How to Get Away with Murder4×05 I Love Her

Mentre i Keating 4 continuano a destreggiarsi tra scelte discutibili, emozioni sopite e il bisogno di realizzarsi, Bonnie analizza il trauma personale con la persona che ha rivoluzionato la sua vita, Annalise. Una puntata di accettazione e consapevolezze, che, seppur ancora priva di una chiara direzione, fa qualche passo in avanti.

6.8

Sebbene i plot twist e le idee originali non siano all’ordine del giorno nella nuova stagione di How to Get Away With Murder, le emozioni e i traumi non sono lasciati da parte, bensì sviscerati e analizzati. Una scelta che talvolta porta a soffermarsi e regalare dello spazio all’evoluzione di un personaggio e alla sua sfera emotiva.

In questo episodio, ricco di flashback esplicativi, tocca a Bonnie. Finora l’avevamo vista alle prese con una vendetta infantile nei confronti della ex datrice di lavoro, attorno alla quale finisce sempre per ruotare tutta la sua vita. Tutto quello che si nascondeva dietro alla vendetta, tuttavia, spunta fuori, come una verità repressa troppo a lungo. Non un caso che accada con lo stesso psicologo di Annalise, il misterioso Isaac Roa, inconsapevole inizialmente del rapporto tra le due donne ma che finisce per collegare i punti, restandone completamente sconvolto.

Il bisogno di urtare la persona che si riteneva indispensabile, quella a cui ci si unisce quando si condividono traumi e reazioni emotive, viene soppiantato dalla realizzazione che, mentendo a se stessi, non è agli altri che si finisce per fare male. Il punto di rottura per Bonnie è proprio quello di aver rovinato il caso più importante della vita di Annalise (e uno dei pochi disinteressati), per vincere in maniera fittizia e restituire il male ricevuto. La rivalsa fallisce su tutta la linea però quando è chiaro che l’amore di Bonnie nei confronti di Annalise è ancora lì, intenso e prepotente, pronto a ricordarle quanto faccia male il distacco. E’ dalle lacrime di accettazione, la ripetizione a voce alta di quello che si prova veramente, la sofferenza dell’altro che viene fatta propria, che si può ripartire, magari lasciando andare e, per una volta, concentrarsi su se stessi.

Dopo una vita di costanti soprusi e mancanze di rispetto, evidenziati nella sconcertante storia di Bonnie e dei suoi continui abusi, si comprende l’attaccamento della ragazza all’unica boa di salvezza sul suo cammino. Eppure, quanto ci piacerebbe vederla indipendente e magari anche concentrata su qualcosa che non sia relativo ad Annalise (come quello che sta accadendo nel suo letto al momento).

La storyline di Annalise prosegue in una direzione apparentemente positiva, ritraendola alle prese con uno scopo importante, che favorisce una buona causa. Qualcosa che ha notato lo stesso Nate, che in uno shift di atteggiamento la incoraggia e finisce per proteggerla. Vorremmo tanto dirgli che, per uno che dispensa certi consigli, è il primo a non seguirli e ad agire in maniera incoerente. Quello che spicca è quanto Annalise riesca perlomeno ad andare avanti concentrandosi sul lavoro che ama – da notare il suo ballo di gioia che spezza per una volta la malinconia – mentre gli altri non riescano alla fine a fare a meno di lei. In fin dei conti, il buono che è riuscita a dare agli altri è stato abbastanza per portarli a questo, sempre che non siano tutti incredibilmente masochisti. Speriamo che l’onda di entusiasmo non si spenga troppo presto, spezzando le ali a chi ha da poco ritrovato il coraggio di lanciarsi.

Le sbavature nella storia costellano principalmente le vicende dei Keating 4, che in questo episodio sono alle prese con i tradimenti. Michaela può sorridere a trentadue denti dinanzi ai regali della sua boss ma ci mette poco a tradire la sua fiducia, rischiando di perdere il suo lavoro dei sogni. E a perdere anche lo stesso Asher, tenuto all’oscuro da tutto, e relegato a comparire solo come aiutante di un Frank improvvisamente dedito a migliorarsi. La sua presenza nel flashback finale, che lo ritrae in prigione, ci fa credere che non dovremo attendere molto per vederlo all’opera in maniera più consistente. Un peccato, però, vederlo escluso al momento sia dai suoi amici che dagli sceneggiatori.

Le note di demerito per Laurel e Connor sono ormai immancabili in ogni episodio. La relazione tra Laurel e Frank assume i connotati di un misero riempitivo, ed è più ridicolo vedere Laurel esprimere dei sensi di colpa davvero poco veritieri nei confronti di Bonnie o trattare Frank peggio di uno zerbino. Ancora più grave il fatto che Frank glielo lasci fare senza battere ciglio, pienamente consapevole della situazione. Ci toccherà davvero perdere le speranze per questo personaggio?

La situazione di Connor è sicuramente più rosea. Vederlo continuare a odiare se stesso e desiderare la morte è poco piacevole, tanto quanto ritrovarlo nel solito giro del tradimento al volo quando non è più al centro dell’attenzione. Eppure, riesce a trovare uno spiraglio inaspettato da quella che ha ritenuto a lungo la sua stessa nemesi. Annalise lo accoglie come un figlio, spronandolo ad ammirare la propria forza anziché l’arrendevolezza, e finisce anche per donargli uno scopo imprevisto, che sicuramente lo aiuterà a trovare una direzione nella sua non-vita.

E’ comprensibile che, quando si cerca di dare più spazio a un singolo personaggio, gli altri finiscano per essere messi – temporaneamente – da parte. Eppure, questa trascuratezza inizia un tantino a pesare, assieme ai comportamenti poco coerenti e alle scelte non approfondite. I Keating 4 meritano sicuramente di più.

Il focus sulle emozioni non può che essere apprezzato, specialmente quando è chiaro che c’è ancora molto da analizzare sulle reazioni emotive a seguito della scioccante morte di Wes e dell’abbandono di Annalise. Alla storia serve, tuttavia, un salto di qualità, che manca anche nei flashback finali, che regalano solo frammentarie briciole di suspense. How to Get Away with Murder resta un prodotto che si fa seguire con piacere, ma ha le carte per superare la sufficienza, quindi perché accontentarsi?

(Se volete restare informati su tutte le novità e anticipazioni della serie, seguite gli amici di Le Regole del Delitto Perfetto!)

Porcamiseria
  • 6/10
    Storia - 6/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 7.5/10
    Emozione - 7.5/10
6.8/10

In breve

Un quinto episodio del quale apprezziamo il focus sulle emozioni, ma ancora colpevole di racchiudere troppe sbavature e personaggi trascurati. Il flashback su Annalise e Bonnie è ben inserito nel contesto narrativo, a differenza di quello finale, che ha poco impatto. Serve un salto di qualità per una stagione che può dare di più.

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Porcamiseria

6.8

Un quinto episodio del quale apprezziamo il focus sulle emozioni, ma ancora colpevole di racchiudere troppe sbavature e personaggi trascurati. Il flashback su Annalise e Bonnie è ben inserito nel contesto narrativo, a differenza di quello finale, che ha poco impatto. Serve un salto di qualità per una stagione che può dare di più.

Storia 6 Tecnica 7 Emozione 7.5
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