che la riguarda – no, furbetti, non mi riferisco alle doti del Maggiore Hunt (l’enfasi è su “Maggiore”, ovviamente). Nel finale, Amelia confronta Owen vis-à-vis e ammette apertamente il motivo per cui continua a ripetere a se stessa che Owen è soltanto un passatempo: ancora una volta, è la paura di mandare tutto all’aria il suo freno più grande. Amelia non parla a caso: è arrivata a un punto della sua vita in cui afferma con certezza quello che dice perché si conosce alla perfezione e, proprio perché sa come è fatta, teme di come potrebbe finire la storia con Owen se decidessero di portare la loro relazione ad un livello superiore. Abituato a temere cose ben peggiori, Owen non sembra spaventato da un eventuale esito negativo: al contrario, è lui a prendere l’iniziativa proponendo ad Amelia di mandare all’aria tutto, ma di farlo insieme.
Finalmente, sembra che i due stiano raggiungendo quella stabilità tanto sperata dai fan di Grey’s Anatomy: dopo aver esposto all’altro le proprie fragilità, Amelia e Owen sembrano siano finalmente pronti per passare al livello successivo.
Tirando le fila del discorso, questo episodio di Grey’s Anatomy è stato piuttosto deludente: ogni minuto era un inno al più tremendo dei filler, il che ha reso seriamente difficile arrivare vivo e vegeto alla fine della puntata.
In queste settimane, Grey’s Anatomy mi è sembrato come un malato che non riconosce di esserlo e decide di non curarsi: se solo ci fosse questa consapevolezza da parte degli autori, forse le sorti della serie potrebbero essere cambiate.
Per questi motivi, non posso dare più di 2,5 porcamiseria, sperando che il malato ritorni sui propri passi e accetti di farsi curare.
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#GreysAnatomy 12×21:
Il fallo di Owen
Insulti gratuiti a Pennymarket
Mer la psicologa
Arizona mainagioia
April mo attaccati e tira
Amelia 🍋— Swan (@asilesw0rld) April 29, 2016
Mi sa tanto che Kyle sarà un Denny Duquette 2.0 #GreysAnatomy
— Marti (@HeyParrillaa) April 29, 2016
Quando la Grey dice di essere dalla parte della Torres #GreysAnatomy pic.twitter.com/xp2FJusEx9
— gabriella (@niallsmoment) April 29, 2016
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