How to Get Away with Murder

Da come avevamo lasciato le cose ho atteso questo episodio come Nadia Rinaldi attende un piatto da mezzo chilo di amatriciana, con un cadavere a pezzi ritrovato in discarica e i quattro ragazzi a mangiarsi le mani immaginando quanto sarebbe stata bella la loro entrata nel cast di Orange is The New Black. In effetti sarebbe stato stupido non attendersi un’evoluzione degli eventi simile a ridosso dell’omicidio di Sam, anche se me lo sarei aspettato almeno alla puntata successiva (ma nulla di male, anzi!).

Il cuore dell’episodio, immaginabilmente, spetta ad Annalise e al rapporto con la cognata sul piede di guerra. Hannah infatti darà parecchio filo da torcere a tutti i protagonisti sin da quando viene a conoscenza della morte di suo fratello, in una scenata da vrenzola DOC in cui urla come una matta chiedendo ai poliziotti di arrestare Annalise. Non contenta, fa di tutto per ottenere un mandato di perquisizione in casa sua. In tutto questo Annalise non si sforza troppo di piangere per la scomparsa del marito, ma continua a ribadire che il suo lutto si manifesta meno platealmente rispetto a quello altrui. In questa occasione, finalmente, Bonnie viene fuori per quello che è: una povera cretina che non è nemmeno capace di respingere una richiesta di perquisizione. Era meglio in “Una Mamma per Amica”.

L’unica cosa buona è che finalmente la storiella con Asher pare archiviata una volta per tutte, almeno a riconoscerne la sua completa inutilità.

La scena che segue mi fa rimanere in ansia per cinque minuti buoni: tutta la casa viene perquisita da cima a fondo a mano e col luminol, compreso il luogo del delitto. In quei dieci secondi avevo gli occhi a palla dalla tensione, nemmeno fossi Mara Carfagna.

Mi mancavano solo i capelli.

Giustamente le indagini continuano, avendo trovato tracce di erba e fibre di tappeto assieme al cadavere, verso l’area boschiva a ridosso del campus. Il cerchio sembra inesorabilmente chiudersi attorno ai ragazzi, dato che anche Bonnie ha capito come si sono svolti gli eventi – sebbene dia un consiglio molto poco compassionevole, ossia di lasciar perdere la difesa dei ragazzi e pensare a salvarsi -, in un inaspettato slancio di intelligenza e deduzione, ma soprattutto perché un anello è stato trovato nei boschi…

…ed ecco il PORCAMISERIA: Annalise ha mandato Frank, ormai sempre più calato nel ruolo di sicario personale, ad applicare le impronte digitali di Nate, l’amante di Annalise, sull’anello di Sam, per lasciarlo nei boschi vicino al luogo dell’arrostimento del cadavere, ribaltando tutte le scuse sull’amante, come nella più classica storia di cronaca nera.

Una sola cosa non torna: le dinamiche. Ipotizzando che l’accusa regga, Nate avrebbe dovuto trovare il tempo di prelevare Sam e potenzialmente ucciderlo nel tempo tra la visita di Annalise e il suo ritorno a casa, e questa cosa fa storcere il naso anche a me che ho le capacità deduttive di una pianta grassa. Spero ne vengano a capo senza lasciare questo enorme buco narrativo irrisolto.

Di contorno il caso del giorno (ma tanto sappiamo sempre come va a finire e me ne sono interessato poco), ma soprattutto qualcosa che sembra far presagire una futura trama orizzontale, ossia il precedente inquilino dell’appartamento di Wes, con quei misteriosi segni di unghia sui muri e la lettera di Natale non arrivata precisamente a destinazione. Rebecca sta sulle sue e Wes molla il colpo al primo accenno di litigio, tanto basta che gliela dia ed è contento, cucciolo.

Una stellina di apprezzamento anche a Connor, unico altro personaggio di grande rilievo dell’episodio (e dell’intera serie, da come si sta comportando), con i suoi attimi di paranoia che lo stanno portando ad aver paura anche della sua ombra, se andiamo avanti così.

Almeno Michaela viene colta solo da attacchi d’asma.

All’episodio darei quattro porcamiseria su cinque (ma sono stato tentassimo di dare 5), non fosse per quel piccolo dettaglio nel continuum del presunto delitto che mi sfugge.