Grey's Anatomy15×21 Good Shepherd

In un episodio Amelia-centrico, Grey’s Anatomy riporta la dottoressa Shepherd a New York, sua città d’origine. Tra drammi familiari ed il ritorno di un personaggio scomparso dai radar da troppi anni, ci si butta a capofitto nei conflitti irrisolti della famiglia Shepherd.

8.0

Pensiamo di parlare a nome della maggior parte dei fan quando ammettiamo di aver fatto i salti di gioia dopo aver appreso la notizia che Grey’s Anatomy avrebbe prodotto un episodio Amelia-centrico in questa quindicesima stagione. E dopo aver visto Good Shepherd, quello che ci chiediamo è: era davvero necessario dedicare un’intera puntata agli affari di famiglia di un personaggio? In generale la risposta sarebbe negativa, ma poiché il personaggio in questione è Amelia,  rispondiamo senza dubbio con un Si convinto. L’episodio, che declinato con altri protagonisti sarebbe risultato forse un di più non richiesto, ha invece funzionato proprio perché al centro dello stesso c’era Amelia e non una qualunque, con la sua capacità di portarsi dietro un notevole bagaglio personale e familiare, e dentro una miriade di mondi e personalità, che da sempre affascinano e fungono da suo marchio di fabbrica.

L’episodio funziona perché al centro c’è Amelia, e non una qualunque.

“È bello sapere che i migliori di questa famiglia sono morti”. Così diceva Amelia qualche anno fa quando, ancora con i mollettoni in testa il giorno del suo matrimonio, realizzava che nessuno della sua famiglia avrebbe partecipato alla cerimonia. E proprio da questa citazione vorremmo partire per analizzare il comportamento delle Shepherd, per capire finalmente quanto ci sia di vero in queste parole e quanto, invece, sia stato frutto dell’impulsività del momento.

Se per quanto riguarda la sorelle la definizione calza a pennello, rimaste acide e critiche fino all’inverosimile, per la Signora Shepherd il discorso è invece alquanto differente. Sebbene sia molto diversa dalla Mama Shepherd conosciuta ai (bei) tempi della quinta stagione, la donna non è certamente un severo giudice come le figlie, anzi, ed entra di diritto tra i “migliori” della famiglia. A distanza di anni, ritroviamo una donna che non ha pressoché nulla a che vedere con la madre autoritaria che ci era stata presentata: è passato il tempo in cui l’ex infermiera militare arrivava al Seattle Grace per elargire consigli amorosi a Mark o per dare la sua benedizione a Derek riguardo Meredith – iconica la battuta: “Tu vedi le cose o bianche o nere, Meredith no. […] Ti serve lei.” – , è ora invece il momento di fare ammenda e di chiedere perdono per le proprie mancanze.

Scordiamoci l’autoritaria Mama Shepherd che avevamo conosciuto, un altro lato della sua personalità sta per essere svelato

Se tralasciamo la ridicola espressione della donna mentre assiste al dolce amaro, ma spassosissimo, massacro delle figlie a cena, ecco che sullo schermo appare un personaggio certamente meno ingombrante di quello conosciuto ormai dieci anni fa, ma non per questo meno forte. Ci vuole infatti decisamente più coraggio ad ammettere le proprie colpe di fronte ad una figlia piuttosto che calarsi nei panni della madre-supereroe che arriva, sistema ed approva la vita del figlio e se ne va. In quel caso andava bene così, certo, perché era esattamente ciò che serviva a Derek in quel momento, ma questa volta la situazione è cambiata e Mama Shepherd ha avuto la sensibilità necessaria per accorgersene.

Sedute su una panchina al parco, le ottime Scorsone e Tyne Daly rendono ancora più toccante una scena già di per sé lacrimevole, in cui vengono affrontati i fantasmi passati del rapporto madre-figlia, dando spazio non tanto agli errori di Amelia, come hanno fatto le sorelle, ma piuttosto a tutte le volte in cui quest’ultima si è rialzata dopo una brutta caduta.

Ogni volta che cadi, ti rialzi e diventi più forte. Ma non è che a te non importava se non saresti caduta… ma non avevi paura di farlo

Durante l’elenco che Mama Shepherd fa delle proprie le mancanze avvenute nel corso degli anni, ripercorriamo tutti gli eventi significativi della vita di Amelia, e come in una carrellata di vecchie polaroid rivediamo l’Amelia drogata di Private Practice, quella che si sveglia con il fidanzato morto accanto, l’Amy sorellina di Derek che si è fatta strada senza di lui, “capendo chi fosse fuori dalla sua ombra” , l’Amelia moglie che percorre la navata senza la sua famiglia ad assistere alla sua gioia, arrivando infine anche noi a renderci conto che, dopo tutto questo, non è più possibile considerarla “la ragazzina incasinata” di un tempo. È scontato e superfluo dire quindi che, come la madre, anche lo spettatore, specialmente quello di vecchia data che l’ha conosciuta in quel di Los Angeles, concorda sul fatto che Amelia non meriti altro che amore nella sua vita.

A ricordarle il suo valore, quando forse nemmeno lei sembra esserne pienamente cosciente, è Link, che partito da Seattle per assistere Amelia in una complicata operazione chirurgica, si trova coinvolto con tutte le scarpe nei drammi familiari della donna. Il teatrino messo in piedi a casa Shepherd e lo scontro fuori dalla sala operatoria hanno reso evidente, se ancora ce ne fosse bisogno, la positività e la bellezza di questo personaggio, che per fortuna non è solo esteriore, ma  nasconde dentro di sé un affascinante mondo che va molto oltre lo human blue light di cui la donna si è servita fino ad oggi. Riesce non solo a stare accanto all’Uragano Amelia nel momento in cui altre persone si sono arrese (Narcy?), ma addirittura le tiene testa, venendo alla fine simbolicamente ricompensato con le migliori ciambelle glassate della Grande Mela.

Vorremmo adesso porre l’attenzione sull’emblematica scena finale che chiude l’episodio, con Amelia che torna a casa e trova le sue sorelle. Il contrasto tra la tensione respirata a casa di Nancy ed il calore che avvolge quella di Meredith è lampante, così come anche il messaggio che l’episodio vuole lanciare: non è obbligatorio condividere un legame di sangue per potersi definire sorelle. Possono diventare tali anche persone incontrate nel corso della vita, ma con cui si decide di condividerla da quel momento in poi.

A questo proposito, se proprio vogliamo fare le pulci ad un episodio perfettamente cucito addosso alla Shepherd, è doveroso ricordare anche altre due sorelle di Amelia, che se solo fossero state nominate avrebbero appagato anche la nostalgica mancanza del fan più appassionato. Addison e Charlotte si sono rivelate a suo tempo vere sorelle per la Amelia, che ha superato (anche) grazie a loro alcuni dei momenti più bui della sua storia. Mai sentito parlare di Private Practice?

  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 9/10
    Tecnica - 9/10
  • 8/10
    Emozione - 8/10
8/10

Summary

Le doti recitative della Scorsone e della Daly danno quel tocco magico in più ad un episodio cucito perfettamente addosso ad Amelia, forse il personaggio più riuscito di questa quindicesima stagione.

Porcamiseria

8

Le doti recitative della Scorsone e della Daly danno quel tocco magico in più ad un episodio cucito perfettamente addosso ad Amelia, forse il personaggio più riuscito di questa quindicesima stagione.

Storia 7 Tecnica 9 Emozione 8
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