Here and NowSeries Recap – Il Troppo Stroppia

Alan Ball torna per HBO con un family drama a tinte sovrannaturali. Nonostante il successo di Six Feet Under e True Blood, la serie è un flop su tutta la linea. Vi spieghiamo il perché secondo noi.

4.3

Alan Ball non è certo uno qualunque, basti dire che è il creatore di quel Six Feet Under che cambiò per sempre la rappresentazione della famiglia in TV e di quel capolavoro trash che fu True Blood. Data dunque la sua storia, ci si aspettava molto dal suo ritorno alla serialità e da questa Here and Now, family drama a tinte sovrannaturali per HBO.

Purtroppo, tutte le buone premesse del pilot vengono smontate pezzo per pezzo nel corso dei successivi nove episodi che compongono questa prima e unica stagione: anche la cancellazione della serie stessa lascia intendere la delusione in casa HBO. Cosa non ha funzionato dunque?

Here and Now recensione

A onor del vero, la serie è tecnicamente ineccepibile, pur non gridando al capolavoro: un cast di alto livello – su tutti Tim Robbins e Holly Hunter, dialoghi apparentemente non banali, una fotografia attenta e una colonna sonora adeguata. Le motivazioni dietro il fallimento di Here and Now sono infatti da ricercare altrove.

Il troppo stroppia

Chiariamo subito un punto: qui su SerialFreaks le tematiche di inclusione hanno sempre trovato un’accoglienza speciale e non è un caso che serie come Sense8  siano a noi molto care, anche se questo ha significato dare a volte adito a critiche sui nostri giudizi.

Tenendo in considerazione l’esiguo numero di episodi di questa prima stagione, il microcosmo che gravita intorno alla famiglia Bayer-Boatwright appare purtroppo una sorta di iperbole caricaturale della diversità e dell’inclusione, fini a se stesse, inverosimili per quanto sembrino forzate: il mettere al centro della scena una famiglia così multietnica e variegata di per sé sarebbe stato un ottimo mezzo per raccontare storie avvincenti, se supportato da uno sviluppo approfondito dei personaggi tale da garantire quella fidelizzazione dello spettatore necessaria alla sopravvivenza di ogni family drama che si rispetti.

L’aver voluto infilare senza criterio e a flusso continuo le tematiche più disparate come il razzismo, l’omofobia, la questione islamica, bullismo, correnti neonaziste, nonché tutta la componente sci-fi legata all'”11:11“, non fa altro che appesantire la visione dei singoli episodi, consegnando al pubblico più un senso di disorientamento che spunti di riflessione, per via di una totale mancanza di empatia con personaggi appena abbozzati e con cui non si ha la possibilità di stabilire una connessione. Si tralascia l’aspetto umano, e si pensa di più alla questione sociale del momento trattandolo senza reale convincimento, ma solo perché nel calderone dei temi attuali.

Here and Now recensione

In questo senso, il personaggio di Navid, adolescente gender-fluid in una famiglia di origine musulmana è forse l’emblema stesso di tale iperbolica diversità: uno di quei personaggi che avrebbe richiesto un notevole approfondimento e che invece è stato più trattato come bandiera, sfruttato malamente sia come love interest di Kristen e sia come vittima di un attacco omofobo. Se il primo è stato più o meno costruito attraverso il rapporto di amicizia tra i due, il secondo è stato buttato lì solo alla fine, senza potersi esprimere in tutta la sua potenza e drammaticità, risultando in un’ennesima forzatura al presunto messaggio della serie, senza però riuscire a metabolizzarlo e trasformarlo in un’opportunità di riflessione.

Il grosso elefante nella stanza è dunque questo: il messaggio. Dopo dieci episodi farciti di dialoghi forzatamente esistenzialisti, di tematiche attuali che prese singolarmente avrebbero richiesto più che qualche stralcio di episodio, l’unico grande messaggio che riusciamo a intravedere è, più sinteticamente: “il mondo va a puttane e non c’è nulla che possiamo fare se non andare avanti”. Serie più leggere di Here and Now sarebbero arrivate dritte al punto non tralasciando l’aspetto narrativo.

Quale famiglia?

Più volte, per bocca degli stessi Bayer-Boatwright, il nucleo familiare protagonista della serie è stato definito un esperimento sociologico. E dopo la visione della stagione, quello che è uno sfogo derivante dalle singole differenze dei suoi componenti, diviene realtà agli occhi dello spettatore per l’assoluta mancanza di alchimia tra i personaggi nella messa in scena in ensemble. Perennemente in balia di problemi, ritorsioni e acredini, l’essenza stessa di famiglia viene quasi a mancare – se non in pochissime occasioni – e più che una famiglia disfunzionale, quella dei Bayer-Boatwright risulta essere un manipolo di persone costrette a relazionarsi tra loro per non si sa bene quale motivo. E se lo sviluppo delle dinamiche collettive pecca in quello che è l’obiettivo primario – il rappresentare una famiglia, per quanto disfunzionale possa essere – quello dei singoli personaggi è quasi del tutto assente.

Here and Now recensione

Fatta eccezione per Duc – che riesce a trovare un barlume di risoluzione a fine stagione – il resto dei personaggi, dopo dieci episodi, rimane quasi ai blocchi di partenza o, come nel caso di Ashley, perso in più parentesi narrative di cui non si capisce il fine. Il personaggio interpretato da Jerrika Hinton ad esempio, prima viene focalizzato sulla sua incapacità di relazionarsi con una famiglia che non riesce a capire fino in fondo le sue difficoltà di afroamericana, poi portato quasi ad imbracciare una pistola per la sua sicurezza personale, lambendo così il tema del controllo sulle armi, e ridurlo infine alla più classica donna d’affari in crisi per non riuscire a gestire anche il proprio ruolo di madre. Il senso di tutto ciò ancora ci sfugge.

11-11

Le visioni di Ramon, la sua connessione misteriosa con Farid, il simbolismo che permea l’intera serie, sono l’unico motore che – personalmente – fanno proseguirne la visione dopo i primi episodi. La componente dell’11-11 viene sfruttata sapientemente soprattutto nella prima parte di stagione, con il giusto dosaggio di indizi e misteri necessari ad irrobustirne la forza nell’economia dello show e colmare parzialmente le sue enormi lacune narrative.

Nonostante l’originalità, tutta la tematica sci-fi viene progressivamente relegata in secondo piano, usata solo per raccontare il mondo interiore di Farid, quasi a volerne giustificare l’ingombrante peso in una serie con fin troppi protagonisti, e con esso affrontare le tematiche religiose e la questione musulmana. Complice la prematura cancellazione della serie, tale parabola discendente culmina infine nel deludente cliffhanger finale, che non aiuta a capire cosa davvero si celi dietro alla fenomenologia dell’11-11.

Cosa si salva di Here and Now? A occhio e croce, a parte qualche scelta fotografica e musicale azzeccata, diremmo niente. Alan Ball ha scritto la pagina nera della sua carriera, con un’opera piena di fumo ma senza sostanza, gonfia di retorica e di tematiche sociali esposte solo per la smania di parlare di qualcosa di importante. Dovendo aggiungere a questo quadro il tema dell’eutanasia, una cosa buona è stata fatta: staccare la spina a questo show, onde evitare ulteriori, inutili sofferenze.

Porcamiseria
  • 3/10
    Storia - 3/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 3/10
    Emozione - 3/10
4.3/10

In Breve

L’ultima creatura di Alan Ball e di HBO delude su tutti i fronti. Forte di un buon pilot che utilizza tematiche sci-fi per raccontare la vicende di una famiglia multietnica e disfunzionale, i dieci episodi che compongono la prima e unica stagione di Here And Now si perdono in un dedalo di tematiche forti e un esistenzialismo forzati che non sono supportati da uno sviluppo della storia e dei personaggi tali a garantire un legame empatico con lo spettatore.

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Porcamiseria

4.3

L'ultima creatura di Alan Ball e di HBO delude su tutti i fronti. Forte di un buon pilot che utilizza tematiche sci-fi per raccontare la vicende di una famiglia multietnica e disfunzionale, i dieci episodi che compongono la prima e unica stagione di Here And Now si perdono in un dedalo di tematiche forti e un esistenzialismo forzati che non sono supportati da uno sviluppo della storia e dei personaggi tali a garantire un legame empatico con lo spettatore.

Storia 3 Tecnica 7 Emozione 3
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