Negli ultimi due episodi di How to Get Away with Murder impariamo principalmente due cose: la prima è quanto non si possa stare in pace nemmeno a Natale – in un episodio temporalmente sfasato rispetto alla messa in onda – e la seconda è come la sceneggiatura riesca a dire tutto e il contrario di tutto nel giro di un episodio, risultando a più riprese forzata e snervante.

È uno schema narrativo che alla lunga stanca, soprattutto alla luce di avvenimenti rapidi e rocamboleschi: si costruisce un episodio semi-filler sulla rivelazione finale di una presunta colpevolezza di Emmett, salvo poi fare dietro front e anzi, ricacciare fuori dal cilindro la famiglia Castillo proprio quando meno se ne sentiva il bisogno. Si dirà che non è importante la destinazione, ma il viaggio; tuttavia questi due episodi sono più di lento accompagnamento lungo una strada di campagna, invece di una più auspicabile corsa adrenalinica con inseguitori alle calcagna.

Quel che è peggio, si sente di aver perso tempo dietro al miraggio di una soluzione per diversi episodi, vedendo spuntare volti pseudo-noti dal movente ancora poco chiaro: che legame può esserci tra Castillo e Lahey Senior, tanto da portare al tragico epilogo che conosciamo? Il fatto che non si riesca nemmeno a intuire cosa potrebbe esserci sotto fa pensare al più grande difetto di una qualsiasi opera televisiva: non sapere più che pesci pigliare – e dire che le strade da intraprendere potrebbero essere ancora parecchie.

A rincarare poi la dose nel comparto cliché, soprattutto sapendo che How to Get Away with Murder può fare meglio di così, è l’intento o l’utilizzo dello charme per incastrare persone o per farle confessare. Prima Tegan, poi Annalise perseguono i loro fini con mezzucci poco avvincenti e convincenti – ma soprattutto inutili, visto che l’agente Telesco insiste sul caso Bonfire anche dopo esserne stata rimossa.

L’unica utilità di questo paio di episodi è fare intuire alla squadra Keating che i riflettori sono su di loro per tutto ciò che è avvenuto sin da Lila Stangard, tra piccole boutade e piccole vittorie del gruppo di Annalise – la determinante riconquista del pc di Oliver desta il nostro interesse, per un aspetto puramente legale. Marginalmente, anche il ritorno della madre di Laurel (del suo scalpo) è un secondo pezzo di cliffhanger interessante, che ci fa riassaporare quella tanto agognata sensazione di pericolo imminente improvvisamente rarefatta.

How to Get Away with Murder, tentando di rendere la sua matassa narrativa ancora più inutilmente complicata, ha finito nel giro di soli due episodi per renderla priva di mordente e piena di cliché evitabili, proprio quando il gruppo di Annalise aveva il fiato dell’FBI sul collo. Tra tutti, Gabriel è forse la delusione più cocente, ormai privo di backstory da raccontare e relegato ad amore problematico di Michaela.

5/10

Storia - 5/10
6.5/10

Tecnica - 6.5/10
5/10

Emozione - 5/10

5.5/10

Summary

How to Get Away with Murder stava proseguendo così bene che è davvero un peccato come si sia perso in un bicchiere d’acqua, tra tentativi di seduzione, ritorni sgraditi e maldestri cliché. Il finale di stagione potrebbe ancora riservare sorprese, o compromettere ulteriormente la qualità della serie.

Porcamiseria

5.5

How to Get Away with Murder stava proseguendo così bene che è davvero un peccato come si sia perso in un bicchiere d'acqua, tra tentativi di seduzione, ritorni sgraditi e maldestri cliché. Il finale di stagione potrebbe ancora riservare sorprese, o compromettere ulteriormente la qualità della serie.

Storia 5 Tecnica 6.5 Emozione 5

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