Siamo arrivati alla resa dei conti di questa prima pazzesca stagione, e come aveva fatto per il mid-season finale, Shonda lascia tutte le carte migliori in fondo al mazzo. Si scoprirà infatti cosa successe quella fatidica notte in cui tutto ebbe inizio con l’omicidio di Lila, con i principali protagonisti messi alle strette anche nelle loro vite personali.
(nota del sedicente blogger: al di là del superfluo “Attenzione SPOILERS!!!“, ho deciso di utilizzare un approccio per punti in questa recensione, per ben dipanare gli avvenimenti di questo episodio. Che fatica capire gli sceneggiatori!)
Il rapporto tra Lila e Rebecca
Già dai primi minuti si capisce che le cose tra le due non stavano andando per niente bene. Lila si sente “avvelenata” dalla presenza di Rebecca, perché dai, guarda come ti conci, sembri uno di quei punkabbestia col cane enorme che ti chiedono soldi in metro. Per non parlare di quei capelli.
Per questo motivo Lila, all’apparenza meno predisposta al sesso prematrimoniale (ma più che predisposta al sesso con uomini sposati), decide di non essere fatta per la compagnia di Rebecca e alza i tacchi tra urla e insulti. Vediamo quindi affacciarsi Rudy, ancora in perfetto stato mentale, che fa sorgere la domanda: chi è stato a renderlo psichicamente instabile? Come se non bastasse Rebecca decide di fare cappotto e, arrivata alla confraternita, adesca Griffith, fidanzatino di Lila (poi messo sotto interrogatorio), spingendo Lila a beccarli mentre si spalpognano per bene.
Le premesse sono giuste affinché si possa concludere che sia stata in effetti Rebecca a uccidere Lila, ma si delinea anche in modo sempre più marcato la personalità incasinata e problematica di Rebecca. Non so dire se trovarla simpatica o meno, soprattutto dato che dice tutto e il contrario di tutto da un secondo all’altro.
Il caso di Nate
Il capro espiatorio dell’intera faccenda pare passarsela davvero male, ma Annalise ha un piano per lui: revocare la carcerazione preventiva e fare in modo che chiami quel numero da lei fornitogli, che ancora non sappiamo a chi appartenga. Le prova un po’ tutte e non senza rimorso (ma abbiamo avuto modo di vedere un’Annalise distrutta psicologicamente dalle sue stesse azioni lo scorso episodio), con un pestaggio in carcere tramite Frank e la diffida per conflitto di interessi del giudice che ha negato la scarcerazione. È evidente che Annalise è lungimirante, ma a cosa porteranno in definitiva le sue azioni?
Connor e Oliver (a.k.a. confrontiamo la nostra collezione di malattie veneree)
L’approfondimento a tematica gay della settimana va alla nostra coppia preferita, alle prese con una questione spinosa: il test per MST. Sono rimasto colpito dall’umanità con cui è stata trattata la loro storia, senza eccessi e con tutte le preoccupazioni che potrebbero affliggere ogni coppia esistente. Si fa strada la legittima preoccupazione di Connor, che ormai con lui è come buttare una salsiccia in un corridoio, soprattutto visto che dichiara di non aver sempre usato protezioni (PAZZO!), e piuttosto di aspettare con Oliver il risultato del test finge di avere impegni urgenti per svignarsela.
L’attore Jack Falahee ha centrato in pieno l’esposizione emotiva durante l’attesa dell’esito del test, con un atteggiamento nervoso e preoccupato, comunicando alla perfezione il percorso mentale a ritroso nell’identificazione di tutti i suoi partner passati. Il vero colpo al cuore è la scoperta della sieropositività di Oliver, inaspettata, e che fa nuovamente centro da un punto di vista sociale: non ci si può aspettare nulla, né congetturare sulla base delle apparenze.
Le indagini su Rebecca
Wes e Laurel capiscono di dover riprendere in mano tutti i fascicoli su Rebecca, per esplicitare eventuali contraddizioni e portare la verità a galla. Di nascosto da Annalise avviano una loro indagine parallela, senza venirci a capo più di tanto, ma soprattutto senza accorgersi che, come dirà poi saggiamente Annalise, sono tutte congetture ed elementi circostanziali. Zappare la terra no? No, vogliamo giocare a fare Ally McBeal.
Come ogni volta peraltro, i segreti durano quanto un gatto in tangenziale e anche Connor e Michaela si uniscono al gruppo. Assieme tendono un trappolone a Rebecca al suo ritorno a casa, ma lei mica è scema: minaccia di richiamare in causa l’agente di polizia che li ha visti uscire da casa di Annalise con tappeto e cadavere in braccio. I Keatons chiamano mamma Annalise in soccorso, che trova Rebecca in bagno legata come un cotechino, perché guai a essere persone ragionevoli.
Asher e Bonnie
No dai, zero voglia. Mi limito a dire che sono la coppia peggio assortita dopo Briatore e la Gregoraci, ma che lui slingua a trivella nelle parti basse.
Lei sola si distingue, chiaramente in negativo, dato che accusa con fervore tutta la situazione creatasi e i mille modi in cui Annalise sta coprendo i ragazzi, mentre lui è l’unico cretino che ancora non ha capito nulla di quello che è successo.
La fragilità di Rebecca
Non potevano trovare qualcuno di più incasinato della nostra punkabbestia a dover rispondere delle sue azioni. Nessuno viene effettivamente persuaso completamente delle sue parole, in un verso o nell’altro, perché se da una parte tutti i ragionamenti fatti sembrano portare a lei, dall’altra sono appunto solo ragionamenti, e non vi è alcuna prova sostanziale che punti ad accusarla senza scampo. Anche il fatto che Rudy l’abbia vista rientrare a casa inzuppata non prova nulla, né tantomeno il fatto che Rebecca lo abbia drogato friggendogli il cervello. La sua resistenza è stoica, anche nei confronti di Annalise, soprattutto in questo passaggio
OH.
VUOI DECIDERTI?!
Wes è l’ultima carta, anche se potenzialmente la peggiore. Dopo un po’ di recriminazioni tuttavia Rebecca molla il colpo e afferma di non aver ucciso Lila, ma di averla trovata già morta e di essersi nascosta nella tanica onde evitare di essere vista da altre ragazze della confraternita, che avrebbero subito dato la colpa a lei. Inoltre afferma di aver drogato Rudy per evitare che la sua testimonianza la incastrasse ingiustamente.
I nodi vengono al pettine: Rebecca è una ragazza tanto fragile quanto strafottente. La sua vita passata (mai raccontata, tuttavia) l’ha portata a non fidarsi di nessuno, al punto da agire irrazionalmente e in balìa all’istinto in ogni occasione pericolosa. A riprova della sua impulsività, scompare dal seminterrato di casa Keating in quella che sembrerebbe essere una fuga, aiutata da uno dei ragazzi.
L’assassino
Finalmente scopriamo chi ha strangolato Lila. Qui rimane l’unica nota dolente di questo episodio in ogni altro verso perfetto, dato che alla fine una sola persona con un comportamento torbido rimane accusabile.
Frank, che in ogni occasione ci ha mostrato la sua natura di sicario al soldo di Annalise, è effettivamente l’assassino, mandato da Sam dopo il suo incontro con Lila sul tetto del palazzo. La scoperta in sé non mi ha fatto né caldo né freddo, come nemmeno mi ha tenuto col fiato sospeso la sequenza dello strangolamento. Sembrava le stesse facendo il solletico.
D’altro canto sarebbe bello sapere in che modo Frank si è trovato questo ruolo nella famiglia Keating, e fino a che punto Annalise ha gestito tramite lui gli eventi passati.
Il gran finale
Con Rebecca apparentemente volatilizzata e tutte le accuse verso di lei incerte, Wes crolla emotivamente; Annalise lo consola e lo persuade a pensare che l’unico modo in cui se la possono cavare logicamente in tutte queste supposizioni è convincersi che sia stato Sam a uccidere Lila, poiché non vi può essere altra spiegazione più logica. Una volta andato via, Annalise scende nel seminterrato per sbrigare un contrattempo piuttosto urgente, assieme a Frank: il corpo di Rebecca senza vita tra gli scatoloni. Entrambi sostengono di non averla uccisa. Ma fino a che punto credergli?
Facendo un bilancio, il vero fattore determinante di questo episodio, ripreso anche più volte nell’arco dell’intera stagione, è la fiducia. In questo intrecciarsi di vicende e complotti chi si lega sente venir meno la spinta a fidarsi dell’altro, finendo per fare a gara a chi meglio copre le proprie bugie e intenzioni. Ciò che ha confermato questa idea, tra le altre cose, è stato il “ritrovamento” dell’anello di Michaela. Non è andato perso nei boschi, ma Laurel lo ha nascosto per timore che lei andasse a confessare l’omicidio.
A conti fatti, la trasposizione migliore di How to Get Away with Murder nel suo complesso può essere evinta dalla visione che Annalise dà della realtà delle aule dei tribunali:
“There’s no truth in the courtroom. There’s just your version of what happened versus theirs. That’s how the justice system works. It’s not what’s right and what’s fair. It’s who tells the most convincing story.”
Ed è esattamente su chi riesce a raccontare la storia più convincente che si basa la convinzione di chi guarda questa serie tv. Se oggi la tua attenzione è catturata da un personaggio, nell’episodio successivo trovi la tua personale tesi ribaltata e messa in discussione. Il grande pregio in fondo è di riuscire farti abboccare a quasi ogni versione dei fatti, ed è il principale motivo per cui aspetto con ansia il prossimo autunno, per vedere come andrà avanti.
Voto all’episodio:
Voto alla stagione:
How to Get Away with Music
L’orecchio mi funziona ancora bene, e ho scoperto la canzone usata in sottofondo negli ultimi minuti dell’ultimo episodio, quando Rebecca arriva sul tetto del palazzo dove è stata uccisa Lila. Datele un ascolto!
Porcamiseria
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