Ogni volta che guardo un episodio di How To Get Away With Murder, è d’obbligo il WTF ogni quarto d’ora circa. Vuoi per il ritmo incalzante, vuoi per il molteplice intreccio di più livelli narrativi di ogni episodio, e mettici anche le vicende personali dei personaggi che pian piano tornano a galla. È sempre necessario seguire con attenzione senza farsi sfuggire nessun particolare, ma tenendo sempre a mente un – mica tanto – dettaglio: non fidarsi di nessuno.
Il Caso della Settimana
I clienti per Annalise non mancano, e viene da chiedersi dove trovi l’energia per gestire ventordici casi, insegnare all’università e preparare torte alla pesca. Mentre la nostra protagonista sta dando indicazioni ai suoi K5, riceve una telefonata dall’amica Jill Hartford, che le confessa di aver appena ucciso il marito. Annalise le detta delle precise istruzioni, molla tutto e si precipita a casa dell’assistita, non mancando di segnalare comportamenti poco professionali della polizia, giunta sul posto. Il caso sembra un altro omaggio agli spettatori LGBT, perché Jill è una trans maltrattata (a sua detta) per anni dal marito e che, esasperata dalle violenze, decide di difendersi nel più estremo dei modi. In effetti, dopo la storia di Connor e Oliver ed Eve, la vecchia fiamma della stessa Annalise (a proposito, che fine ha fatto? Ma soprattutto, era necessaria?), mancava giusto la rappresentanza transessuale, esaminata in modo assolutamente non banale in una vicenda adombrata da elementi di transfobia.
Il caso è derubricato come hate crime, e se in un primo momento Annalise cerca di convincere il procuratore a non procedere con il processo proprio per questioni di transfobia, ben presto tira fuori l’asso nella manica: un dossier completo sulle passate malefatte di William Millstone, il padre di Asher, che decreterà la fine della carriera del noto giudice. Il gioco di parole del titolo potrebbe tradursi con “due piccioni (birds) con una fava (stone, storpiato per utilizzare il cognome del giudice)”: con Millstone senior Annalise riesce a risolvere il caso dell’amica Jill senza andare a processo, ma anche a colpire chi cerca di incriminarla per il delitto di Sam. Manipolare Asher per farlo avvicinare a Bonnie è solo l’ultimo dei modi in cui Annalise riesce a tenere tutti sotto controllo. Per ora…
Il Caso Hapstall
Nelle indagini dei due fratelli Hapstall i K5 riescono finalmente a sbloccare la fastidiosa situazione di stallo in cui si trovano. Nonostante Wes, Michaela, Laurel e Connor si siano fatti registrare da Catherine, facendo un’epocale figura di guano – ma dando l’occasione a Michaela per flirtare con Caleb, e già vedo i social intasati di ship e cuoricini – hanno un’ottima intuizione: indagare sui genitori biologici.
Oltre a Michaela che rivela di essere stata adottata, Oliver hackera il sistema di adozioni cercando il cognome Hapstall e si imbatte non sui genitori adottivi, ma sulla zia Helen: la donna infatti ha avuto un bambino 26 anni prima, mantenuto segreto fino alla sua tragica fine. Il ragazzo si chiama Joseph, abita a due miglia di distanza, e con la morte della madre è automaticamente diventato l’erede di tutti i beni di famiglia. Annalise ci sguazza, sapendo che una notizia del genere potrebbe salvare i suoi assistiti. Quello che nessuno sospetta è che Joseph sia più smanettone di Oliver, e che sia riuscito a entrare nel computer di quest’ultimo, sapendo in anticipo di essere stato scoperto.
Rapporti che scricchiolano
La moglie di Nate è morta, dopo la lunga malattia. Annalise prova a consolarlo portandogli una peach cobbler che farebbe rabbrividire Bree Van De Kamp. Se ad un primo tentativo Nate nemmeno le apre, al secondo le vomita addosso tutto il suo rancore: averlo fatto imprigionare mentre la moglie era in fin di vita gli ha tolto il poco tempo ad ella restante da poter passare insieme, perdita di cui Nate accusa Annalise e il suo smisurato egoismo.
Altra gatta da pelare è Wes, con cui ha un’accesa discussione: il ragazzo vuole sapere che fine aha fatto Rebecca (ma anche basta, tappategli la bocca), e abbiamo un’altra importante rivelazione: la madre di Wes sembra essere morta suicida, e Annalise lo rivela al suo studente preferito, che rimane incredulo. Laurel intanto viene invitata a casa dalla famiglia di Frank, per saldare il loro atipico legame sentimentale. Frank Delfino, quindi famiglia di stereotipi italoamericani che Jersey Shore levati proprio, manca solo la teglia di parmigiana e un bel piatto di riso patate e cozze. William Millstone decide di rompere definitivamente i rapporti col figlio, in seguito all’avviso di garanzia di Emily Sinclair. La simpaticissima procuratrice, che vorremmo vedere volentieri cadere da una tromba di scale – spoiler: succede, o comunque crepa male – ammette la sconfitta nei confronti di Annalise, ma consegna un dossier riguardante lo stupro di gruppo di una certa Tiffany Howard, mettendola in guardia su Asher. I rapporti tra i due potrebbero farsi complicati…
Flashforward
Ancora poco chiaro quello che è successo nella villa Hapstall, la parte che rimarrà in sospeso ancora per un paio di episodi: Annalise gravemente ferita viene portata all’ospedale, dove ha un arresto cardiaco, mentre Frank entra urlando “Misery non deve morire!!!” giusto per farsi riprendere dalle telecamere: tempo zero, appena uscito dal pronto soccorso, riprende la sua consueta faccia da sicario in missione e monta in macchina, dove sul sedile posteriore giace il corpo di Catherine Hapstall sporco di sangue. Frank la abbandona in un bosco, e noi pensiamo sia morta… questo, perlomeno, fino agli ultimi secondi dell’episodio, quando la ragazza si risveglia di soprassalto.
Al mistero già di per sé incasinato si aggiungono ora Catherine e Frank, il cui ruolo è chiaro quanto quello di tutti gli altri. I K5 sono con Nate, che sembra sapere qualcosa, Bonnie e Asher sono assieme e la prima è coperta di sangue, e non dimentichiamoci la procuratrice Sinclair, che giace morta nella villa, il suo cadavere schivato come un escremento di cane in mezzo alla strada.
I punti forti di questo episodio sono, come sempre, i colpi di scena che lasciano a bocca aperta, ma soprattutto l’arrivo di un nuovo sinistro personaggio, Joseph, e la sempre incredibile recitazione di Viola Davis, che riesce a suscitare biasimo, pena, odio e ammirazione verso uno dei personaggi seriali più interessanti degli ultimi anni. Un bell’episodio, non fosse per lo sviluppo frettoloso della storia di Jill: usato come pretesto per mostrarci un’Annalise senza scrupoli (ma tanto già lo sappiamo), poteva essere senza dubbio approfondito in più episodi, mentre ne si è fatto un uso puramente decorativo, nonostante le premesse di un caso LGBT-centrico potenzialmente privo di banalità.
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Ed ecco i vostri bellissimi tweet:
Ma tipo la lucina no eh?
Una cosa che non ho capito è come abbia fatto un hacker come Oliver a non accorgersi della webcam accesa. #HTGAWM
— Giacomo (@GiacoB) November 1, 2015
Mi sa che la parcella è un po’ cara…
https://twitter.com/edoardo_bo/status/660467497448153088
In effetti ci manca solo che vestito così si trombi Laurel.
Ciò che ammiro di Frank è la capacità di fare la qualsiasi in camicia e gilet, dalla cena dai genitori allo scaricatore di cadaveri #HTGAWM
— __Jeanluc (@__JeanLuc) October 31, 2015
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